Capitolo 11

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«Mamma, ma Ermal viene a casa con noi?» mi chiede ad un tratto Filippo mentre camminiamo verso casa, facendomi rendere conto del fatto che non ci avessi proprio pensato, trovando così naturale la sua presenza accanto a noi.

Guardo Ermal in cerca di una risposta, ma lui alza le spalle per poi avvicinarsi a Filippo, ancora in braccio a me, e chinarsi leggermente per raggiungere il suo orecchio.

«Se la mamma vuole, per me non c'è problema» sento poi che gli sussurra. «Proviamo a convincerla, che ne dici?».

Filippo annuisce sorridendo furbo, convinto che io non abbia sentito niente, poi inizia una solfa infinita per convincermi a prendere il suo nuovo amico a casa con noi. Manco fosse un cane randagio trovato per strada.

Quando acconsento, esulta felice, dandomi prova del suo amore improvviso nato per questo ragazzo che, a quanto pare, ha un certo ascendente sulla mia famiglia. Già, perché anche mia madre si è innamorata di lui, seppur soltanto vedendolo qualche volta in televisione in questi giorni.

Pochi minuti dopo stiamo salendo le scale del palazzo in cui vivo, Ermal si offre di tenere in braccio Filippo mentre cerco le chiavi nella borsa. Quando le infilo nella serratura sospiro sollevata nel constatare che la porta sia chiusa a chiave, segno che non c'è nessuno a casa. Certo, portare Ermal a casa implica ovviamente dover raccontare tutto ai miei genitori, ma il fatto che non ci siano mi permette di rimandare la cosa, il che non può che rendermi felice. Conoscendoli, farebbero già migliaia di ipotesi maliziose e sono proprio l'ultima cosa di cui ho bisogno.

Apro quindi la porta e mi sposto per far passare anche Ermal, con ancora in braccio quel pigrone di mio figlio, per poi chiuderla nuovamente alle nostre spalle.

«Ermal vuoi costruire un castello con me? Ho tanti mattoncini colorati!» chiede mio figlio, con grande entusiasmo, a Ermal, il quale mi lancia un'occhiata come per chiedere il permesso.

Divertita, annuisco e faccio strada fino alla stanza che condivido con Filippo.

«Non fare caso al disordine, Filippo non mette mai in ordine» dico a Ermal mentre apro la porta, ma vengo subito ripresa da mio figlio.

«Non è vero! È la mamma che è disordinata!»

«Ma cosa dici? Sei più disordinato tu di me!»

«I tuoi fogli sono ovunque mamma! Anche nei miei giochi!»

«E i tuoi giochi sono ovunque, anche in mezzo ai miei fogli!».

Una risata cristallina interrompe il nostro battibecco, e io resto incantata sentendo nuovamente quel suono meraviglioso che ho sentito soltanto nella sua risata in tutta la mia vita. Il mio desiderio di risentirla ancora è stato espresso, e per la seconda volta per merito mio. Beh, in questo caso è stato merito mio, di mio figlio e della nostra testardaggine unita al disordine che qui regna sovrano.

«Camera mia è molto più disordinata di questa, ma è un segreto, non dirlo alla mamma o mi sgrida!» sussurra Ermal posando Filippo a terra, il quale ride divertito e gli sorride poi complice.

Questa cosa che si stiano alleando contro di me non mi piace per niente.

Oh, ma chi voglio prendere in giro? È la cosa più adorabile che abbia mai visto e il mio cuore sta esplodendo dalla gioia.

L'altra metà || Ermal MetaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang