Capitolo 59

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Ripetevo tutto ció che mi diceva Stacey. Ero stufa di tutta quella farsa. A cosa mi sarebbe servito? A diventare una tiranna? Non era necessario che imparassi come punire qualcuno o come riuscire a tener testa a qualcuno in una conversazione. E dovevo ancora imparare a stare composta e i gesti per ogni situazione. Pensavo di non poter andare oltre.
Proprio in quel momento, dalla porta principale, entró il Capitano, la sua giacca scura e i suoi occhi color ebano e fulminanti. Entró spavaldo, con il mento in fuori, al contrario di quando si era inchinato alla rossa.
Non fu, peró, tanto la sua entrata a stupirmi, dato che sembrava non voler piú rivolgermi la parola, quanto colui che entró dopo di lui, un ragazzo che conoscevo bene: James.
Mi alzai di scatto, presa dalla voglia di corrergli incontro ed abbracciarlo, pur sapendo di non poterlo fare minimamente: era un mio alleato e nemico dei licantropi. Un'altra nota stonata, in quel posto: i licantropi avevano bisogno di meno nemici possibili, quindi perchè tenere in vita anche James? Sapevano che non si sarebbe schierato dalla loro parte, allora perchè continuare a sperarci?
La rossa giró la testa verso i nuovi entrati, stupita e confusa. Concentró l'attenzione sul Capitano. I due si guardarono appena, poi il Capitano fece un gesto con la testa.

"Pensavo sarebbe stato utile. Una motivazione in piú. Non penso che cederà alle nostre buone maniere." la informó, sfruttando l'occasione per schernirmi.
Se questo è quello che sai fare, è ben poco.
Con quei piccoli insulti indiretti non sarebbe andato da nessuna parte. O, almeno, non sarebbe riuscito ad offendermi.
In ogni caso, il suo gesto aveva avuto un risvolto positivo: era vero, ora che James era lí con me, avrei potuto seguire piú attentamente Stacey e le sue lezioni. Inoltre, avrei potuto dare ascolto anche alla rossa senza protestare. E, forse, non avrei dato filo da torcere al Capitano. Su quest'ultimo proposito, peró, non avrei potuto confermare nulla.
Intanto, la serva se ne stava in disparte, anche se notai un lieve accenno di risveglio, dalla sua freddezza, un lieve fremito di ciglia, un movimento appena accennato dei piedi. Ma, probabilmente, era perchè il Capitano aveva cominciato a fissarla, andando accanto a lei. Anch'io mi sarei sentita in soggezione, con lui col fiato sul collo.
Guardai James, sperando che mi rivolgesse la parola. Invece, riuscí solo a lanciarmi un piccolo sguardo misterioso, indecifrabile. Un misto di preoccupazione, rassegnazione e rabbia. Una rabbia che non avevo mai visto in lui. Era simile alla delusione. Una delusione che proveniva da me.
Avrei voluto chiedergli il perchè di quello sguardo malinconico, ma anch'io non avevo un'espressione allegra, quindi non avrei potuto commentare la sua.
Lasciai che il Capitano continuasse a parlare con la rossa, sul fatto che lui avesse avuto una bella idea, poi ricominciammo, lasciando di nuovo la parola a Stacey. Lei, felicissima, accettó subito di riprendere i suoi discorsi. Cominciavo a non sopportarla piú. Non che prima l'avessi mai sopportata davvero.
Ogni tanto, lanciavo sguardi a James, ma lui, ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, abbassava il suo. Sembrava davvero che avessi fatto qualcosa di male. Eppure, non sapevo nemmeno da dove cominciare ad analizzare i miei errori.
Seguivo con piú interesse Stacey, lei persino si congratuló con me per una mia risposta, fino a quando sospirai, dopo l'ennesimo rifiuto da parte di James.

"Hai bisogno di un'altra pausa?" domandó la rossa, preoccupata, lanciando sguardi anche a Stacey, preoccupata che si arrabbiasse.
Sei o non sei la sua sovrana?
Non riuscii nemmeno ad arrabbiarmi con lei, tanto ero frustrata e confusa dal comportamento inusuale di James. Per un attimo, mi sembró che anche la rossa se ne fosse accorta, ma fu soltanto un momento, poi la preoccupazione tornó a prendere il posto del sospetto.

"Credo...." cominciai, ma non sapevo nemmeno cosa avrei dovuto dire.
Avrei dovuto raccontare la verità? Cosa avrebbe comportato? Avrebbero cacciato James?
"Credo..." pensai in fretta, "credo che non sia giusto concentrarsi solo sulle buone maniere. O, meglio, sarebbe piú giusto fare un po' di tutto. Non so cosa debba imparare, ancora, ma non sarebbe piú utile se imparassi le basi di tutto? Poi, se rimane tempo, potrei approfondire ció in cui non mi sento sicura.".
Ció che avevo detto era vero, ma solo per una piccola parte: tutto ció che desideravo era smettere di vedere la delusione nello sguardo solitamente allegro di James, anche se, in quella situazione, non avrebbe dovuto comunque essere allegro.
Non lo guardai.
Aspettai la risposta della rossa.
Lei ci pensó, si accarezzó il collo, giocó con l'orlo del vestito bianco, simile al mio, poi annuí con fermezza, con la testa.

"Ha ragione." affermó, guardando il Capitano.

"Quindi, pensi che dovremmo portarla davanti al popolo cosí?" ribattè lui.

"No, peró è meglio di quando è arrivata qui. Direi di portarla nell'archivio." propose.
A quel punto, la rossa guardó James.
"Lui non deve venire con noi." aggiunse.
Non ci fu bisogno di ripeterlo due volte e James fu subito ricondotto da dove era venuto.

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