Capitolo 76

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La rossa tirava. Tirava il mento di James verso di sè. James aveva gli occhi sbarrati, rossi, la mandibola gli diventava bianca. Dalla gola, gli uscivano versi strozzati.
No!, urlai, dentro di me.
Scalciai ancora, nel tentativo di liberarmi dalla presa di Mike, ma inutilmente.
No!, urlai, di nuovo.
Guardai Mike, con le lacrime agli occhi.

"Mike, che stai facendo?" sussurrai, disperata, smettendo di scalciare.
Lui mi guardó, uno sguardo vago.
Parla!, lo esortai con il pensiero.
A quanto pareva, lui non sapeva intuire i pensieri delle persone, perché non fece nulla, stette in silenzio a tenermi ferma al letto.
Mi voltai ed allungai un braccio, allora, verso James e la rossa. Forse, avrei bloccato la rossa prima che potesse essere troppo tardi.
Ancora un po'. Solo un po'.
Allungavo la mano, il braccio, ma mi mancavano solo pochi centimetri per poter toccare la gola arrossata e lievemente tirata di James. La rossa non era sciocca: avrebbe fatto soffrire James per quell'oltraggio. James avrebbe sofferto per molto tempo. E io sarei rimasta a guardare, senza poter fare nulla. Quindi, quella era una punizione doppia.
"Smettetela!" urlai ancora, con la voce strozzata dalle lacrime che non scendevano.
La rossa sembró non accorgersi delle mie parole. Anzi, sembró andare piú lenta e decisa allo stesso tempo.
Niente avrebbe piú impedito quello che la rossa aveva in mente. È finita.
"Faró tutto quello che vuoi." esternai i miei pensieri, in un soffio, a testa bassa, con gli occhi chiusi, non scalciando piú.
In ogni caso, la rossa non si sarebbe fermata. Quindi, tanto valeva dire tutto quello che mi passava per la mente.
I versi di James finirono. Non sapevo come lo avesse ridotto. Sapevo solo che non aveva fatto rumore. E tutto questo era terribilmente cruento.
Mi resi conto presto di ció che avevo appena fatto: avevo appena detto alla rossa che non mi sarei piú ribellata, che non avrei piú parteggiato per i vampiri, che avrei preso in mano il suo potere. Le avevo appena promesso qualcosa che non potevo mantenere. Le lacrime ricominciarono a scorrere, calde.
Lasciai che la mano, che aveva usato la rossa per punire James, prendesse anche il mio mento e me lo facesse alzare, in modo che guardassi la rossa negli occhi. Le sue iridi color acqua torbida brillavano di eccitazione.
La rossa avvicinó il viso al mio, sorridendo come poco prima, con James.

"Farai tutto quello che vorró?" mi domandó, stuzzicandomi.
Avrebbe avuto senso, ora che James era a terra, privo di sensi, resisterle ancora? Come avrei potuto difendermi da lei? Era riuscita ad imprigionare un re ed ad uccidere il suo compagno piú stretto. Avrebbe potuto fare di peggio con me, come farmi diventare sua erede. Avevo altra scelta, oltre a quella di facilitarle il lavoro?

"Sí." sussurrai, tra le lacrime silenziose.
La rossa si passó la lingua sulle labbra, lentamente, pensando a qualcosa di cui non mi preoccupai. Ormai, ero sotto il suo controllo.
Lei avvicinó la bocca al mio orecchio. Sibiló. Le sue parole mi colpirono direttamente il cuore.

"Allora, comincia con il liberarti di quel bambino.".
L'avevo sentito solo io. Nè Stacey nè Mike nè il Capitano avevano sentito quelle parole. Sembrava avermele dette col pensiero. Ma avevo chiaramente avvertito le sue labbra muoversi, contro il mio orecchio.

"No." mi tremó il labbro.
Sentii le labbra delle rossa aprirsi in un sorriso, accanto alla mia pelle, al mio orecchio.

"No?" domandó, provocatoria, sottovoce.
"No?" domandó, piú arrabbiata e ad alta voce.
Si staccó dal mio orecchio e mi guardó negli occhi, fulminandomi.
"Hai detto che obbedirai ai miei voleri." sibiló.
Era vero. Gliel'avevo detto.
Il mio sguardo si posó su James, steso, a terra, a pancia in giú, con la testa rivolta verso il muro, opposto a me.
Aveva davvero senso continuare ad opporre resistenza all'inevitabile?
"Ti libererai del bambino o no?" domandó la rossa.
Il labbro mi tremava ancora. Strinsi la mano sulle coperte sgualcite.
Il bambino, se era vero che ero incinta, non era stato volontario. Eppure, non sapevo perchè, gli volevo comunque bene, tanto da non riuscire a liberarmene. Non avrei permesso alla rossa di fargli del male.
Accanto a noi, dallo sfondo, si levó una figura, che andó a parlare a qualcuno.
Ormai, non avrebbe fatto alcuna differenza.

"È vero, peró, che anche i licantropi crescono in fretta. Quindi, potrebbe anche essere stato un licantropo a metterla incinta." intervenne Stacey.
La mente mi corse ai due uomini che avevano provato ad aggredirmi. Ma loro non erano riusciti a farmi niente.
"Ed è anche vero che in questi giorni Lilith è stata molto da sola con il Capitano.".
Mi ci volle qualche secondo per elaborare le accuse di Stacey.
Quando lo feci, sia la io che la rossa sgranammo gli occhi.
Era vero quello che avevo sentito?
Ci voltammo entrambe verso il Capitano.
No, che cosa stava insinuando?

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