Capitolo 34

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«Sì Au, sono seria» ridacchio mentre sento la mia migliore amica emettere urli striduli dall'altro capo del telefono. «E per l'ennesima volta, no, non sto scherzando» concludo con tono cantilenante prima che possa pormi ancora una volta la stessa domanda.

«Ma come è successo? Cioè, perché? Due giorni fa eri completamente contraria!» esclama sempre più eccitata.

Un attimo, perché è esaltata lei per me?

Oh già, perché devo ancora superare lo scoglio più duro. Giusto.

«Ho parlato con Ermal, con mia mamma e mio padre, e mi hanno fatto riflettere sulla questione»

«Dimenticato nessuno?» chiede e so perfettamente a chi si riferisca: quello scoglio che ancora non ho avuto il coraggio di affrontare.

«Non ne ho ancora parlato con Filippo, sai che mi terrorizza la cosa»

«Devi farlo Ele, non puoi continuare a rimandare, avevi detto che gliene avresti parlato anche ieri»

«Lo so, ok? Ora sto andando a prenderlo a scuola, gliene parlerò più tardi»

Sento uno strano rumore gracchiante e poi delle voci in lontananza, come fosse caduto il telefono. Cosa che scopro essere vera non appena la mia amica torna a parlare, ridendo.

«Ora devo andare, o il bambino mi lancia il telefono in mare. Per qualsiasi cosa chiamami o scrivimi o mandami segnali di fumo, insomma, contattami. Ad ogni modo, io credo in te»

«Grazie Au, più tardi ti dico come è andata» faccio appena in tempo a dire l'ultima parola prima che la chiamata venga staccata.

Scuoto la testa, divertita come sempre dal comportamento della mia amica che può passare dai discorsi più seri e profondi a chiuderti in faccia il telefono senza nemmeno salutare.

Oggi non posso nemmeno farle una colpa, è in vacanza col suo ragazzo in fondo.

Alla fine sono partiti ieri mattina, in anticipo rispetto ai programmi. Hanno preso la macchina e iniziato a guidare a caso, fermandosi solo per dormire nel posto in cui si trovavano quando si sono sentiti stanchi, che corrisponde a un paesino sconosciuto sulla costa francese. A quanto ho capito, il loro piano è cambiare ogni giorno posto. La vacanza ideale per due spiriti liberi come loro due, insomma.

Quindi, mentre la mia migliore amica, causa della mia indecisione sulla situazione attuale, guidava col suo ragazzo verso la Francia, io parlavo con mia mamma, mio padre ed Ermal per sentire i loro pareri.

Mio padre ha storto il naso, non tanto per la vacanza con Ermal in sé, quanto per il fatto di lasciarmi sola tra le braccia di un uomo che non sia lui. Ad ogni modo, il riccio pare andargli abbastanza a genio, quindi non si è nemmeno opposto troppo. D'altronde ho pur sempre ventiquattro anni e, per quanto lui possa ritenermi in eterno la sua bambina, ormai sono grande a sufficienza per decidere da sola.

Ermal, invece, ha iniziato a parlare a raffica, tanto che per i primi minuti della telefonata non ho capito granché. Sono riuscita a distinguere qualcosa come fare una statua ad Aurora, e in effetti ha ragione. Senza di lei, sarei rimasta chiusa nel mio guscio, ma è ora che io cresca e la smetta di fare la mamma-chioccia con mio figlio.

Quindi, tralasciando mio padre ed Ermal che sicuramente sono di parte in questa questione, mia mamma è stata fondamentale.

Mi ha fatto ragionare e ha detto all'incirca le stesse parole di Aurora, magari evitando le parti volgari che la mia amica ha menzionato di continuo, ma i concetti di base erano gli stessi. D'altronde, sembra amare Ermal così tanto che potrebbe quasi divorziare da papà per sposarlo.

L'altra metà || Ermal MetaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora