Corse e danze

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Non di rado, capitava di soffermarmi a guardare gli altri ragazzi.
Erano miei coetanei, in fondo, ma cos'è che li rendeva così felici, così spensierati? O anche così tristi, così spietati?
Restavo in cortile, seduta sulle scale, durante l'intervallo, e guardavo quegli adolescenti bruttini e pieni di brufoli che si rincorrevano senza porsi problemi. Giocavano ad acchiapparsi, oppure organizzavano sfide di velocità. Correvano, correvano e non si curavano di nulla. Guardavano i loro avversari, in quei momenti, e ridevano di gusto. Jaqueline e Sofia toglievano perfino le scarpe, e al via di Andrea iniziavano a sfrenarsi a più non posso. Solitamente, a vincere era Jaqueline, a discapito dell'affaticatissima Sofia che restava sempre troppo indietro e si arrendeva facilmente.
Nel frattempo, i ragazzi e Corinne, inevitabilmente insieme alle sue due migliori amiche Sasha e Franchina, si dedicavano a delle sfrenatissime danze, balli di gruppo o di coppia. Era bello guardare la loro spensieratezza, mi faceva bene al cuore. Sorridevo, nel guardarli, e talvolta immaginavo di correre e danzare liberamente insieme a loro. Che tipo di amica sarei stata? Dolce e comprensiva come Arianna o sfrenata e impulsiva come Siria? E che tipo di danza sarebbe stata la mia specialità? Avrei mai vinto nelle gare di corsa contro l'imbattibile Jaqueline?
Me ne stavo immersa nei miei pensieri, ed intanto mi chiedevo dove avessero imparato ad essere tanto spensierati e felici. C'era forse una scuola che lo insegnava? Un corso del quale ignoravo l'esistenza? O c'era una disciplina che io non frequentavo, che insegnava loro a provare emozioni?
Fin da piccola, mi aveva fatto perfino piacere essere definita "la calmissima Cosima, sempre responsabile e ligia al dovere", ma adesso mi accorgevo che un po' di trasgressione, di vitalità, non mi avrebbe certo fatto male!
Avevo accompagnato, da tempo immemore, la mamma dal medico. E in chiesa, e a fare la spesa. Ero stata io che l'avevo tenuta in vita, quando stava per rinunciarci.
Cosima, non correre!, aveva urlato in modo quasi compulsivo, le rare volte in cui avevo rincorso una farfalla tra i cespugli. Cosima, stai attenta!; Cosima, resta ferma!
Cosima, non fare; Cosima, non dire.
Cosima, resta qui.

Il volo dell'angeloWhere stories live. Discover now