La soffitta

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I miei occhi si riempirono di lacrime.
Oh, mamma!
Trofei e medaglie, tute e pattini di ogni genere. Rotelle di ogni colore e dimensione, caschi e protezioni.
Troneggiavano su pile di cartoni, ricoperti da cellophane trasparente e polvere. Mi avvicinai pian piano, quasi come se potessero scomparire dalla mia vista, nel caso in cui mi fossi fiondata su di loro.
Il nome di Marta era inciso sulla quasi totalità delle coppe e di altri oggetti altrettanto importanti, e solo in quell'istante capii davvero quante vittorie doveva aver collezionato mia madre nel corso del tempo.
Altri premi non portavano il suo nome, ma non aveva importanza. Le gare che aveva evidentemente vinto la mamma erano innumerevoli, e le targhe lo testimoniavano.
Poi notai degli articoli di giornale fuoriuscire da uno degli scatoloni. Ne tirai fuori qualcuno con cura e lessi. Parlavano proprio di lei, della giovane agonista di nome Marta, che aveva per l'ennesima volta trionfato, tenendo alto il nome del nostro paese o, perché no, dell'intera regione. La descrivevano come la nuova promessa dello sport che si andava affermando con vigore proprio in quegli stessi anni, ed io non potei far altro che provare un impeto d'orgoglio nei suoi confronti.
Che brava, la mia mamma.
Le lacrime iniziarono a scorrere sul mio viso, alla vista delle foto che i giornali proponevano al di sotto dei loro articoli: una ragazzina minuta ma allo stesso tempo palesemente palestrata sfoggiava un sorriso a trentadue denti e faceva smorfie e boccacce, tenendo le mani tese verso il cielo in segno di vittoria. Ai suoi piedi, i pattini professionali. Capii che doveva trattarsi della mia mamma, ed il mio pianto commosso durò a lungo.
Oh, mamma, come eri bella!
Pensai che mi sarebbe davvero piaciuto conoscerla a quei tempi. Chissà, probabilmente avrebbe impartito lezioni di pattinaggio anche a me, ed ora sarei la figlia della campionessa. Anch'io, probabilmente, come lei, sarei una promessa del pattinaggio da corsa.
Questi pensieri mi scaldarono il cuore, e fu come se, d'improvviso, fosse tornata l'estate, fuori e dentro me.
Pensai a quanto sarebbe stato emozionante correre da Lino per mostrargli tutto ciò che avevo appena scoperto. Corinne e gli altri compagni di classe non avrebbero compreso appieno, poiché l'amicizia che si era instaurata in quei dolci mesi con Lino non poteva competere con nessun'altra. Avevo avvertito un legame molto profondo con quel ragazzino, che condivideva i miei stessi valori e credeva seriamente nel pattinaggio.

Il volo dell'angeloWhere stories live. Discover now