13. Contare le pecore

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La ferita di Jungkook ci sta mettendo più del previsto a migliorare. O meglio; questo è quello che ripete infuriato lui ogni singolo giorno. Si aspettava davvero che quel consistente taglio sul suo fianco destro si rimarginasse dall'oggi al domani? Non ne capisco moltissimo di medicina o contusioni, ma credo che i punti debbano ancora fare aderenza alla pelle. Ciò richiede tempo e pazienza.

E Jungkook non ha né tempo né pazienza.

Deve assolutamente lavorare, questo è il suo costante pensiero fisso. Gli altri continuano a ripetergli che stanno sbrigando loro tutti gli affari, ma il rosa non è mai sereno. Ogni volta che qualcuno rientra in casa dopo essere stato fuori, la sua affermazione è sempre la stessa: "la prossima volta vengo anch'io". Puntualmente, anche la risposta è regolarmente negativa. I ragazzi non si fidano a farlo uscire, io nemmeno.

Non ci impiegherebbe nulla a strappare via qualche punto e fare un altro disastro. Perciò, dopo assidue suppliche da parte del coniglio, Namjoon aveva deciso che finché non si sarebbe rimarginata la ferita, Jungkook avrebbe dovuto imparare a memoria le piastrelle del pavimento. Ciò stava a significare che non si sarebbe dovuto muovere da casa.

Lui non l'ha presa molto bene. Difatti, sono giorni che non parla più con nessuno. La sua reazione mi è sembrata un tantino esagerata. Da essa si può dedurre, quasi, che lui senta il bisogno di uccidere. È come una droga. E Jungkook è nel bel mezzo di una terribile crisi d'astinenza.

Persino quando siamo da soli in stanza, prima di addormentarci, l'unico elemento che mi fa capire di avere ancora qualcuno di fianco sono i suoi respiri pesanti nel letto matrimoniale. Altrimenti, sembrerebbe di essere soli.

Per i primi giorni è stato magnifico non udire più la sua voce irritante ed infantile invadere il mio campo uditivo come succede normalmente. Era stata come una meritata vacanza per i miei timpani. Poi tuttavia, a lungo andare, quell'assenza si è fatta sentire come un peso sul petto. Jungkook potevo solo vederlo e basta, senza sentirlo parlare, ridere, imprecare o sbraitare. Era come avere una sua foto davanti in costante movimento. Sembrava morto.

Per accertarmi del contrario avrei dovuto sentire di nuovo la sua voce, ma essa non è mai rinata per più di una settimana.

Eravamo riusciti a scappare dall'ospedale senza essere visti, avevamo fatto tutto insieme quel giorno. Mi aspettavo che condividesse questa esperienza con me, che ne parlasse in qualche maniera. Ma non mi ha mai detto niente. Gli unici che si sono dimostrati davvero riconoscenti, sono stati gli altri ragazzi. Jimin mi aveva persino abbracciata, sussurrandomi all'orecchio che non gli importava più si fosse tagliato il palmo a causa mia.

Lì ho capito quanto loro tengano a Jungkook. È solo a lui che non gliene frega assolutamente niente di nessuno. È un bastardo egoista, punto.

Da quando il rosa si è ferito gravemente, non sono più uscita da questa casa. Il tempo qui dentro sta trascorrendo così veloce, che ho smesso da un po' di contare i giorni che passano. Tanto ormai ho capito che nessuno verrà a cercarmi. Quindi, che senso avrebbe continuare a sperare? Butterei via solo altri secondi preziosi facendolo.

Stasera, l'ammontare di gente che deve lavorare è maggiore rispetto al solito. Infatti, sono Namjoon, Seokjin, Yoongi e Jimin ad uscire nella notte. Dopo alcuni minuti di preparativi, rimaniamo solo quattro in casa, e questo piccolo particolare la fa sembrare ancora più grande e silente.

Jungkook è in religioso silenzio come al solito, sdraiato sul divano immerso dai cuscini. Ha appena finito di disinfettarsi la ferita, ed ora è solamente steso lì a peso morto. Taehyung ed Hoseok, intanto, guardano un film d'azione in tv. La mia concentrazione vacilla prima sui due ragazzi, e poi su quello dalla testa rosa. Anche lui ha gli occhi fissi sullo schermo della televisione, ma non credo la stia guardando davvero.

PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]Where stories live. Discover now