Epilogo

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Diciotto anni, e chi l'avrebbe mai detto?
Corinne ha offerto la cena, ieri sera, ricca di specialità orientai. Sasha e Franchina hanno deciso di prendere parte alla festa solo per spettegolare su tutti, me inclusa.
Jaqueline mi ha suggerito degli integratori di energia, sostenendo che mi avrebbero aiutato durante la gara. Ho declinato gentilmente e l'ho ringraziata per il pensiero, ma ho scelto di farcela unicamente con le mie forze.
Sofia indossava un abito elegantissimo: è diventata una bellissima donna, tuttavia ieri sera ha rinunciato a mettere qualcosa sotto i denti, per non compromettere il suo fisico mozzafiato. Abbiamo riso a crepapelle per la sua convinzione, cominciando a tentarla con assaggini di cibi molto calorici.
Bianca e Mariano ci hanno annunciato che, nel giro di pochi mesi, si sposeranno. Stanno insieme da oltre cinque anni, e finalmente coroneranno il loro romantico sogno.
Mia madre, ieri sera, sfoggiava un abito lungo ed attillato che delineava le sue curve. Nonostante l'età, sembra essere ancora molto giovane, e non ha rinunciato a divertirsi, per tutta la durata della festa. Poi, a tarda notte, i miei amici hanno compreso che avrei dovuto riposarmi a dovere prima della gara, e dopo raccomandazioni ed auguri, sono andati via.
Guglielmo mi ha telefonato, prima della competizione: in questo momento, vorrebbe essere anche lui, qui, sugli spalti, a fare il tifo per me. Il lavoro, tuttavia, non glielo concede.
Intanto, mia madre, tamburella con le mani sulla balaustra e sorride nervosa ai fotografi.
Mi sembra quasi di rivedere la giovane Marta coi pattini da corsa ai piedi e le mani tese verso il cielo ad indicare la vittoria. Soffoco a stento una risata e mi preparo: la competizione avrà inizio tra pochi minuti.
Io e mia madre, l'allenatrice migliore che io potessi desiderare, ci siamo allenate a lungo: mi ha trasmesso le sue conoscenze, ed ora sono pronta per metterle in atto.
Sono trascorsi ben cinque anni da quando ho incontrato Lino, il ragazzino che mi ha cambiato totalmente la vita. Quattro anni da quando l'ho presa in mano, la mia esistenza.
I miei nuovi pattini professionali splendono ai miei piedi, mentre mi posiziono sulla linea di partenza.
Ben delineata, molto diversa da quella appena visibile della piccola pista del mio paese.
Siamo alle gare nazionali: è tutto così grande, così differente dal piccolo mondo in cui ho vissuto i miei primi anni.
So di essere giunta, nel giro di soli cinque anni, a dei livelli molto alti, ma probabilmente non vincerò: in fondo, so che potrebbero esserci ragazzi più veloci di me, della gracile Cosima che si allena su una misera pista di paese.
Tuttavia, la vittoria per me non ha molta importanza: so di aver già vinto dentro il mio cuore, poiché mia madre, la mia allenatrice, è ai margini della pista ed esulta come una ragazzina.
Cinque anni fa, non avrei mai immaginato che tutto ciò potesse accadere.

Pronti, ai posti, VIA!
Dopo un attimo di smarrimento, abbozzo con insicurezza i salti della partenza, poi divento via via più sicura e parto, prendendo velocità.
Sento il vento muovere i miei capelli, sacrificati sotto questo casco troppo opprimente, e mi sembra quasi di poter spiccare il volo, come fossi un aereo in decollo.
Ad un tratto, dinanzi a me, c'è solo un'avversaria. Con pochi sforzi, la supero. A quel punto, guardo diritto e lo comprendo: sono in testa.
Affronto la curva eseguendo gli incroci nel migliore dei modi, poi ricomincia il rettilineo. Sfreccio spensierata, senza comunque abbassare la guardia, tenendo gli occhi puntati verso il traguardo; poi avverto un rumore, un fruscio.
Qualcuno mi supera. Sto per perdere le speranze: era inevitabile; poi distolgo lo sguardo dalla traiettoria e sbircio.
Con mia immensa sorpresa, intravedo due pattini blu. Li guardò meglio, cercando di focalizzare gli adesivi attaccati sul lato: sono due ali bianche.
A quel punto, guardo il mio avversario e stento a credere a ciò che vedono i miei occhi: una maglietta rossa e dei capelli biondi: Lino.
Il ragazzo, come se avesse ascoltato i miei pensieri, rallenta e prende a pattinare al mio ritmo.
Lo guardo, è un attimo: lui piega la testa su un lato e mi sorride. Mio fratello.
Buio, poi scivolo in terra.
Esulti, urla, abbracci. Qualcuno mi è corso incontro e continua ad emettere gridolini euforici, altri sollevano le braccia e mi sorridono, estasiati. Mia madre mi si getta tra le braccia, terminando il mio confusionario capitombolo.
Senza neanche rendermene conto sono giunta al traguardo. La gara è terminata; il mio cuore batte all'impazzata.

Il volo dell'angeloWhere stories live. Discover now