Capitolo 31

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«Poi abbiamo costruito tre castelli, uno per te, uno per lui e uno per me, poi li abbiamo uniti, poi ne abbiamo fatto uno per i nonni e abbiamo unito anche quello. Poi abbiamo scavato il canale fino al mare, così possiamo fare il bagno senza dover camminare fino alla spiaggia, perché quando fa caldo è faticoso. E poi... poi abbiamo fatto il bagno, senza braccioli mamma! Sono diventato grande!»

«Senza braccioli?!» esclamo mentre mi giro di scatto verso Ermal che alza le mani in segno di resa, ridacchiando leggermente.

«Mi ha detto che tu non glieli metti più» si giustifica lui, guardando con uno sguardo di rimprovero il più piccolo che inizia a ridere.

«Ok, non è affogato quindi tutto bene» sospiro. «Vai, continua a raccontarmi cosa avete fatto» dico a mio figlio per poi girarmi verso Ermal, «chissà che non scopra qualche altra tua genialata».

«Solo per un bagno senza braccioli» rotea gli occhi e mi pizzica un fianco.

«Abbiamo nuotato e abbiamo fatto i tuffi» inizia di nuovo a raccontare e io apro già la bocca per chiedere spiegazioni, ma Ermal mi interrompe.

«Non dire niente, l'ho solo lanciato e fatto ricadere in acqua tenendolo stretto».

Filippo ci guarda e ridacchia prima di ricominciare il racconto.

Nel frattempo, mi prendo qualche istante per osservare la situazione molto simile a un quadretto idilliaco, e in questo preciso momento non riesco a non pensare a quanto io sia fortunata. Seduta contro la testata del mio letto, Ermal accanto a me e mio figlio seduto davanti a noi che di tanto in tanto saltella di qua e di là, venendo anche in braccio a uno o all'altro qualche volta per ricevere delle coccole.

A vederci da fuori potremmo quasi essere scambiati per una famiglia e mi stupisco quando mi accorgo che l'idea mi emoziona a dismisura.

Ma non sarà mai così, quindi è ora di lasciar perdere queste mie sciocche fantasie.

«Poi ci siamo asciugati e abbiamo preso un gelato, abbiamo fatto una buca enorme, enorme mamma! Poi abbiamo fatto un altro bagno e abbiamo mangiato le caramelle!» esclama entusiasta di aver infranto tutte le regole mentre io cerco di non ridere con lui, devo fargli capire che è sbagliato.

«Amore è fantastico che ti sia divertito, ma non è giusto far finta di non avere delle regole solo perché Ermal non le conosce» gli spiego mentre lo guardo negli occhi.

Quegli occhi che trasmettono tutta la felicità di cui ora la sua anima è carica. Sono come uno specchio per ogni sua emozione e so bene che tutto ciò che traspare da essi in questo momento sia dovuto alla superstar al mio fianco. E non mi viene nemmeno difficile, poco più tardi, immaginarli sulla sabbia a passare il tempo, grazie ai loro racconti dettagliati che mi fanno rimpiangere ancora di più di non essere stata presente in quei momenti.

È proprio grazie a questi che mi riesco persino ad immaginare Ermal che rincorre Filippo per tutta la spiaggia con il tubetto di crema solare in mano nel tentativo di mettergliela, ma lui non si fa prendere perché odia farsela spalmare addosso. Non so se per il fatto che dopo debba aspettare che si asciughi per fare il bagno o perché non sopporti la sensazione di unticcio sulla pelle, forse entrambe, ma come dargli torto, anche io ero così da piccola. Lo riesco anche a vedere quando finalmente lo afferra e lo prende in braccio fino agli asciugamani, lo posa su uno di questi, si siede con lui e lo riempie di crema, forse esagerando un pochino.

«Mamma ero tutto bianco! Sembravo il gelato alla panna!» esclama allargando le braccia con fare di protesta e io non posso che ridere.

L'altra metà || Ermal MetaWhere stories live. Discover now