Capitolo 32

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È incredibile quanto il tempo ci tenga tutti in pugno, come ognuno di noi sia in preda ad esso, nella sua completa balia, consapevole possa fare di noi ciò che lui vuole.

È spietato, il tempo.

È in grado di far sembrare dei giorni lunghi come anni, quando si è in attesa di qualcosa che si desidera fortemente.

Così come è in grado di far passare giorni con la stessa velocità di un respiro, quando riusciamo finalmente a raggiungere quegli eventi tanto desiderati.

Ci rende le attese interminabili e le glorie brevi.

Ci rende suoi schiavi.

E con me ed Ermal è davvero subdolo.

Basti pensare a come abbia fatto correre le sue lancette quando Ermal era qui con me e Filippo, ormai mesi fa.

Sono stati sei giorni così intensi eppure così brevi, come se avessimo concentrato gli eventi di un anno in un'ora.

Un'ora in cui mi sono sentita a casa, parte di una famiglia così come è intesa dai più, mica come la intendo io.

La famiglia Barilla, quella dello spot pubblicitario, che anche alle sei del mattino sprizza gioia da tutti i pori e ha quell'irritante (per noi che purtroppo non riusciamo a sfoggiarlo di prima mattina) sorriso stampato in faccia. Questo è il tipo di famiglia a cui mi riferisco, quell'utopia che spesso nemmeno nei sogni si riesce a vedere.

La gioia che riecheggia tra i muri quando Ermal è presente, quando colora un po' di più le nostre giornate e le rende più leggere, quando mi accarezza le ferite.

Ermal è un uragano di elementi ed emozioni che, anche da lontano, riesce a scombinare tutto, riesce a farsi sentire, a travolgere gli avvenimenti con la sua energia.

Come ora, che siamo lontani da mesi eppure è come se fosse qui, al mio fianco stringendomi la mano, e la sua influenza su di me è la stessa se non aumentata.

Dopo che è partito, quel giorno di fine giugno, è infatti iniziato il tour estivo che non gli ha dato modo di venirci a trovare se non di fretta una volta in cui una tappa si trovava in Liguria. Dal canto mio, con il mio lavoro non riesco a prendere ferie in estate, specialmente perché sono l'ultima arrivata, quindi non sono riuscita a raggiungerlo in alcun modo. Non ci siamo più visti e non abbiamo più avuto del tempo per noi, fisicamente parlando. A livello emotivo, al contrario, di tempo ne abbiamo ricavato eccome.

Mi fa ancora strano pensare a come siamo riusciti a stabilizzare la nostra relazione nonostante ci trovassimo a ore di distanza. Non l'avevo mai reputata una cosa possibile ma, ormai l'ho capito, con Ermal anche le cose più assurde lo sono. Ermal è caparbio, costante, determinato. Se si mette in testa una cosa, non c'è niente che possa fermarlo per perseguirla. E io ho la fortuna smisurata di far parte di quella cerchia di obiettivi che si è fissato, a quanto pare.

Ci sentiamo tutti i giorni per telefono, qualche volta riusciamo anche a fare una videochiamata. Dove non ce n'è il tempo, lo inventiamo, talvolta anche stando svegli la notte. Idea di Ermal, ovviamente. Io non avrei mai pensato di sacrificare le mie ore di sonno, eppure non ne risento così tanto se il motivo è lui, devo ammetterlo. Probabilmente questo è anche dovuto al fatto che risentissi molto di più di altro piuttosto che il sonno a causa della sua distanza: la mancanza.

Inizialmente l'ho sofferta tantissimo, poi ci ho fatto l'abitudine, anche se, diciamocelo, non la si fa mai abbastanza. Si è trattato più che altro di una necessità. O mi rintanavo sotto le coperte a piangere in attesa che arrivasse lui a strapparmele di dosso e costringermi a uscire, o mi convincevo che la distanza non è poi una cosa così tremenda in una relazione e che con essa ci si può convivere seppur di malavoglia.

L'altra metà || Ermal MetaWhere stories live. Discover now