11.

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HARRY'S POV

Abbracciare Violet dopo così tanto tempo è stato magnifico. Abbracciando lei è come se mi fossi sentito a casa.

Dopo le cose che le ho detto siamo rimasti abbracciati per un bel po' senza parlare fin quando non si è staccata dicendomi che doveva tornare nella sua camera. Non ho protestato anche se chiaramente avrei preferito restare con lei.

Le ho detto solo una parte della verità, ci sono ancora molte cose che non sa e che non dovrà mai scoprire. Non sono mai stato un bravo bambino e di certo ora non sono un ragazzo migliore, faccio cose di cui non vado fiero ma mi servono per pagarmi il college.

Mi sono fatto dire il numero di stanza di Violet così domani mattina andrò a prenderla per andare a lezione insieme. Ho bisogno di vederla il più possibile, dobbiamo recuperare il tempo perso.

VIOLET'S POV

È stato stupendo riabbracciare Harry, non so neanche come spiegarlo, so solo che è stato come prendere una boccata d'aria dopo anni ad aver trattenuto il fiato.

Sono dovuta tornare in camera perché Julie sarebbe tornata a momenti e non volevo che si preoccupasse.
Una volta arrivata, Julie non c'è ancora e decido di mettermi a guardare un film al computer.

Mi sveglio nel bel mezzo della notte e mi accorgo che il computer è stato messo apposto. Non ho neanche sentito rientrare Julie.

Maledetti incubi. Ritornano e ritornano. Sempre gli stessi dannati incubi.
Io che sto giocando con le bambole e mio papà che incomincia a picchiarmi senza un motivo. Poi c'è un cambio di scena, non sono più nel salotto di casa mia, sono nel cortile della casa dei miei primi genitori affidatari, avevo 13 anni e quello che sarebbe dovuto essere un padre affidatario, cerca di violentarmi ma io lo picchio e scalcio, riuscendo a scappare. Secondo cambio di scena, sono nell'appartamento dei genitori affidatari numero quattro e questa volta il fratello della mia mamma affidataria, che avrebbe dovuto farmi da baby sitter, incomincia a prendermi le mani e a passarsele sui pantaloni fino ad arrivare alle parti intime, avevo 15 anni.

Tutto questo non sono solo incubi, mi è successo veramente ed è il motivo per cui ora sono così. Acida, fredda, chiusa, stronza, diffidente e sopratutto impaurita dagli uomini.

[...]

Sono le 7:30 e tra meno di un'ora ho la mia prima lezione di biologia, non vedo l'ora.
Mi faccio una doccia e indosso i miei soliti jeans stretti con una felpa grigia e delle all star bianche, credo possa andare per le lezioni.
Lascio i miei lunghi ricci sciolti e mi passo solo un po' di mascara, niente di più.

Sto per uscire quando sento bussare alla porta, apro e mi ritrovo davanti Harry.

"Buongiorno ranocchia" mi dice lui mostrandomi un sorriso smagliante e un bicchiere di caffè

"Harry" rispondo sorridendo

"Sei già pronta per uscire? Perfetto."

"Perfetto?"

"Posso avere l'onore di portarla alla sua prima lezione qui al college signorina?" Mi chiede ponendomi la mano

Dio quanto è bello.
Quei suoi ricci scompigliati che gli ricadono perfettamente sulla fronte, quegli occhi verdi dentro ai quali potresti perderti e quelle labbra rosee alle cui estremità ci sono quelle fossette adorabili. Lui è perfetto, lo è sempre stato, estremamente bello e perfetto.

"Sarebbe un piacere signore" gli rispondo prendendogli la mano

La mia piccola mano è perfettamente racchiusa nella sua, un incastro perfetto.

Il viaggio verso l'aula è stato silenzioso ma non imbarazzante, un silenzio piacevole.
Mi lascia davanti l'aula e mi dice di aspettarlo qui alla mia uscita, vuole andare a pranzo con me.

Sono contenta che stia cercando di recuperare il tempo perso ma dobbiamo affrontare ancora tanti discorsi, io ho ancora troppi dubbi e domande da fargli.

Appena entro in aula rimango a bocca aperta. È enorme e ci saranno almeno centocinquanta posti a sedere, fantastico. Intravedo Niall più o meno a metà dell'aula e decido di sedermi vicino a lui.

"È occupato?" Chiedo al biondo

"Hei Violet! No prego, siediti" mi risponde con un sorriso

"Anche tu medicina eh?"

"Si, voglio diventare neurochirurgo, mi ha sempre affascinato la mente umana, e tu?"

"Io punto a diventare pediatra, amo i bambini"

Non fa in tempo a rispondermi che veniamo interrotti da un ragazzo. È più o meno alto quanto Niall, solo che ha i capelli scuri e gli occhi chiari.

"Hei amico, in anticipo oggi?" Dice il ragazzo a Niall

"Si, dovevo fare delle cose e mi sono trovato già qui vicino. Lei è Violet comunque. Violet, lui è Louis"

"Piacere Violet" mi dice sorridendomi

"Piacere mio"

Dopo circa cinque minuti entra il professore ed inizia la lezione.

Due ore più tardi non mi sento più la mano a causa di tutti gli appunti che ho preso e sto praticamente morendo di fame anche se sono solo le 11:30. Harry mi ha detto che per pranzo avrei dovuto aspettarlo, ma io ho altre tre ore di anatomia e non posso aspettare. Colgo la pausa tra una lezione e l'altra per andare a prendere qualcosa alle macchinette fuori dall'aula.

La macchinetta vicino alla mia aula è fuori uso così vado verso quella che si trova vicino all'aula di chimica. Prendo un twix e una bottiglietta d'acqua. Mi giro per andarmene quando vedo Harry.
Sto per salutarlo ma vedo che non è solo, è con una ragazza.
È molto più alta di me, ha i capelli lunghi e castani, è davvero molto bella. Harry è molto vicino a lei e stanno parlando, non riesco a capire cosa si stanno dicendo, vedo solo la ragazza che mette le sue mani sul petto di Harry.

Che cazzo sta facendo?

Prima di farmi vedere vado via e torno in classe.

Chi era quella? Cosa stava facendo con Harry? E perché Harry si stava facendo toccare da quella?
Ok mi devo calmare. Io e lui siamo solo amici dopotutto, non dovrei prendermela.
Ma allora se siamo solo amici perché sento questo peso sul cuore?

HARRY'S POV

"Claire ti ho detto di no, basta"

"Dai Harry, solo un'altra uscita, ti prego"

Dio quanto è fastidiosa questa. L'ho rimorchiata una sera di settimana scorsa e adesso non si scolla più.

"Senti, te lo avevo detto, non voglio nulla di serio. Ci siamo divertiti ma adesso basta, scusa"

Prendo e mi giro senza aspettare una sua risposta. Forse sono stato stronzo, ma in fondo che mi importa, glielo avevo detto che non sono il tipo da storia seria.

Sono le undici e mezza e adesso ho lezione di scrittura creativa, finisco circa venti minuti prima di Violet così ho tutto il tempo di andarla a prendere e portarla a pranzo. Non vedo l'ora di vederla. Mi è mancata così tanto.

In tutti questi anni ho sempre pensato a lei, alla sua vita. Mi sono immaginato lei che cresce e va a scuola. Però quando la guardo ha uno sguardo strano, come se fosse assente, non so spiegarlo. Ho bisogno di sapere di più su di lei, devo rincominciare ad ottenere la sua fiducia, ho bisogno di lei nella mia vita.

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