He changed

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Bakugou indossò velocemente la sua "divisa" e, senza salutare Inko-san, si catapultò fuori dall'edificio.  Inciampò più volte erischiò più volte di cadere, a causa dei lacci sciolti delle scarpe rosse di Deku. Teneva in una mano lo zainetto giallo, mentre l'altra era appoggiata al suo ginocchio. Stava cercando di assimilare il tutto ma, soprattutto, capire cosa stesse succedendo.

Il ragazzo si sentì chiamare da qualcuno e, notando che quella voce proveniva da un vicolo, si avvicinò lentamente. -Sei tu. Baku-chan?- Il biondo riconobbe la voce di Masu-chan e, annuendo lentamente, il proprietario della voce venne allo scoperto. Masu-chan indossava la medesima di una scuola elementare ma, la cosa che lasciò senza parole il ragazzo, fu il suo aspetto: sul capo aveva dei folti boccoli biondi, non comuni tra i giapponesi e, i suoi sottili occhi a mandorla, avevano due iridi castane molto scure. E, la cosa forse più sorprendente, fu la sua pelle dal colorito normale e non più nero pece.

«M... Masu-chan? S... Sei tu?- Chiese Bakugou, o meglio, Deku guardandolo dall'alto verso il basso il piccolo bambino. Lui annuì quasi vivacemente, prima di afferrare la mano del ragazzo e condurlo in una parte più nascosta del vicolo. -Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?! Perché siamo qui e perché sono nel corpo di Deku?!» Chiese, appena il più giovane lasciò la presa e si voltò verso di lui.

«Io posso entrare nella testa delle persone e fare ciò che voglio. Quando però porto qualche altra persona con me nella testa di qualcun'altro, cambia tutto. Io non posso fare nessun gioco... Non so neanche chi decide le regole, però so che si può scappare da questo posto.- Spiegò Masu-chan, guardandolo seriamente mentre stringeva con le proprie mani il bordo dei pantaloncini blu della sua divisa. -Tu però devi fare una cosa. Non devi comportarti da Katsu-chan. Tu sei Izu-chan e visto che sei lui, non devi pensare. Il tuo corpo si muoverà da solo, come Izuku. Capito? Non fare nulla di strano, o saremo nei casigni.»

Masu-chan lo guardò con sguardo serio, nonostante il piccolo errore

Mezz'ora dopo, Katsuki camminava velocemente verso la sua vecchia scuola e, appena iniziò a scorgere l'entrata, sentì un brivido percorrergli la schiena. Davanti al cancello dell'entrata, un Bakugou Katsuki più giovane stava parlando con dei suoi compagni. O meglio, i ragazzi parlavano con lui, ma Katsuki li ignorava. Troppo concentrato ad osservare chi stesse arrivando.

Katsuki, più precisamente Midoriya, dovette reprimere il desiderio di rispondergli male. Doveva comportarsi da Deku e, per questo, avrebbe dovuto fare l'esatto contrario di ciò che avrebbe fatto se fosse stato lui stesso.

Sorpassò velocemente l'ingresso della scuola e, dopo aver cambiato le proprie calzature, camminò a passo svelto verso la sua classe.
Prese posto al banco di Izuku e, dopo essersi seduti, aprì lo zaino. Al suo interno trovo uno dei quaderni del broccolo e, sopra di esso, il numero 12 era scritto con un pennarello indelebile.

Izuku sospirò, quasi affranto e, appena provò ad aprire quel piccolo quaderno, qualcuno sbatté con forza la propria mano sul banco di Midoriya.
Alzò lo sguardo e, non appena incrociò gli occhi con Bakugou, "Izuku" tacque, senza mostrare una singola ruga di preoccupazione o paura.

«Deku, cos'hai lì? Un altro dei tuoi quadernetti del cazzo? Fammelo un po' vedere.» Disse Bakugou, strappandolo dalle sue mani e iniziando a sfogliarlo.
«Ridammelo! Ridarmelo Bakugou!» Urlò il broccolo, sporgendosi dal suo banco e richiamando il giovane Katsuki con il proprio cognome.

Il ragazzo poté notare come la schiena del biondo si fosse fermata, come diventata di pietra. In seguito si voltò e, per un attimo, a Izuku sembrò di vedere del dolore in quei suoi occhi rubino. Ma quel sentimento passeggero venne presto sostituito dalla sua espressione sfottente.
«Perchè non taci, nerd di merda? Faresti un favore a tutti se non sputasti una parola. Anzi, se proprio non respirassi.»

Izuku non si fece piegare dalle sue parole, anzi, strinse i pugni e in seguito incrociò lo sguardo con Katsuki. Voleva dirgliene di tutti i colori, ma ricordava bene cosa avesse provato quel giorno, nonostante gli anni che li separavano.
Fino a quel momento, che ci crediate o no, tutto era accaduto come anni e anni prima.

Quel giorno, per la prima volta dopo tempo, Izuku sembrò reagire alle parole del biondo e, la fitta che il ragazzo aveva provato sentendosi chiamare per cognome dall'unica persona che poteva affibbiargli un nomignolo, fece male. Molto male.

«Ridammi il quaderno, Bakugou. Ti prego.» Le ultime parole furono pronunciate a denti stretti da Izuku, il quale evitò lo sguardo furente di Kacchan. Il biondo emise un verso stizzito, aprendo il quaderno e iniziando a sfogliarlo.
«Cazzo... Sei davvero inquietante nerd merdoso. Hai preso appunti su quasi tutte le comparse di questa classe? Sei solo uno stalker di merda, ecco cosa sei.» Disse con un sorriso schernitore Bakugou, continuando a sfogliarlo.

Izuku lo guardò fisso e, quando si protese per afferrare il piccolo quaderno, Bakugou si scansò stringendo il polso del broccolo con una forte presa.
Dentro la testa del broccolo, il Katsuki più anziano sorrise amaramente, ripensando a tutti i sentimenti confusionari che provava ogni volta che incrociava il suo sguardo ai tempi delle medie.
Gli venne quasi da ridere ripensando a come le cose fossero cambiate. O meglio, come lui stesso fosse cambiato.

Dopo la sua scomparsa, Bakugou aveva iniziato a detestare quella maschera che aveva creato alle medie, fatta di prepotenza e superiorità. La usava sempre ai tempi della scuola media, in particolare davanti a Izuku, quando aveva bisogno di nascondere il suo dolore e la sua frustrazione.

«Cosa vorresti fare, nerd di merda? Mh? Lo rivuoi? Allora dopo scuola vieni sul tetto, io e te dobbiamo fare una chiaccherata.» Disse il biondo, avvicinando i loro visi e sorridendogli minacciosente. In seguito spinse lontano da sé il braccio del broccolo e, dopo avergli mostrato uno dei suoi soliti ghigni, la campanella suonò e gli studenti iniziarono a fare il loro ingresso nell'aula.

Izuku sospirò frustato e, dentro di sé, Bakugou pregò che tutta quella storia che stava rivivendo una seconda volta, sarebbe terminata prima di quell'incontro.
Non voleva rivivere il momento in cui aveva quasi ucciso la persona che amava.

S.a.
Non so se l'avete notato, ma.per la seconda volta, ho cambiato la copertina!
Onestamente, la preferisco di gran lunga rispetto a quella precedente e spero possa piacere anche a voi!

Ditemi cosa pensate del capitolo nei commenti, mi raccomando!
Vi saluto e al prossimo capitolo,
Byee

Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now