Capitolo 15

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Canzoni per il capitolo:
Let Me Love You - Ariana Grande feat. Lil Wayne
Best Mistake - Ariana Grande feat. Big Sean

Le sue mani risalirono sui miei fianchi, alzandomi leggermente l'asciugamano.
Lui si avvicinó a me, quel tanto che bastava per mescolare i nostri respiri. Sapeva di alcol.
Le sue labbra si posarono sulle mie, una sensazione tanto familiare quanto nuova: mi aveva baciata cosí tante volte, eppure nessuna era mai stata calda come quella.
Dentro di me, si accese un fuoco, cominciavo a sentire caldo. Le sue labbra erano roventi, mi scottavano ad ogni contatto. Automaticamente, aprii le mie.
In un baleno, la sua lingua si infiló tra le mie labbra schiuse, assaporandomi. D'istinto, inspirai, cercando aria, come se mi avesse appena tolto la respirazione, come se mi stesse opprimendo al petto. Posai le mani sulle sue, stringendole. Lui, di rimando, gemette, spingendo ancora piú a fondo, con la lingua.
Volevo di piú.
Le nostre lingue si sfiorarono, dapprima debolmente, poi sempre piú volontariamente e passionevolmente. Anche a me scappó un gemito, uno solo, e questo bastó a mandare in eccitazione entrambi.
Le sue mani passarono dai miei fianchi ad appena sopra le cosce, stringendomi a sè. Da dietro i suoi pantaloni, sentivo che mi voleva.
Il mio cuore andava a mille, era una sensazione nuova, non capivo piú niente. Ero eccitata, emozionata, consapevole della cavolata che stavamo per compiere e del fatto che ci fosse Theo, al piano di sopra.
I nostri respiri affannosi rendevano l'atmosfera ancora piú elettrizzante, per poco non svenivo dalla tensione nella stanza. Avevo voglia di fresco. Volevo togliermi l'asciugamano.
James mi prese per il polso con forza, portandomi al piano superiore, facendomi fare i gradini di corsa.
Una volta arrivati su, mi condusse alla piccola camera degli ospiti.
Non ce la facevo piú, volevo spogliarmi, mandare via quel calore, che avvertivo anche in James. Era una sensazione cosí bella, sentivo tutto il mio corpo in fermento, dalle punte dei capelli bagnati alle punte delle dita dei piedi, che non stavano fermi un secondo.
Dentro la stanza, James chiuse la porta dietro di me e tiró le tende della finestra, in modo che ci fossimo solo io e lui, a goderci un momento intimo.
E che momento intimo.
Non resistei piú e sciolsi il nodo che avevo fatto all'asciugamano, per farlo rimanere su, rimanendo completamente nuda di fronte agli occhi predatori di James.
Vidi un'altra scintilla di eccitazione attraversargli lo sguardo famelico, mentre, con i suoi occhi, percorreva ogni centimetro di me, mi accarezzava mentalmente.
Tutto ció mi rendeva pazza: non desideravo altro che quei pensieri, che stava facendo su di me, non si avverassero anche nella realtà.
Entrambi, impazienti, accorciammo la distanza tra noi, riempiendo quello spazio inutile, che si era creato, al centro della stanza. Ci ribaciammo, con piú passione di prima, essendo sicuri del fatto che nessuno avrebbe potuto vederci.
Di piú.
Cercai di nuovo la sua lingua, trovandola, mordendola, ma non serviva. Volevo ancora di piú.
Gli alzai la maglia, vorace, facendola passare attraverso il collo e buttandola a terra.
Non persi tempo ad ammirare i suoi pettorali, che si schiacciarono subito sulla mia pancia nuda e fremente di desiderio. Per i pantaloni, ci pensó lui, sbottonandoli in fretta e buttandoli a terra, affianco alla maglia.
Di piú.
Sentivo che mi voleva come io desideravo lui, allora perchè non si sbrigava? Stavo cominciando a perdere la pazienza.
Di piú.
Un brivido di paura mi corse lungo la schiena, ma lo ignorai. Non era il momento per fermarsi a riflettere.
Con uno slancio, mi gettó sul letto; un secondo dopo, era già sopra di me.
Sbrigati.
Anzi, doveva pagare per avermi fatta aspettare.
Con la punta delle dita tremanti, gli accarezzai gli effettivi addominali.
Quanto li adoro!
Come avevo pensato, i suoi occhi si velarono appena, segno che aveva apprezzato il mio gesto. La sua bocca si aprí appena, facendo uscire un gemito strozzato.
Era cosí bello. Perchè nessuno mi aveva mai avvertita di quel gioco incredibilmente interessante? Ci avrei giocato molto di piú.
Quando James riuscí a riprendere un briciolo di controllo, mi degnó di tutta la sua bellezza, togliendosi anche l'indumento finale.
Finalmente.
Non potei fare a meno di rimanere un attimo a guardarlo, osservandolo e mangiandomelo tutto con gli occhi.
Era stupendo: tutto di lui era curato nei minimi dettagli, dai pettorali, agli addominali, alle braccia e alle gambe muscolose, fino a.... Quella era la parte migliore.
Inconsapevolmente, cominciai a leccarmi il labbro superiore, vorace come mai prima. Volevo avere la prova di ció che vedevo.
Senza indugio, lo presi per il polso e me lo scaraventai addosso.
Sí, era vero. Era tutto vero. Ed era cosí bello. Ed era cosí...invitante.
In un momento folle di quella folle impresa, mi sembró di sentire un'altra voce, in quella mia testa perversa, anzi piú voci. Una era di Mike, che mi definiva una facile. L'altra mi diceva che non era abbastanza ció che stavo facendo. L'ultima mi ripeteva solo la parola fallo.
In ogni caso, tutte le voci vennero interrotte da un unico, straziante dolore, che sparí un secondo dopo, sostituito da una gioia e da una liberazione immensa.
Era mio. Lo era sempre stato. Ma, ora, ne avevo la prova concreta.

