Thousand words in a smile

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Quando le chiavi girarono nella serratura, la porta spessa e in legno si aprì, rivelando un salotto dalle pareti chiare.

Aizawa posò le buste della spesa vicino all'ingresso e, tornando alla porta, porse una mano a Hizashi.

Quest'ultimo indossava dei pantaloni della tuta neri, sopra una maglia scura, con disegnato una palma su un'amaca su una spiaggia e sulle spalle il giubbotto malandato del collega.
Non mosse un dito, infatti fu Aizawa a prendergliela e a portarlo all'interno dell'appartamento.

Toshinori era tornato a casa, con una scusa come altre, lasciando i due soli.

Aizawa portò il biondo fino al divano, dove gli fece togliere il giubbotto e lo coprì con una coperta in lana a quadri.

Lo guardò per alcuni secondi, Hizashi però non era lì, non era con lui. I suoi occhi erano puntati sul pavimento, sgranati come non mai e, quando batteva le palpebre, sembrava una cosa più unica che rara.

Aizawa fece un'espressione sconfortata, prima di tornare all'ingresso, raccogliere le buste lasciate nell'ingresso e depositare i diversi alimenti nel frigorifero della cucina.

La cucina e il salotto erano un'unica stanza se non fosse stato per la preferenza di una parete in gesso, con una piccola finestrella che dava sui fornelli.

Quando le buste furono vuote, il moro le prese e le mise in un cassetto, pieno di altre identiche a quelle che lui stava posando.

Tornò con la schiena dritta e, dalla piccola finestra sopra i fornelli, vide Hizashi nella stessa posizione, immobile come una statua.

Sotto i suoi occhi delle profonde e nere borse sembravano un errore in contrasto con la chioma bionda. Anche questa, però, era spenta.

Nonostante fossero puliti, avevano perso la loro lucentezza e, legati in una coda mondana, non miglioravano la situazione.

Quando il moro tornò nel salotto, prese posto al fianco del biondo.

Rimasero in silenzio per... Beh, non lo sanno neanche loro, l'unica cosa che avevano capito era che, il silenzio, era l'unica cosa che li avvolgeva dolcemente.

Le parole, agli occhi di Hizashi, erano diventate stupide, inutili, insignificanti... E non potete immaginare quanto gli mancassero.

Prima che lo dimettessero, il dottore aveva parlato davanti ad entrambi, esponendo la situazione si Hizashi Yamada.

Nella testa di Aizawa risuonava ancora la sua voce.

«Hizashi Yamada, tralasciando le ferite sul corpo, per lo più insignificanti, abbiamo fatto alcuni esami. I risultati purtroppo non sono stati positivi, a quanto pare le sue corde vocali sono state asportate con abile maestria. Nessun tipo di Quirk esistente è capace di guarire la sua situazione, purtroppo non potrà più parlare e usare il suo potere per il resto della vita.
Mi dispiace davvero, ma spero vivamente che possa riuscire ad andare avanti.»

I capelli viola del dottore, le sue profonde occhiaie e il pizzo sul mento gli davano un'aria quasi comica.
Ma quelli che aveva detto non aveva nulla di divertente, anzi.

Ma quelli che aveva detto non aveva nulla di divertente, anzi

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Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now