31. Tutto in fiducia

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Grazie alla buonissima cucina di Seokjin e all'aiuto degli altri, ero riuscita a mangiare come non facevo da secoli. Da un lato avrei preferito concentrarmi maggiormente sul mio intento di fondo, ma dall'altro lato, quello molto più debole e volitivo, ho apprezzato seriamente tutte le cose buone che il più grande ha preparato apposta per me. Ho notato anche che tutto il gruppo si è mobilitato per uscire ed andare a fare la "spesa" più spesso durante la settimana. Di solito si parlava di una, due volte al massimo. Adesso sono minimo tre le occasioni in cui li vedo ritornare con qualche cestino pieno.

E per quanto possa essere egoista e fasulla, l'ho apprezzato. Questi ragazzi fuori di testa mi stanno aiutando. Lo psicopatico che aiuta il pazzo. È un circolo chiuso il nostro. Più i giorni passano, più mi sento parte integrante di questo gruppo superiore all'ordinario.

Mi piacerebbe conoscere cose nuove sul loro conto, stavolta solo per interesse puramente personale e non per vendetta o cose simili. Tuttavia, per quanto i loro volti mi si stiano incastrando nella testa, conosco ancora pochissimo. Gli unici su cui so qualcosina sono Jimin e Taehyung, tutto qui. Non so le loro storie, le loro origini, i loro gusti. Persino i loro cognomi mi sono sconosciuti.

Certe volte penso che nemmeno tra di loro li sappiano, ma poi mi convinco del fatto che questi sette si conoscono troppo bene per non sapere una cosa così basilare.

L'unica in difetto dunque, sono io. Eppure in questi giorni il desiderio di unificarmi al loro bozzolo sta diventando onnipresente. C'è un'aria strana, una che mi mormora all'orecchio di provare a farmeli amici. Sì, amici. So che è strano, scorretto e stupido, ma si stanno rivelando tutti alquanto docili con me. Anche Jungkook, seppure un po' meno rispetto ai suoi compagni.

Non so... è distante. È come se tra di noi ci fosse un muro trasparente. Posso vederlo dall'altro lato, ma non posso né comunicare con lui né tantomeno farmi capire. Ci studiamo a distanza. Lui è il solito imprudente che si diverte ad ammiccare con me fin troppo spesso, io sono quella che fa finta di cadere nella sua tentazione solo per lasciarlo senza assi nella manica.

Una cosa l'ho capita, però: sembra sia il più caotico di tutti. Davvero, non scherzo. Ha proprio la faccia da furbo, quella che guardi e hai già paura di che cosa possa nascondere dietro quelle guance piene.

Per ora il nostro mezzo-rapporto si riduce a questo. I nostri baci sono solo un'onda anomala nel nostro mare di confusione e silenzi. Nulla di più e nulla di meno.

È pomeriggio inoltrato quando mi ritrovo a sgranocchiare delle patatine che qualcuno aveva rubato chissà dove. Sono accettabili, il giusto che basta per uno spuntino dettato dalla noia. Quando ho quasi finito il contenuto nella busta colorata, Yoongi entra in cucina. La sorpresa non mi coglie alla vista del suo inseparabile portatile sorretto dal suo braccio.

Mi lecco le dita e getto via il pacco vuoto. «Che fai con quello?» gli chiedo.

I suoi occhi molto simili a quelli di un gatto mi guardano un attimo prima di rispondere. «Devo fare una ricerca per il prossimo lavoro.» mi mette al corrente, tranquillo.

Tutto in ordine, insomma. Credo che Yoongi nella squadra abbia proprio il ruolo dell'hacker infimo di cui nessuno conosce i segreti. Yoongi è come una corrente d'aria fredda che senti dappertutto ma che allo stesso tempo non sai da dove proviene. Potrebbe anche trattarsi del più astuto, sebbene la sua apparenza tranquilla e quasi menefreghista suggerisca tutt'altra musica. Mi piace.

«Cos'è? Posso vedere?» tento, avvicinandomi alla sedia dove aveva preso posto. La sua reazione non mi stupisce, mi lascia solo sistematicamente delusa. Difatti, non appena gli sono abbastanza vicina lui abbassa lo schermo del pc, chiudendolo.

PINK GASOLINE ✓ [Jeon Jungkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora