Emerald and pearl

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La sua voce, così dolce, così calma, così lontana, era proprio lì, a qualche metro da lui.

La sua pelle era pallida, le lentiggini sembravano delle stelle mentre, le sue labbra, tremavano leggermente.
Le sue gambe erano accasciate al suo fianco, come morte, mentre il petto era sostenuto dalle braccia che, indobolite, erano stese.

Il biondo non riusciva a muoversi, sentiva i suoi piedi inchiodati al suolo mentre, Masu-chan, aveva le mani sulle labbra.

«Kacchan... Perché mi stai guardando così?» Chiese il ragazzo che, preso da una fitta al fianco, dovette accasciarsi ulteriormente.

Preso alla sprovvista, Bakugou corse nella sua direzione, prendendo il suo petto tra le sue braccia.

Li aveva rivisti.
Li ha rivisti.
Erano loro.
Quegli occhi...

Il broccolo rimase stordito quanto sorpreso da quella stretta improvvisa ma, soprattutto, non si sarebbe mai aspettato che Bakugou Katsuki lo abbracciasse.

Esatto, avete sentito bene, il porcospino stava stringendo tra le braccia il broccolo.

Con le dita tremanti, le mani di Izuku si sollevarono e, lentamente, si avvicinarono alla sua schiena, coperta da una maglia nera.

Katsuki si sentiva ancora intrappolato in un sogno, un bellissimo, fantastico, sogno.

Nessuno avrebbe mai creduto nel sentir raccontare un momento nel genere. Probabilmente neanche io.

Eppure quell'aura fu spezzata da un urlo acuto del piccolo.

Inizialmente Bakugou non capì, ma appena vide un pugno serrato e circondato da piccole saette verdi, avvicinarsi al suo viso, schivò il colpo scivolando lontano dal ragazzo.

Quest'ultimo, sorpreso persino da sé stesso, si guardò la mano sinistra, impugnandola con la destra, e inviando a tremare osservò spaventato il suo palmo.

«Io... Io... Io non volevo... Non l'ho fatto apposta... Lo giuro...» Disse, prima che una fitta gli trafiggesse il capo.

Portò le sue mani ai lati della testa e, con un'espressione di dolore dipinta sul volto, si piegò in due e iniziò a gemere.

Masu-chan era ancora lì, fossilizzato sul posto, mentre il biondo non perse un attimo a correre verso il ragazzo. A fermarlo, però, fu il più piccolo che, mettendogli una mano davanti al petto, fece segno di no con il capo.
«Non devi fare nulla. Capita spesso durante i suoi momenti ed è meglio non avvicinarsi, Akumu potrebbe tornare da un momento all'altro.»

Le pupille di Katsuki si restrinsero mentre le mani si serrarono in due pugni talmente tanti serrati che le nocche divennero bianche.
Non voleva assistere, voleva agire ma, per una volta, avrebbe dovuto fare come diceva qualcun'altro.

Davanti a lui, Izuku si contorceva su sè stesso, come un bruco la cui testa è stata mozzata.
Urlava, si lamentava, mugugnava, gemeva...

Tutto d'un tratto si fermò, senza darne preavviso. Fu così improvviso da spaventare gli altri due presenti.

Quando alzò il capo, la faccia non era ancora ben visibile ma, appena sollevò il mento, la paura si insinuò dentro Bakugou.

Il viso di Izuku era inespressivo, le labbra erano strette in una linea sottile, le mani abbandonate ai fianchi, le ginocchia a sorreggere il suo corpo dritto.

Quello che però lo stava spaventando, erano i suoi occhi: lacrime silenziose ma copiose gli rigavano le gote pallide. La sua pupilla sinistra era color verde speranza, il suo unico ed inimitabile verde, come uno smeraldo. Ma il secondo occhio, il sinistro, non presentava alcuna iride o pupilla. Bianco com'era, poteva ricordare una perla ingrigita.

Quello era l'occhio di Akumu.
L'incubo.

Un brivido scosse la spina dorsale del bambino che, preso dalla paura, fece alcuni passi indietro.

«Dove vai Masu-chan?- La sua voce era un insieme di più toni, come se a parlare fosse un coro, composto da chiunque. -Perchè ti stai allontanando?»

Bakugou si voltò per guardare il più piccolo e, notando le sue spalle tremare così come il suo labbro inferiore, capì che era sull'orlo del pianto.

«Io... Io... N... Non...»

Tutto d'un tratto il piccolo portò le mani ai lati del suo capo e, gemendo dal dolore, si inginocchiò a terra.
Il biondo sgranò gli occhi e, quando riportò lo sguardo verso Iz... De... Aku... Verso il ragazzo dai capelli verdi.

La testa era piegata a sinistra e, i suoi occhi guardavano il bambino mentre, le sue labbra, erano piegate in un sorriso malato e psicopatico.
Quando spostò la sua attenzione sul biondo, Masu-chan smise di lamentarsi.

Perché in quel momento, sarebbe toccato a Kacchan.
E lo smeraldo e la perla lo stavano perforando.

Your Smile /Bakudeku's AU/Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon