Boom

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Il tempo si era fermato in quella stanza.

La luce solare non filtrava dalla finestra, sbarrata e coperta dalle tende nere.

Quello stupido collare stava facendo impazzire Bakugou, il quale si era graffiato ripetutamente il collo, cercando un punto debole in quello spesso pezzo di pelle.

Il nerd di merda era sempre lì, con lui, eppure lo ignorava come sè non fosse presente. Leggeva, dormiva, scriveva su un inquietante quadernino nero, raramente usciva e, spesso, un piccolo bambino dalla pelle simile alla pece entrava e usciva dalla stanza.

Quando capitava, si metteva persino a suonare.
Si inginocchiava e, da sotto un'asse del pavimento, tirava fuori una custodia di un violino.
In quei momenti, brevi quanto intensi, Bakugou dimenticava tutto.

Quei due anni, terribili e pieni di rimorsi e tristezza, venivano spazzato via dalle dolci note.
Davanti a sé, quel biondo, vedeva un giovane ragazzo.
Un ragazzo che conosceva bene.
Poteva vedere di nuovo i suoi occhi pieni di speranza, rivedeva la sua determinazione, il suo coraggio, il suo altruismo...
La sua gioia.

Vedeva Izuku Midorya, non Deku.

In uno dei tanti momenti in cui suonava, Katsuki lo osservò e, senza accorgersene, sospirò e uscirono poche parole, ma significative da quelle labbra.
«So che sei lì...»

Si pentì subito.
Sgranò gli occhi, sorpreso anche lui dalla sua stupida avventatezza.

Un brivido gli trapassò la colonna vertebrale quando, la dolce melodia, si interruppe con una nota alta, simile a quelle usate per creare tensione negli horror.

Le braccia che tenevano in mano lo strumento e l'archetto caddero ai suoi fianchi e, la sua testa, si voltò con una lentezza che parve eterna, verso il biondo.

Katsuki, cercando di mascherare la sua ansia, appoggiò la schiena sulla parete, evitando le inquietanti frasi, e incrociando le braccia.

Il ragazzo dai capelli verdi ghignò, posando poi lo strumento sul materasso e, avvicinandosi al biondo con l'archetto in mano.

«Sai Kacchan, di cosa è fatto questa parte dell'archetto?» Chiese Deku, indicando la parte usata per premere sulle corde dello strumento, l'unica parte bianca in tutto l'oggetto.

Il biondo lo guardò, disprezzante, prima di alzare le spalle e assottigliare lo sguardo.
«Non me ne frega un cazzo.» Rispose, con voce piatta.

«Risposta sbagliata.»

Senza alcun preavviso, il ragazzo dai capelli verdi alzò l'archetto e andò a colpire Katsuki sulla testa.

Ovviamente, quello che provò non fu un dolore insopportabile, ma comunque non piacevole.
Si inginocchiò a terra, posando le mani sulla parte colpita.
«Qual è il tuo fottuto problema?!»

«Risposta ancora sbagliata.»

Uno strano rumore riempì la stanza e, quando Bakugou lo riconobbe, era troppo tardi.

Deku usò il suo Quirk e, ripetendo il movimento, colpì la scapola destra del ragazzo. L'impatto fu talmente violento, che l'archetto si ruppe e, tutti quei fili, si aprirono come un ventaglio sul pavimento.

Katsuki era crollato in ginocchio, con la mano sinistra sulla scapola e, la destra, abbandonata sul suo fianco.

Il dolore gli stava facendo pizzicare gli occhi, ma si trattenne senza dare libero sfogo alle lacrime.
Il ragazzo piegò le ginocchia, posando i gomiti sulle ginocchia e piegando la testa di lato.
«Posso dirti la soluzione?- Non attese una vera risposta, visto che Katsuki mordendosi il labbro cercava di trattenersi dal saltargli al collo. -Era crini di cavallo!»

Si alzò in piedi e, dando uno spintone al biondo, con il suo piede, Bakugou entrò in contatto con una sostanza appiccicosa.
Disgustato sollevò la mano, vedendo sul suo palmo un misto di sangue, muffa e polvere. Disgustato provo a pulirsi ma, appena tentò di alzare anche solo un minimo la spalla, una fitta di dolore lo bloccò.
Il fiato gli si mozzò e la vista si appannò.

«Va a farti fottere...» Disse il ragazzo, guardando il pavimento e cercando di alzarsi in piedi.
«Magari dopo, ora ho di meglio da fare come...- Si grattò dietro il collo, abbassando poi lo sguardo sul biondo che, al contempo, lo aveva alzato. Le sue labbra si piegarono in una smorfia psicopatica e, i suoi occhi, divennero ancora più rossi. -Fare visita al nostro amato sindaco!»

Katsuki guardò stupefatto il ragazzo che, iniziando a ridere, si stava allontanando da lui, diretto all'uscita.

Il biondo capì il significato di quelle parole e, cercando di fermarlo, corso nella sua direzione ignorando il dolore.

Si dovette però fermare appena cercò di evitare di calpestare tutte quelle armi a terra. Fu in quel preciso momento, che gli venne in mente un'idea.
Con le mani coperte da quello strano tessuto, afferrò una pistola pesante e la puntò dritta verso il petto del ragazzo.

Appena tolse la sicura, la risata si fermò e, quegli occhi rubino, tornarono su di lui.
«Cosa vuoi farci? Giocare al pistolero?»

Bakugou non dava nessun segno di insicurezza, ma dentro di sé si sentiva morire nel puntare un'arma verso il ragazzo che... Che...
Nella sua testa, Katsuki non riuscì a completare la sua frase.

Cosa era per lui Izuku?

«Fai un altro cazzo di passo, e creperai su questo tappeto.» Disse minaccioso, posando l'indice sul grilletto grigio.

Il ragazzo dai capelli verdi, quasi salterellando, si avvicinò a lui finché, la fredda arma, non fu a contatto con il suo petto.
«Premi quel grilletto. Avanti.- Afferrò la canna della pistola, prendendola ancora di più verso il suo cuore. -Fallo. E Izuku morirà.»

La mano del biondo tremò leggermente e, notando quel segno di insicurezza, il verde strappò l'arma dalle mani del biondo e, portandola alla sua fronte, posò l'indice dove poco prima c'era quello del biondo.

«Boom.»

Deku premette il grilletto.



Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now