Capitolo 44

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Sorrido al signore che ho davanti mentre gli porgo la chiave della sua stanza, come se fossi sinceramente felice di essere qui e non scocciata a dismisura.

La verità è che in tutta la mia carriera in questo albergo c'è stato un solo ospite a cui ho sorriso sinceramente e non per cortesia.

Ormai sono passati diversi mesi. Era inverno, c'era un freddo atroce e le nuvole oscuravano il sole tanto che quasi poteva sembrare di essere in piena notte, proprio come oggi.

Sono le tre del pomeriggio, ma la luce artificiale è necessaria per rendere l'atmosfera accettabile e non tetra come questo tempo imporrebbe di per sé. È una luce calda, gradevole, che mi ricorda quella del sole in pieno agosto e spesso mi trovo a sorridere immaginandomi di essere proprio in quel periodo dell'anno.

Purtroppo, però, oggi è il due di dicembre, l'estate è ormai trapassata e dei tuoni provenienti dall'esterno mi distolgono dall'idea del mare e dei raggi del sole che vi si riflettono.

In poche parole, questa è una di quelle giornate che odio con tutta me stessa, con l'aggravante che è solo un assaggio di ciò che saranno i prossimi mesi.

Infatti, a febbraio ormai mi pregustavo la primavera alle porte e riuscivo a sopportare tutto sommato il freddo e il brutto tempo grazie all'aspettativa del caldo e del sole alto nel cielo che si avvicinavano ogni giorno sempre di più. Ma ora la fine di questo inferno è troppo lontana, così tanto che quasi mi pare di non vederla. E questa consapevolezza non aiuta certo ad affrontare il clima attuale col sorriso, al contrario.

Altro fattore che non favorisce il mio buonumore, oltre al tempo, è Ermal. Come al solito.

Dopo il mio compleanno, è dovuto tornare al suo tour autunnale, io sono tornata alla mia solita routine e i miei amici sono tornati a non fare niente come al solito fingendo di frequentare l'università o lavorare.

Ho ripreso a frequentare quest'ultimi più spesso, spinta molto dai miei genitori e Aurora, e penso sia stata una scelta saggia. Uscire con loro mi permette di distrarmi dalla lontananza di Ermal e di prendere una pausa da Filippo perché, diciamocelo, ogni tanto ci vuole.

Ad ogni modo, non c'è nulla di nuovo rispetto allo scorso inverno. È tutto esattamente e noiosamente uguale. Le uniche eccezioni siamo io e Aurora. Lei che finalmente ha trovato un ragazzo fisso e io che mi sono decisa ad abbandonare la mia solitudine dovuta alla volontà di concentrarmi solo su Filippo.

Lui continua a giocare a calcio, il campionato va avanti, la sua squadra continua a perdere quasi ogni partita e lui ormai si è abituato a prendere pallonate in faccia perché non riesce a pararle. Forse non sarà il suo sport, ma almeno si diverte e questo è l'importante.

Per quanto riguarda Ermal, non l'ho più visto dal mio compleanno. È sempre più impegnato col lavoro e non trova tempo per me e Filippo, ma va bene così. Mi sono rassegnata a non vederlo per mesi e poi dovermi accontentare di un paio di giorni insieme. Non era ciò che speravo per una relazione, ma deve andare bene così. Non c'è alternativa, d'altronde.

Certo, ultimamente la situazione è peggiorata ancora, tanto che ci sono giorni in cui nemmeno ci sentiamo, ma è il suo lavoro che lo tiene impegnato. Non sono nessuno per chiedere più tempo.

Giorgio nell'ultimo periodo ha iniziato a storcere parecchio il naso quando sente parlare di lui, non gli va a genio questa sua assenza costante. Non crede alla scusa del lavoro che lo tiene impegnato, la ritiene una banalità, e pensa sempre negativamente, come suo solito. È un uomo buonissimo, ma ha un forte spirito protettivo nei miei confronti e si fida poco di chi non conosce. Sono sicura che se avesse passato più tempo con Ermal, la penserebbe come me sul suo conto.

L'altra metà || Ermal MetaWhere stories live. Discover now