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«Dove cazzo sono..?» Disse tra sé e sé, guardandosi attorno, prima di sentire dei passi farsi sempre più vicini a lui.

Iniziando a preoccuparsi, Bakugou divaricò leggermente le gambe, incurvò la schiena e allargò i palmi delle mani, pronto a difendersi da chiunque gli sarebbe venuto incontro. La sua espressione divenne completamente seria, celando la preoccupazione che aumentava sempre di più. Quando Bakugou scorse qualcuno di familiare in lontananza, non si scompose minimamente, continuando a rimanere sull'attenti. «Katsuki, eccoti! Seguimi non abbiamo molto tempo.» Urlò Masu-chan, prendendo la mano del riccio e iniziando a strattonarlo, senza dargli una minima spiegazione2.

Bakugou si lasciò portare dal bambino verso una meta a lui sconosciuta, nonostante tutti i punti di domanda che gli affollavano la mente. Aveva capito che se lo avesse seguito, forse avrebbe potuto trovare Izuku. Non passarono molti minuti quando il biondo scorse due porte differenti, una affianco all'altra. La prima aveva un legno bianco e immacolato, quasi pregiato alla vista. Sopra il suo legno erano incise delle decorazioni geometriche, le quali davano un senso di misteriosità a quel mobilio. La seconda invece era l'esatto opposto: il legno era verde e ammuffito. Piena di crepe, quella porta era inquietante e faceva rabbrividire il biondo. Masu-chan la trascinò proprio in direzione di quest'ultima e Bakugou dovette puntare i piedi a terra per fermare il ragazzino.

«Scordatelo. Non oltrepasserò neanche con un dito quella porta, sappilo. Non cadrò in un'altra trappola di quegli psicopatici.» Disse freddo il biondo, proprio quando Masu-chan posò la propria mano sulla maniglia mangiata dalla ruggine. 
Il bambino si voltò, confuso dall'affermazione del ragazzo. In seguito assottigliò lo sguardo e, lasciando la presa sulla maniglia e al contempo dalla mano di Bakugou, strinse i pugni. Sembrò assimilare lentamente le parole dell'adolescente, finché in un attimo non esplose.

«Forse per te sono un bambino normale. E certo, forse qualcosa di normale in me c'è ancora, ma questi occhi...- E parlando indicò con due sue dita le sue pupille vitree. -Hanno visto incubi che tu non puoi neanche immaginare. Non ho mai conosciuto la mia vera mamma e il mio vero papà e sono stato cresciuto da una dottoressa cattiva. La prima volta che ho visto il sole è stato due anni fa e di sicuro non grazie a supereroi come voi. Vivo con persone pericolose ma che mi hanno salvato. Loro mi hanno insegnato xhe la vita è "cattiva", con tutti.-

Le parole che uscivano dalle sue piccole labbra erano quelle di qualcuno che aveva visto troppo per raccontarlo in una sola volta. Quel bambino aveva più cicatrici che ricordi felici eppure, nonostante tutto, continuava a sorridere. Persino a persone come Deku e Shigaraki.
E ciò incuriosiva Bakugou.

-Loro sono la mia famiglia e, tu, sei l'ultimo che può chiamarli "pissicotapici". Capito? Io, così come Shiga-chan, stiamo vogliamo aiutare Izuku. E tu non ci stai aiutando, quindi muoviti e seguimi se vuoi davvero rivederlo.» Disse seriamente, alternando frasi complesse ad altre da cui traspariva la sua dolce e solo apparente ingenuità.

Bakugou rimase scioccato dalle parole del piccolo. Shigaraki voleva salvare Izuku? Perché mai avrebbe voluto una cosa del genere se fino a due anni fa non faceva altro, se non tentare in mille modi diversi di minacciarlo e ucciderlo.
Cos'era cambiato?
E soprattutto, lì dietro avrebbe trovato Izuku? Non poteva crederci, ma lo voleva e, proprio per questo seguì Masakazu.
Prima di entrare, però, Bakugou si rivolse al piccolo un'ultima volta.
«Grazie demonietto.» Disse a bassa voce.
Masu-chan aumentò la stretta attorno alla mano che aveva afferrato di nuovo poco prima. Quando però si voltò, il biondo notò un'espressione dispiaciuta sul suo volto.

