40. Porcellana

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Nella vita, i nostri occhi sono portati a vedere di tutto. Davvero di tutto. Qualsiasi cosa, che sia più o meno alla nostra portata, viene creata appositamente per essere usata da chiunque ne abbia bisogno. Prima di adoperarla per l'appunto, essa viene vista. I nostri occhi lavorano e ragionano al fine di rendere definito quello che stiamo vedendo, nitido. Risultando pressoché... reale.

Forse è per questo che quando osservo il paesaggio che mi circonda mi sento terribilmente disorientata. Esso non è reale, ecco perché i miei occhi non lo percepiscono nell'immediato. Ecco perché pare non esistere.

Dove diamine sono finita stavolta?

Diversamente dalle altre circostanze, sotto di me si estende uno strato umido e freddo. Abbasso lo sguardo e capisco dopo qualche istante che il mio corpo è seduto sul terreno. I miei palmi rimangono intaccati dall'umidità impregnata nell'erba mentre la mia testa si rialza. E' quasi totalmente buio, c'è solo una flebile luce dal colore indefinito che continua ad ondeggiare sopra di me, illuminando ad intermittenza quella che mi sembra una lunghissima distesa di alberi. Se siamo all'aperto, com'è possibile che ci sia una sottospecie di lampadina a far luce? Dove potrebbe essere appesa?

Piego il collo per guardare in alto, ma i miei occhi vengono ingannati ancora dato che lì non c'è assolutamente niente. L'unica cosa che vedo è quella luce dispersa che oscilla in maniera quasi ansiosa, disturbante. Non ne distinguo né l'inizio né la fine. Mi sta solo dando il benvenuto in questo mondo di cui non ho il potere delle mie azioni e delle mie volontà. Ho imparato che devo solo attendere. E' una giostra pericolosa che ha un percorso tutto suo, ed io sono solamente seduta su una delle sue carrozze per godermi la corsa per cui non ho pagato nessun biglietto.

Come se i miei pensieri fossero ascoltati da chiunque comandi questa realtà parallela, qualcosa davanti a me si muove. La misteriosa luce si ferma sopra una piccola figura a qualche metro di distanza dalle mie gambe stese.

La osservo con molta prudenza. Essa compare a tratti, come quando si carica un'immagine ed essa si materializza solo in frame. Ci mette qualche inquieto secondo per completarsi in modo che possa discernere chiaramente il solito bambino dalle labbra sbiadite. Ormai sono così a mio agio che mi manca veramente pochissimo per alzare la mano e salutarlo.

Il piccolo tuttavia, non sta guardando me direttamente. Ha il capo abbassato verso un punto sul prato. La sua bocca è mezza aperta, come se d'improvviso faticasse a respirare. Anche se non posso vedere il suo viso acerbo fatta eccezione per le sue labbra, non so, comprendo che deve avere una faccia sconvolta. Sull'orlo di un pianto isterico. Lo spicchio inferiore della sua bocca trema quando la sua testa guizza verso la mia, facendomi prendere uno spavento. Incrocio le gambe sul terreno bagnato, tentando di mantenere la mia spina dorsale in uno stato neutrale.

C'è qualcosa nel suo viso invisibile che, questa volta, non quadra. Mi fa venire i brividi. Nonostante io non possa vederla come sarebbe opportuno, percepisco in lui una rottura. Qualcuno gli ha appena strappato via il cuore a mani nude? So che è un'idea assurda, ma quelle labbra che si scuotono incessantemente traspaiono un dolore indescrivibile. Così ruggente che mi giunge dritto al petto, rovesciandosi in ogni mia viscera.

E' inchiostro nero sulla mia anima. Esso aveva intaccato anche la mia senza pietà, non so come farlo smettere. Come quando per sbaglio rovesci quel liquido denso su un foglio ancora bianco e provi a fermarlo, perfettamente consapevole che non puoi fare niente per salvare la carta. Puoi solo buttarla via.

''Yunnie.''

Eccolo. Quel nome che era comparso anche nell'ultimo sogno che avevo fatto. Non l'ho dimenticato, non potrei mai. Diciamo che avevo preferito far finta di niente. Era stato troppo assurdo. Poteva essere un nome tirato fuori da chissà dove, davvero. Come potevo essere sicura che esso avesse un vero e proprio significato? Come potevo sapere che quell'appellativo carino avesse a che fare con me? Beh, ora ho la conferma che non sapevo di aver richiesto. E non posso fare niente per sviarla come l'ultima volta.

PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora