Let me help you

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Con la canna della pistola puntata alla fronte, Bakugou vide per la prima volta in tutta la sua vita, il timore.

Non era, però, causato dalla morte, bensì dal timore che sarebbe morto senza rivedere il vecchio Deku.
E di certo non poteva permetterlo.

Nei giorni precedenti, era riuscito a rovinare il tessuto che gli copriva le mani talmente tanto da creare un piccolo buco. Aveva grattato con le unghie e usando la catena, talmente tanto che le sue mani avevano  iniziato a sanguinare, da creare un foro abbastanza grande da strappare il sacchetto.
Era il momento di agire e, sicuramente, non se lo sarebbe fatto scappare.

I due si guardarono negli occhi, entrambi a studiare i movimenti dell'altro.

Una voce acuta chiamò il nome di Deku, dall'altra parte della porta.
«Ehi Deku-chan, vieni? Si sta facendo tardi.»

L'attenzione di Deku si spostò alla voce sconosciuta e, senza abbassare la pistola, voltò il capo.

Bakugou con un movimento secco degli avambracci, riuscì a strappare quel tessuto e, dopo tanto tempo, il suo Quirk era di nuovo attivo.
Strappò dalle mani del ragazzo l'arma, buttandola lontana e, con un pugnale trovato lì vicino, incise un taglio non profondo sul suo palmo.
Successivamente buttò lontano l'arma, così che Deku non l'avrebbe preso.

Le mani, coperte da una leggera patina di sudore bollente, si aprirono e, i palmi, iniziarono a diventare più rossi.

Sorpreso, Deku guardò il biondo muoversi nella sua direzione e, incapace sul da farsi, notò la porta aprirsi e i piccoli piedi di Masu-chan fare il loro ingresso nella stanza.

Aveva due possibilità: bloccare l'attacco di Bakugou, ma permettete a Masu-chan di vedere che aveva rapito una persona, spaventandolo e cancellando l'ammirazione che aveva per lui.
Oppure correre a chiudere la porta, bloccando il piccolo, ma dando la possibilità di ferirlo a Bakugou.

Per la prima volta dopo tanto tempo, quegli occhi divennero verdi.
Un verde smeraldo, verde come la speranza, luminoso come le stelle la notte.

Katsuki fu il primo a notarlo.
Sgranò gli occhi e, mentre Izuku si voltava verso la porta, era troppo tardi per fermare l'attacco.

Izuku usò il suo corpo come peso e, lanciandosi sul legno della porta, la chiuse con un tonfo.

Nel mentre Katsuki riuscì a diminuire la forza dell'esplosione ma, non a deviarla.

Un rumore sordo investì Izuku che, inizialmente, non sentì nulla sè non una forte spinta, ma che fu seguito poi da un forte dolore al braccio.

Un ricordo, un piccolo spezzone investì la sua testa.

Si ritrovò in un palazzo, apparentemente abbandonato.
La luce solare illuminava il suo costume verde, con il cappuccio rovinato e la puzza di fumo ad impregnargli le narici.

Davanti a lui, Bakugou lo guardava con occhi primi di odio.

Entrambi stavano correndo l'uno verso l'altro, pronti a dare il colpo finale all'altro.

Izuku stava guardando tutto in terza persona e, quando vide il braccio del suo sè stesso sollevarsi, e colpire il tetto, rimase sorpreso.
Perché mai lo avrebbe fatto?

Il colpo di Katsuki andò a segno e, quando una voce femminile urlò la loro vittoria, quel Deku crollò a terra svenuto.

Izuku provò a corrergli in contro, per soccorrerlo, ma una mano lo fermò.

La conosceva troppo bene.
Inghiottì il groppo che aveva in gola e, voltandomi, lo vide.

Occhi rubino, un camice celeste macchiato dal sangue e dal vomito giallo, con i denti sporchi di cremisi e dei tagli netti sui polsi.

«Dove credi di andare?! Noi due non abbiamo ancora finito!»

Centinaia di mani, nere, afferrarono Izuku per gli arti, facendogli sbattere violentemente il mento a terra.
Per un attimo non vide nulla ma, appena tornò a respirare, cercò di afferrare qualsiasi cosa.

Ma tutto trapassava i suoi palmi, come sè fosse un fantasma.

Quando guardò dove lo stavano trascinando, vide solo un baratro buio.

Per l'ultima volta, guardò davanti a se.

Sgranò gli occhi quando vide Kacchan guardarlo cercare di coprirsi il viso, mentre le sue gote erano rigate dalle lacrime.

Non riusciva neanche a guardarlo negli occhi.

Quando ormai le sue gambe erano sospese nel vuoto, Izuku stese il braccio e allargò il palmo verso il biondo singhiozzante.

Anche lui iniziò a piangere, come sè avesse raggiunto l'ultima spiaggia e fosse giunta l'ora di entrare nel mare e affogare.

«Kacchan aiutami! Ti prego!»

Bakugou guardava il viso del broccolo preoccupato.

Squadrandone ogni singolo centimetro, cercava un segno di quegli occhi verdi.

Ma era tutto finito.

Masu-chan era scappato, probabilmente corso da qualche parte della casa.

Quando perse le speranze, Bakugou abbracciò il corpo di Izuku, e alcune lacrime uscirono involontariamente dai suoi occhi.

Si era lasciato sfuggire una possibilità, una luce, un sogno, aveva rovinato tutto come sempre.
Non sarebbe mai cambiato.

Sentì un leggero respiro solleticargli il collo e, stupito, sollevò la testa di scatto con gli occhi sgranati.

Anche lui stava piangendo, ma le sue palpebre erano ancora chiuse.

Le sue palpebre erano socchiuse e, tremando leggermente, dissero poche ma semplici parole.

«Kacchan... Aiutami ti... Prego...»

Il biondo sorrise leggermente e, poggiando la fronte contro quella del ragazzo, a a bassa voce.
«Lasciati aiutare.»

Senza lasciargli tempo di sollevare la testa, Bakugou sentì qualcosa bruciare sul suo collo.

Si toccò quel punto e, guardandosi le dita, le vide macchiate di sangue.
Senza aspettare, si scostò velocemente dal ragazzo e, appena notò quegli occhi rubino essere tornati, si sentì cadere nel vuoto.

Si ricominciava.

Your Smile /Bakudeku's AU/Onde histórias criam vida. Descubra agora