You can cry

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Alla fine Deku, dopo aver ferito Kacchan, se ne andò quasi subito. Ma non prima di aver lanciato verso il biondo un paio di bende e dell'acqua disinfettante.

Non ci sarebbe stata divertimento se fosse morto per qualche taglietto. O per lo meno lui aveva detto così.

Il biondo, stanco ma anche confuso da quello appena successo, si sedette sul pavimento, iniziando poi a fasciarsi nei punti feriti. Ma quello che faceva più male era il centro del petto.

Delle lacrime involontarie iniziarono ad uscire silenziosamente dai suoi occhi e, sorpreso da questo suo stesso momento di debolezza, cercò in tutti i modi di asciugarle. Inutile anche perché, presto, sopraggiunsero anche i singhiozzi.

 Inutile anche perché, presto, sopraggiunsero anche i singhiozzi

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«'Fanculo... Devo uccidere al più presto quel bastardo.» Sussurrò ma, appena sollevò lo sguardo, notò un paio di occhietti completamente bianchi fissarlo.

Sembrava come spaventato visto che cercava di nascondersi dietro la porta mentre, con titubanza, sporgeva sempre di più la testolina.
«S... Stai piangendo?»

Il biondo lo guardò male, prima di dargli le spalle.
«Sloggia moscerino. Io non piango mai.»

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e, quando si voltò, vide il piccolo porgergli un fazzoletto.
«Non lo dirò a nessuno. Io i segreti li so mantenere.»

Senza dire nulla, Katsuki strappò dalle mani del bambino il fazzoletto, soffiandosi poi il naso dandogli comunque le spalle.
Il piccolo sorrise, prima di mettersi a gambe incrociate alle sue spalle.
«Io mi chiamo Masakazu Okamoto, ma tutti mi chiamano Masu-chan.»

Porse la piccola mano verso il ragazzo e, quando quest'ultimo notò il guanto, anch'esso nero, coprire il palmo, si sorprese.

Incuriosito ricambiò la stretta.
I suoi occhi erano arrossati e lucidi.
«Bakugou Katsuki.»

Quei due rimasero a guardarsi per un po' di tempo finché, come risvegliato, si alzò in piedi e corse verso il letto di Deku.

Il biondo lo osservò, non capendo il motivo di quel suo gesto e, appena lo vide chinarsi e prendere qualcosa da sotto il letto, si alzò anche lui.
Nonostante non avesse tirato fuori ancora la testolina, il biondo fece un sorrisetto schernitore.
«Sentiamo, perché stavi piangendo anche tu?» Disse Katsuki.

Prendendo alla provvista Masu-chan, sbatté la testa sulle assi del letto e, quando si tirò in piedi, aveva un pezzo di carta tra le mani. Bensì una foto.

Il piccolo, diventino freddo tutto d'un tratto, assottigliò lo sguardo.
«Non voglio dirtelo.- Tornò con quella sua aria innocente e, stendendo gli avambracci, mostrò al biondo la foto. -Questo sei tu, vero?»

Vedendo quella foto il biondo sgranò gli occhi e, senza parole, strappò quella foto dalle mani del piccolo

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Vedendo quella foto il biondo sgranò gli occhi e, senza parole, strappò quella foto dalle mani del piccolo.
«Dove... Dove l'hai presa? Dove?! Dimmelo!» Katsuki prese per le spalle il piccolo, arrivando al punto di mettersi in ginocchio e supplicarlo con lo sguardo.

Masu-chan guardò nei suoi occhi e, appena vide tornare quell'accenno di lacrime, si buttò immediatamente tra le sue braccia.
Allacciò le sue braccia attorno al suo collo e affondò il viso nel suo collo.

Il biondo sorrise tra sé e sé e, posando una mano sulla schiena del piccolo, i suoi palmi vennero a contatto con delle strane scaglie.

Il Quirk di quel bambino doveva essere particolare, o per lo meno così pensava Katsuki.

«Se vuoi sfogarti io sono qui.»