La sua mano mi accarezzava i capelli ancora bagnati, o sudati, non riuscivo a distinguere l'acqua su di essi. Riuscivo solo a pensare a quanto stessi bene, alla sua pelle sulla mia, ai cerchietti che stava disegnando sulla mia guancia sudata, di quella ne ero sicura. Il suo sguardo era fisso nel mio, la quiete dopo la tempesta; le sue labbra erano una curva, con gli angoli rivolti verso l'alto. Il suo corpo era ancora schiacciato contro il mio, stavolta entrambi fermi, a goderci quel momento di serenità, in cui non facevamo altro che pensare a quegli attimi appena passati, uniti in un'unica persona.
Non avevo mai immaginato che un momento del genere sarebbe potuto essere cosí rilassante e confortante al tempo stesso.
Gli occhi di James, stanchi del mio contatto visivo, scesero, soffermandosi sul mio seno.
Istintivamente, me lo coprii con una mano, distogliendo lo sguardo ed arrossendo, sentendomi improvvisamente vulnerabile. Fin troppo.
Tutto quel senso di serenità e pace svaní appena, rendendomi consapevole di ció che avevamo appena fatto.
Io e lui ci eravamo baciati, ma questo era già successo molte volte.
Mi aveva messo la lingua in gola, come spesso diceva mio padre, ma avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento. Non era nulla di male, solo un po' di passione in piú.
Mi aveva vista nuda. Mi stava ancora vedendo nuda. Non era una cosa poi tanto grave, giusto? Lo speravo.
Avevamo fatto sesso. Lui si era unito a me. Io gli avevo dato tutta me stessa, perdendo anche ció che mi rendeva pura. Sentivo ancora la macchia bagnata sotto le mie gambe. Sentivo le guance andarmi a fuoco. Sbaglio o la temperatura, in questa stanza, si sta alzando, e non di poco? Sentivo sempre piú caldo, per un motivo diverso, stavolta.
Mi morsi il labbro, per nascondere l'imbarazzo.
Mi aveva fatta sua. Io lo amavo. Ne ero sicura.
Allora perchè mi sentivo cosí in colpa?
Il suo corpo nudo era ancora davanti a me, lucido di sudore.
Ancora non ci credevo: l'avevo fatto davvero? E, poi, fatto cosa?
Cavolo.

Regno ribelleWhere stories live. Discover now