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VIOLET'S POV

Ho parlato con il signor Trump e mi ha concesso i giorni liberi dicendo che dal momento che non c'è molto lavoro ultimamente, non è necessario che sia lì tutti i giorni.

Oggi pomeriggio ho la prima lezione e ho un po' d'ansia, non ho mai fatto nulla di simile prima d'ora e non so esattamente in cosa consista. È anche vero però che devo farlo perché non posso andare avanti a vivere nella paura che qualcuno possa farmi del male, devo essere in grado di difendermi se si dovesse presentare l'occasione.

Harry mi ha chiesto dove fossi e ho dovuto dirgli che pranzavo con Julie e che mi avrebbe portato lei a lavoro oggi. Mi sento una merda a mentirgli così però non posso fare altrimenti date le circostanze.

Fortunatamente sono riuscita a capire quale linea di autobus porti in quella zona del centro, dove si trova la palestra e ora sto camminando per arrivare proprio lì.

Una volta dentro saluto la ragazza dell'altra volta ed entro nella sala dove c'è Jeremy che mi sta aspettando.

"Ciao Violet"

"Ciao Jeremy"

"Sei in ritardo" dice lui avvicinandosi

"Non è vero, sono le quattro e mezza spaccate" rispondo guardando lo schermo del mio telefono

"Si, ma non ti sei ancora cambiata, quindi quando tornerai qui con i vestiti giusti, sarai in ritardo"

Quanto è pignolo questo ragazzo.

"Sei serio?"

"Molto, ci tengo a queste cose ma è la prima volta quindi va bene, forza muoviti"

Vado nello spogliatoio e mi cambio. Non sapevo esattamente cosa dovessi mettermi così ho optato per dei pantaloncini della tuta grigi e una canotta nera.

Torno in sala e subito Jeremy mi squadra dalla testa ai piedi.

"Che c'è? Non vado bene?" dico guardandomi allo specchio della sala

"Nono, va bene va bene"

Sposto il peso da una gamba all'altra, sono un po' a disagio, non so cosa fare o dire, non so nulla.

"Ok, vieni qui. Fammi vedere come reagiresti ad un attacco va bene? Adesso io ti prendo e tu provi a divincolarti e scappare"

Annuisco e mi metto in posizione. Stiamo camminando uno di fronte all'altra, ci stiamo venendo in contro quando lui improvvisamente mi tira per un braccio.

Cerco di staccarmi ma non ci riesco, è troppo forte. Incomincio a tirargli pugni con l'altra mano ma nulla, non riesco comunque ad allontanarmi da lui.

In tutto questo lui è rimasto impassibile, non si è scomposto minimamente, è come se stesse facendo il minimo sforzo mentre io mi agito come un'anguilla fuori dall'acqua.

Mi lascia il braccio e incomincia a parlare.

"Non devi agitarti così tanto, il segreto è cercare di rimanere calmi in modo da riuscire a pensare con la testa ed agire in modo corretto. Ad un attacco del genere avresti dovuto girargli il braccio in modo da capovolgere la situazione e portare te in vantaggio. Ora ti faccio vedere, questa volta sarai tu ad aggredirmi prendendomi per un braccio"

Cerco di metabolizzare quello che ha detto e rifacciamo la stessa cosa di prima solo che ora sono io a prenderlo per un braccio e immediatamente, con l'altra mano, mi gira il braccio mettendomelo dietro la schiena.

È stata una cosa di pochi secondi, veloce ma efficace.

"Adesso prova tu"

Ripetiamo gli stessi movimenti decine di volte ma non ci riesco, mi incastro con le braccia e non combino nulla.

Soul SisterWhere stories live. Discover now