No more time

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Quando si chiuse la porta alle spalle, il ragazzo dai capelli celesti appoggiò la schiena sul legno della porta.

Tirò un sospiro, passandosi poi una mano sul collo dalla pelle rovinata e piena di cicatrici.

Socchiuse gli occhi, sentendo all'interno alcune voce sommesse accompagnate poi da un silenzio tombale.

Il rumore della catena di Deku aveva smesso di creare quella uomo fastidioso e, i singhiozzi di Masu-chan, non c'erano più.

Non si mosse, incuriosito quanto preoccupato da quell'improvviso silenzio.

Che fosse successo qualcosa?
Qualcosa di importante? O pericoloso?

Tutto d'un tratto un tonfo lo spezzò e un urlo fece drizzare la schiena al ragazzo che, senza esitare, era pronto ad abbassare la maniglia della porta.

A fermarlo però, fu una mano esterna, quella di Dabi.

Shigaraki non sapeva come fosse arrivato lì, di soppiatto, ma appena i suoi occhi rossi incontrarono quelli inespressivi del moro, un senso di calma gli pervase il corpo.

«Dobbiamo andare, non possiamo intervenire.» Disse con voce piatta, prima di lasciare la spalle del celeste e affiancarlo, lungo il corridoio scuro, lontano dalla stanza di Deku.

Con il capo chino e le mani nascoste nella felpa, Shigaraki lo seguì.

Quando arrivarono nel salotto, Toga era seduta su una piccola poltrona, intenta a guardare il soffitto e a canticchiare una canzoncina per bambini.

Kurogiri in quel momento non era presente, era uscito dicendo che doveva andare a sbrigare delle faccende. Non aveva specificato ed era uscito subito, così da evitare qualsiasi tipo di domande.

A volte quella nuvola nera era strana.

«È iniziato?» Chiese con tono piatto la biondina, senza degnare di uno sguardo i due ragazzi.

Il moro continuò a camminare, arrivando allo schienale della poltrona dove la biondina era stravaccata. Appoggiò i gomiti coperti da una felpa nera e, allungando il collo, incrociò lo sguardo con la ragazza.
«È peggiorato.»

Disse solo questo, ma bastò a far dipingere sul volto di Toga un'espressione preoccupata.
Si raddrizzò subito in una posizione più consona, guardando poi il ragazzo dai capelli celesti.
«Sul serio?»

«No guarda, per finta.» Disse ironicamente il moro, dando un piccolo colpo dietro la nuca della bionda.
«Taci, non sto parlando con te.» Ringhiò Toga, senza distogliere lo sguardo da colui che stava assistendo allo spettacolo.

«Cosa vuoi che ti dica? No guarda, sta benissimo, anzi tra poco entrerà da quella porta e ci porterà a mangiare un buonissimo gelato!»

Esasperato, Shigaraki iniziò a grattarsi il collo mentre urlava quelle parole, uscite senza controllo.
La bionda abbassò il capo, guardandosi le mani dai palmi morbidi.
«Quanto manca?»

Nessuno rispose e, a rompere quella situazione sempre più pesante, fu l'arrivo di Kurogiri con, tra le mani, delle buste piene di cibi e bevande.

Entrando nella stanza, trovò i tre adolescenti guardarlo, senza mostrare nessuna espressione.

Toga sedeva sulla poltrona in una posizione troppo formale per essere sua.
Dabi era vicino alla ragazza più del solito e, i suoi occhi, non erano tanto inespressivi come sempre.
Infine Shigaraki. Il quale aveva delle occhiaie ancora più scure sotto gli occhi e che, nonostante indossasse quella felpa sformata, era visibile il suo corpo ancora più magro del solito.

Senza che gli dicessero nulla, la nuvola capì.
«Quando?»

«Sta notte, mentre stavamo organizzando il prossimo attacco.» Rispose Dabi sospirando s staccandosi dallo schienale della poltrona.

L'adulto fece un flebile movimento del capo, come un cenno, prima di dirigersi verso il bancone del bar.

In due anni, quella stanza, era cambiata molto.
Inizialmente era solamente in legno e, l'unica cosa a colorarla, era la vasta collezione di alcolici di Kurogiri.

Poi, con l'arrivo di Deku, quella stanza cambiò. Delle librerie riempirono le pareti spoglie, delle poltrone e un divano non rovinati riempirono lo spazio, un calendario era attaccato vicino al bancone e, infine, una luce viola illuminava le diverse bottiglie posizionate sulle mensole.

«Lui l'ha visto?»

«Sono nella stanza. Masu-chan si è affezionato a quel porcospino...- Sospirò Shigaraki, passandosi una mano sulle palpebre chiuse, prima di riportare lo sguardo su Kurogiri. -Sarà ancora più difficile ucciderlo.»

Al pensiero del bambino nessuno poté dire alcuna cattiveria.

Lui era speciale e, questo, lo sapevano tutti troppo bene.

In fine, giunse l'ultima domanda di Kurogiri che, nel mentre, aveva posato tutte le cibarie del microfono nascosto a chi si sedeva al bancone.
«Quanto tempo manca al Big Bang?»

Tutti si voltarono verso il calendario dove, cerchiato diverse volte, il giorno 20 Aprile spiccava rispetto a tutti gli altri.

«Più o meno quattro mesi... Non abbiamo più molto tempo.» Constatò la ragazza, prima che sul suo viso tornasse il sorriso psicopatico che la caratterizzava.

Your Smile /Bakudeku's AU/Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin