1.

3.9K 111 22
                                    

15 ANNI PRIMA.

Violet.
Questo è il mio nome idiota per una ragazzina idiota di 12 anni. Voglio dire, perché cazzo mi devo chiamare come un fiore? La gente, sentendo il mio nome, potrebbe pensare che io sia delicata e sensibile come questo fiore, invece no, io sono tutto fuorché delicata e sensibile, o meglio, è quello che faccio credere a tutti e forse sto incominciando a crederci anche io.
Sono le 16:00 e come al solito la signorina Bred ci sta radunando tutti per la merenda. Ma vi pare che a 12 anni devo ancora essere costretta a fare merenda come i bambini? Purtroppo però non ho scelta. Queste sono le regole dell'istituto e sappiamo bene che se non vengono rispettate, ci saranno delle "conseguenze disciplinari" che equivale a dire maltrattamenti, punizioni fisiche e morali e chi ne ha più ne metta.
Il mio primo anno qui mi è servito da lezione, avevo 10 anni appena compiuti ed ero molto più aggressiva e indisciplinata di quanto non lo sia ora. Quando l'assistente sociale dell'epoca mi aveva portata qui, mi presentò come "spirito libero" e nel linguaggio dell'istituto significava che ero una minaccia per l'educazione e la tranquillità degli altri bambini e quindi dovevo essere "domata" fin dal principio.
Ora no, ora è tutto diverso. Ho capito come girano le cose qui dentro e seguo il principio del "mi faccio i cazzi miei che campo cent'anni".
Lo so che ho solo 12 anni e che ho tutta la mia vita davanti, ma ho già imparato che la vita fa schifo, la vita ti sputa in faccia e ti volta le spalle appena ti trovi in difficoltà e alla fine ti ritrovi a poter contare solo su te stessa, ma a volte non basta neanche quello e crolli, crolli senza far rumore per paura di dar fastidio.
Io sarei già crollata, se non fosse per lui, Harry.
Lui è arrivato circa quattro mesi dopo di me nell'istituto e aveva 13 anni. All'inizio pensavo fosse la prima volta anche per lui in un posto del genere, ma da come si atteggiava e da come tutti lo guardavano e rispettavano, ho subito capito che lui era una specie di leader qui dentro, un altro "spirito libero" che però non sono riusciti a domare.

Sedendomi al mio solito posto, vicino alla finestra che da' sul giardino, se così si possono chiamare quattro alberi spogli e qualche fiore, notai subito il riccio entrare dalla porta principale, sicuro di sé come sempre. Cammina a passo sostenuto, sedendosi di fronte a me.

"Ciao ranocchia" mi disse mostrandomi un sorriso a trentadue denti.

"Sempre simpatico Styles" risposi cercando di sembrare offesa.

"Allora, com'è andata oggi? Sei riuscita a farti crescere quelle due noccioline che hai al posto delle tette oppure no?"

"Ma sei scemo? Almeno io ho due noccioline, tu lì sotto non hai nulla, calma piatta"

"Ne sei sicura? Ah, se solo sapessi cos'ho qui, cose che voi umani non potete neanche immaginare" mi disse con quell'aria da saccente egocentrico che però amo tanto.

"Taci. Parlando seriamente, hai sentito la Bred? Ha detto che prima di cena arriveranno due tipi che vengono da Boston. Non ho capito esattamente per cosa, ma vuole che siamo tutti in ordine, dobbiamo anche metterci la divisa per le occasioni speciali, ne sai qualcosa?"

Harry non mi guardava, stava ascoltando, ma non mi guardava così gli tirai un piccolo calcio sotto al tavolo per attirare la sua attenzione. Ci riuscì.

"Ma che problemi hai? Perché mi hai tirato un calcio? Comunque no, non ne so niente. Adesso devo andare, ci vediamo più tardi."

Non feci in tempo a rispondere che si alza e se ne va.
Era strano, molto strano. A parte il fatto che normalmente rimanevamo qui seduti a parlare anche dopo la fine della merenda, ma poi perché non mi ha risposto alla domanda? Sicuramente sa qualcosa più di me ma non me lo vuole dire. Beh, lo scoprirò tra meno di due ore.

Soul SisterWhere stories live. Discover now