24. Addestramento

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«Ma hai mai tenuto in mano una pistola?»

La voce spazientita di Jin mi rimbomba nelle orecchie. Siamo qui da tutto il giorno e ancora non riesco a reggere in mano l'arma senza che mi cada dopo un minuto scarso. Avevo già armeggiato con una pistola, ma mai avevo accennato ad usarla seriamente come adesso.

È bizzarro, perché il mio piano va in netto contrasto con le mie concrete capacità. Voglio fare l'impossibile, anche se sono consapevole di non esserne capace. Però, desidero almeno provarci.

Il maggiore, sospirando, si abbassa sull'erba per raccogliere l'arma argentea. «Allora, ripetiamo.» cerca di mantenere una calma composta che tra non molto, lo so, perderà. «La prendi per l'impugnatura.»

«La prendo per l'impugnatura.» ripeto, facendo come mi era stato impartito

«Molto bene. Adesso, tienila con entrambe le mani. Ecco, così.» esorta la mia comprensione quando stringo l'arma con tutte e due i palmi. Avverto il ruvido della guancetta, così Jin mi aveva spiegato si chiamasse quella parte rugosa. «Ora prendi la mira.»

Chiudendo un occhio, guardo la bottiglia di vetro vuota che c'è a qualche metro dai miei piedi instabili. Quella stronza è ferma, ma a me sembra stia correndo in girotondo a duecento chilometri orari. Non riesco a stare calma.

«Perfetto. Adesso, dito sul grilletto.»

«Dito sul grilletto.»

Avremmo ripetuto questa scena forse un centinaio di volte, non scherzo. Ad ogni giro ci sono io che, dapprima concentrata e stabile, divento come in preda ad un tremolio incessante. I brividi mi si scaricano per tutto il braccio fino ad arrivare alla mano, facendo cadere l'arma al suolo di conseguenza. È snervante, ed anche parecchio umiliante.

«Dai, ci sei quasi stavolta.» mormora Jin.

Ero riuscita a spingermi un po' più in là, a sbloccare il livello superiore. Potrei anche finalmente trafiggere il vetro con un dannato proiettile. Davvero, mancherebbe pochissimo.

Ma sono troppo debole, ancora schifosamente troppo debole.

La pistola indugia tra le mie mani, compiendo un dondolio infinito. «Io...» boccheggio sfinita. Il maggiore schiocca la lingua sul palato, seccato. Mi strappa l'oggetto pericoloso dalle mani e, senza nemmeno sprecare un secondo per prendere bene la mira, spara un colpo che finisce dritto come una freccia sul bersaglio. Il rombo dello scoppio mi lascia interdetta, ferma immobile sul prato. I cocci di vetro sono sparsi ovunque, così come tutte le informazioni che il maggiore mi aveva dato.

«Visto? Non era difficile.»

Vederlo fatto da lui no; probabilmente, ad occhi chiusi, sarebbe stato più impreciso. Posso giurare che, anche senza averci sprecato tutta la fatica che ci sto impiegando io, Jin era riuscito a sparare un colpo impeccabile. Se al posto della bottiglia ci fosse stata una persona in carne ed ossa, sicuramente adesso sarebbe inerme sul suolo gelato.

Il miscuglio di questo pensiero e un rivolo d'aria fredda che passa dentro la mia giacca mi fa rabbrividire. «Lo è.» ribatto io «Non ho mai fatto una cosa del genere. Devo imparare.»

«È stata una tua idea, Sooyun. Non mi sembra ti stia impegnando a sufficienza.»

Jin sarà anche abilissimo nel tiro a segno, ma si sta rivelando un insegnante fin troppo severo. Cosa si aspetta? Che faccia la stessa cosa che aveva fatto lui così, su due piedi? Oh no, affatto. Necessito di pratica. Potrebbe anche mettersi lui al posto della bottiglia se ha tanto da lamentarsi. Certamente mi risulterebbe molto più facile così.

Fuori uno, solo sei sulla piazza.

«Pensi di esserne capace?» mi domanda il biondo.

Io lo squadro con aria superiore, da perfetta spavalda incosciente. «Certo. Guarda, dammi qui.»

PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]Where stories live. Discover now