A quelle parole, un ricordo triste piombò nella testa del biondo che, sorpreso quanto amareggiato, si scansò dalla stretta del bambino.

* * *

«Kacchan se vuoi sfogarti, io sono qui.» Disse, abbracciandolo mentre il biondo cercava di coprirsi il viso per nascondere le evidenti lacrime.

Per un attimo il bambino pensò di potersi lasciare andare per una volta. Smettere per un attimo di essere la roccia, il futuro Hero che tutti ammiravano, ma solo un semplice bambino che voleva un amico che lo guardasse come una persona normale.

Non che odiasse essere ammirato, chi mai lo odierebbe. Eppure a volte risultava pesante essere circondati da tutte quelle persone che ti facevano gli stessi complimenti.

E Deku in quel momento era perfetto.

Kacchan era uscito di corsa da casa sua, diretto al parco, dopo aver scoperto che la madre gli aveva gettato un pupazzo molto importante per lui.

Era una piccola carpa, verde e arancione, ormai vecchia e con alcune scuciture.
L'aveva vinte ad un festival assieme a quel Deku piagnucolone, dopo aver tentato di centrare dei bastoni con degli anelli. Katsuki non ci era riuscito, mentre il piccolo broccolo era riuscito a vincere. E decise di regalare la sua vincita al suo amico.

Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma quello stupido pupazzo era importante per lui. E sua madre lo aveva buttato come se fosse stato un paio di ciabatte vecchie.

Aveva corso per alcuni minuti finché, arrivato a d'un parchetto vicino a casa sua, vide Deku prendere a calci una palla.
Cercò di evitarlo ma, ormai, lo aveva visto e, senza pensarci un attimo, era corso in suo aiuto.

Le mani del bambino tremarono, pronte a stringere il busto dell'amico in un abbraccio, quando però arrivarono altri compagni di classe dei due.

Come colpito da un fulmine spinse Deku a terra, facendolo cadere sul suo sedere.
Si alzò e, dopo aver asciugato le sue lacrime, sul suo viso tornò il ghigno deridatorio.
«Sei un buono a nulla! Senza-quirk! Deku!»
Sentendolo prendere in giro il poveretto, corsero al fianco di Katsuki anche gli altri ragazzini e iniziarono a copiarlo.

Quel giorno, Katsuki arrivò piangendo e Deku se ne andò piangendo.

* * *

«Non ne ho bisogno.» Rispose freddamente Katsuki, prima di tornare a guardare la foto.

Era la più bella che avesse mai visto.
Ricordava anche il momento preciso.

Sentiva un senso di nostalgia talmente forte, da attanagliargli lo stomaco.
«Come l'hai avuta?» Chiese, questa volta più pacificamente.

«Izuku-chan la tiene sempre stretta durante le sue... Crisi.» L'ultima parola fu pronunciata con un tono quasi impaurito da parte di Masu-chan.

Incuriosito da questa suddetta "crisi", il biondo iniziò ad osservare più attentamente il bambino.
«Crisi?»

«Di questo non dovrei parlarne... Devo andare!» Senza dare altre spiegazioni si diresse verso la porta ma, prima che uscisse, Katsuki riuscì a fermarlo.
«Di che crisi stai parlando?» Chiese il biondo.

Masu-chan iniziò a tremare e, lentamente, sollevò il braccio, indicando un punto preciso della stanza: l'angolo pieno di sangue.

«La crisi è quando Izuku-chan diventa Akumu*.»

N.a.
Ma buonsalve!
Come va la vita?
La mia uno schifo, ma sorpassiamo!

*Akumu: incubo in giapponese.

Non so bene perché, ma sono particolarmente fiera di questo capitolo. Mi piace scrivere di Masu-chan!

Comunque vorrei sapere cosa ne pensate del capitolo, se vi è piaciuto oppure no.

Un'altra cosa, cosa ne pensate di Masu-chan?
Per ora vi sta piacendo, oppure lo trovate fastidioso e quasi inutile?
Fatemelo sapere nei commenti!
Bye!

Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now