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Per giorni, per le strade vennero trovati molti Hero o civili traumatizzati o sotto shock, tutti che raccontavano la medesima storia: un ragazzino senza pupille, allucinazioni spaventose e il terrore che attanagliava i polmoni.

Molti al commissariato avevano collegato la scomparsa di Izuku Midorya a questo strano ragazzo, ma nessuno, in primis Inko-chan, voleva crederci.
Izuku non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, era troppo umile e buono.

* * *

In uno dei tanti distretti di un piccolo paesino, lontano dalla metropoli, una donna molto giovane stava camminando tranquillamente, quando dei singhiozzi e lamenti provenienti da un vicolo attirarono la sua attenzione.

Era anziana, indossava un cappello di paglia sul capo e, grazie alla telecinesi, portava le buste della spesa. Preoccupata ma allo stesso tempo intimorita, si avvicinò lentamente e, quando capì che quei suoni ovattati provenivano da dietro i numerosi cassonetti, rallentò il passo fino a fermarsi.
«Chi c'è?» Chiese alzando leggermente la voce e, facendolo, quei rantolo e sospiri finirono.

Un silenzio tombale aleggiava nel vicolo, o almeno finché qualcosa non si fece avanti, strisciando a terra.

La donna, a causa dello stupore, si portò le mani alle labbra mentre le buste dietro di lei caddero a terra.
«Oddio...»

Strisciava a terra portandosi avanti grazie ai gomiti, dalle labbra semi aperte sgorgava sangue nero e, per finire, un'iride era completamente assente, mentre nel secondo ne erano presenti ben due.
Una verde e la seconda rossa, entrambe una sopra l'altra.

Senza pensarci due volte, la donna andò verso il ragazzo e, prendendogli il viso tra i palmi callosi, pulì quel liquido nero con la sua gonna a quadri.
Lacrime grigie sgorgavano dai suoi occhi mentre sorrideva leggermente alla donna, con fare grato.

«G... Grazie...» La sua voce fu un suono impercettibile all'udito.
L'anziana sorrise dolcemente e, appena il viso del ragazzino fu meno sporco, poté notare le lentiggini graziose sul suo viso.
«Non ringraziarmi, dobbiamo chiamare l'ambulanza, adesso!»

Stava per prendere il telefono, ma il ragazzo la fermò, tirandole la gonna.
«La prego, non lo faccia... Loro mi stanno cercando e... E non voglio che mi trovino...» Disse queste parole con fare soffocato, prima di svenire a terra e abbandonarsi al suolo completamente.

L'anziana rimase interdetta, incapace sul da farsi e soprattutto non capendo cosa stesse accadendo. Alla fine decise di fare come gli aveva detto e, visto che casa sua non era molto lontana, usò il suo Quirk per sollevare leggermente da terra il ragazzo e fare sì che sembrasse che camminasse.

Appena entrò in casa lo fece coricare sul suo letto, ma non prima di averlo lavato e avergli fatto indossare abiti normali. Lo coprì e gli mise uno straccio freddo sul capo, in speranza che la temperatura improvvisamente aumentata, potesse diminuire un minimo.

Accarezzò quei capelli broccolo con fare delicato e, sedendosi sulla sua sedia a dondolo nell'altra parte della stanza, iniziò a leggere un libro. Poco dopo chiuse le palpebre e si assopì, ignara del fatto che il ragazzo avesse aperto gli occhi.
E che le iridi fossero assenti.

* * *

I singhiozzi della donna risuonavano nell'appartamento vuoto. Vuoto così come si sentiva lei dopo che il figlio era scomparso.

Tutto d'un tratto qualcuno suonò al campanello e, con le poche forze rimaste, andò ad aprire la porta.

Un uomo alto e magro, con indosso una camicia bianca e dei pantaloni neri, la guardò con sguardo dispiaciuto. In un attimo, come se fosse stata trafitta da una saetta, la sua espressione triste tramutò, diventando lo specchio di rabbia e rancore che cercava di soffocare nei confronti dell'uomo.

Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now