Le fatiche di Marta

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La giovane Marta, ben presto, aveva provato quelle curiose scarpe a quattro ruote e se n'era innamorata. Pertanto, una volta terminata la scuola, aveva cominciato a lavorare e, dopo innumerevoli sacrifici, aveva acquistato i suoi primi rollerblade.
Nel giro di pochi mesi, superava in velocità di gran lunga la sua amica che, l'anno precedente, si era aggiudicata per un soffio quei costosissimi pattini; l'anno successivo si presentava alle gare per la selezione provinciale e si classificava seconda.
Non conosceva alcuna tecnica, né le regole del pattinaggio, ma ben presto un giovane allenatore, Gianni, si accorse del suo talento e decise di accoglierla nella sua squadra.
Per la giovane Marta, il pattinaggio divenne un vero e proprio mestiere: si allenava otto ore al giorno, con un breve intervallo nel mezzo per la pausa pranzo. Affinò le tecniche e, ben presto, fu pronta per la gara regionale.
Quando le sue ruote scivolarono per prime sulla linea del traguardo, Gianni aveva esultato insieme alla sua promettente allieva e l'aveva baciata.
Da quel momento, i due fecero coppia fissa. A legarli, la passione per il pattinaggio e la gioia in quello sfrenato agonismo che li portava a raggiungere traguardi sempre più prestigiosi.
Marta pattinava dall'alba al tramonto e di sera si guadagnava da vivere lavorando come cameriera e lavapiatti in un importante ristorante della zona.
Tuttavia, la giovane atleta non sembrava risentire affatto dell'immenso sforzo senza tregua che la stava logorando. Pattinava e lavorava, e la sera si coricava a letto carica di dolore per l'estenuante fatica e si addormentava nel momento stesso in cui chiudeva gli occhi.
Fu il giorno delle pre-selezioni nazionali a segnare profondamente la vita di Marta.
L'ansia la stava dilaniando, ma finalmente era arrivato il suo turno. Il colpo di pistola aveva segnato l'inizio della gara, e nel giro di un attimo la giovane agonista aveva compiuto i consueti saltelli della partenza per poi cominciare a prendere sempre più velocità. Il suo amore Gianni, dietro la balaustra, la incitava suggerendole tecniche.
Sei la numero uno, Marta! Sei in testa, puoi farcela!
Ad un tratto, la vista della ragazza si annebbiò. Avvertì d'improvviso il peso di la stanchezza accumulata negli ultimi mesi. Le gambe cedettero e la promettente atleta dai lunghi capelli biondi cadde sul manto piastrellato della pista riportando diverse fratture.
A nulla era servita la riabilitazione: la sua carriera da agonista era terminata. Tutti i medici confermarono la diagnosi.

Il volo dell'angeloWhere stories live. Discover now