«Un'ultima cosa... Lì dentro vedrai delle cose davvero brutte, ma per arrivare a Izuku dovremo superarle... Credi di farcela?» Chiese timoroso. Nonostante il discorso serio fatto poco prima, Masu-chan sapeva cosa ci fosse dietro quella porta e, sapeva bene, che per Katsuki sarebbe stato difficile.

Bakugou lo guardò per diversi secondi, sorpreso, prima di abbassare il capo e risollevarlo poco dopo, con il suo ghigno sfottente a piegargli le labbra sottili e screpolate, tipico suo.
«Muoviamoci, il nerd non può aspettarci per sempre.» Masu-chan sorrise radioso, prima di abbassare la maniglia e superare l'uscio seguito da Bakugou.

Pochi secondi dopo, i due vennero inghiottiti dal vuoto.

* * *

Quando riaprì gli occhi, non sembrò riconoscere la camera attorno a lui. Era chiaramente una camera da letto, eppure nessun mobilio presente gli era familiare. Quando udì una voce femminile urlare dal piano inferiore, rizzò la schiena e sgranò gli occhi.
Era tremendamente assonnato, sentiva il peso di una notte passata in bianco sulle spalle eppure, i suoi ricordi non lo riportavano a nulla accaduto quella notte.

La voce femminile lo richiamò e, per un attimo, questa gli sembrò familiare. Si passò una mano tra i capelli spettinati e si stropicciò gli occhi, per poi alzarsi e scendere al piano inferiore. Indossava dei pantaloni a quadri verdi e una maglia bianca.

Sentiva l'odore di una colazione invitante provenire dalla cucina e, senza pensarci, quasi istintivamente, si sedette al tavolo, dove solo due ciotole aspettavano di essere riempite.
«Finalmente ti sei svegliato!- Disse sempre la medesima voce e, il ragazzo, in risposta, sbuffò annoiato. -Tutto bene?»

«Sì... Sì...» Sbadigliò quelle due parole ma, non appena vide chi oltrepassò l'uscio del salotto, sentì l'aria mancargli.
Non stava capendo più nulla...
«Sei sicuro Izuku? Sei così pallido...»

Inko-chan lo guardava preoccupata, mentre tra le mani stringeva due scodelle colme di zuppa di Miso e riso al vapore. Senza proferire parola, Katsuki si precipitò del bagno più vicino e, incespicando nel trovare l'interruttore, poté finalmente vedere il suo volto.
Al posto dei capelli biondi, questi erano verdi; tante lentiggini punteggiavano il suo naso e il viso magro e pallido sostituiva il suo caratterizzato da un'espressione perennemente intraducibile.
Si toccò più volte il viso, si schiaffeggiò le guance, ma non sembrò svegliarsi.
Era diventato Deku.

Sentì bussare alla porta e, aprendola, vide la donna di poco prima porgere a Katsuki un abito ben ripiegato e ordinato.
«Sicuro che vada tutto bene?- In risposta Bakugou annuì lentamente, non trovando ancora le parole giuste per esprimersi. In seguito lei allungò le braccia, porgendo la divisa al ragazzo - Tieni, la tua divisa. Inizia a prepararti, o farai tardi Izuku.»

Inko gli accarezzò il volto, prima di sorridergli e chiudersi la porta alle spalle. Bakugou era ancora incantato, fermò a fissare il legno della porta.
In seguito abbassò il capo e, una paura agghiacciante gli attanagliò la gola. La giacca non era grigia, non c'era nessuna cravatta rossa e nemmeno dei pantaloni blu. Solamente un completo nero, dai bottoni gialli e dal colletto alto.

Bakugou inghiottì il groppo che non gli permetteva di inghiottire la saliva e, guardando quel tessuto, non poté fare a meno di riconoscerlo.
Non solo era nel corpo di Izuku... No, peggio ancora.
Era tornato indietro, più esattamente ai tempi delle medie.

S.a.
Hiii!

Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Ringrazio Palma2019 per aver dato una mano con il capitolo!
Sappiate che nei prossimi capitoli ci sarà principalmente Bakugou e questa "situazione" in cui si è trovato. Spero non vi dispiaccio così come spero vi sia piaciuta l'idea!

Ditemi i vostri pareri nei commenti, mi raccomando!
Byee

Your Smile /Bakudeku's AU/Where stories live. Discover now