Leader

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Le lezioni ripresero a metà gennaio.
Correvo verso il decadente edificio dall'intonaco giallo zigzagando qua e là tra le pozzanghere fangose. Poi, mi davo una ripulita ed entravo in classe, sfoggiando il mio consueto sorriso a trentadue denti.
I miei compagni di classe erano affettuosi con me, ed il giorno della ripresa, quasi immediatamente, nel rivedermi, presero ad abbracciarmi, a raccontarmi le ultime novità.
Un anno prima, non avrei mai pensato che dopo pochi mesi mi sarei amalgamata tanto bene all'interno del gruppo classe, anzi: probabilmente avrei anche disprezzato abbracci e sorrisi da parte di tutti, tornandomene a ripetere per l'interrogazione imminente di storia.
Adesso, anche la mia, di storia, interessava a qualcuno. Corinne si sedette sul banco a gambe incrociate e volle ascoltare le ultime novità. Come avevo trascorso questi lunghi giorni di vacanza?, in realtà non lo sapevo neanch'io. Avevo riso molto, come mai era accaduto, ed avevo scoperto, tramite l'incursione in soffitta, tanti segreti sul passato della mamma.
La mia compagna parve annoiata, così rinunciai, dirottando il discorso su altri argomenti. Sapevo che non avrebbe capito.
Neanche Sofia apparì interessata, e perfino Jaqueline trovò poco emozionante la mia scoperta.
Così, smisi definitivamente di parlarne. Ai miei compagni di classe, il roseo passato da agonista di mia madre non interessava, a favore di un largo interesse mostrato da tutti per la richiesta fattami da Guglielmo, di uscire insieme, da soli. Presero a darmi consigli sulle risposte da dargli, sul trucco ideale per conquistarlo, su come baciare. Io sorridevo ed annuivo, per accontentarli, ma in cuor mio avevo la piena consapevolezza del fatto che i miei pensieri fossero indirizzati ad altro. La voglia di pattinare e rincontrare il mio amico Lino, erano sempre più forti.
Non avevo una cotta per lui, ma avvertivo la sensazione che tra me e Lino ci fosse qualcosa di più grande. Una chimica particolare che andava oltre l'amicizia e l'amore. Lino mi aveva salvato la vita, ed aveva posto in me un interrogativo: come avrei scelto di percorrere la linea della mia vita? Guardavo la mano sinistra e, col dito, tracciavo il solco che si presentava dinanzi ai miei occhi, proprio come aveva fatto Lino qualche tempo prima.
Le ore di lezione scorrevano lente, i docenti si alternavano e ci affibbiavano compiti su compiti. I miei compagni di classe sbuffavano, ed io facevo lo stesso. Mi lamentavo, e tutti gli altri ragazzi mi sostenevano.
A nulla servivano i rimproveri degli insegnanti: ribattevo nuovamente e l'intera classe si sollevava in una ribellione compatta.
Dentro di me, sentivo crescere l'orgoglio: stavo capeggiando l'intera sezione, e tutti i miei compagni erano dalla mia parte. Probabilmente, mi consideravano una leader.

Il volo dell'angeloWhere stories live. Discover now