Adolescenti comuni

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La mia eccellente media scolastica non parve risentire troppo dei miei cambiamenti.
L'autunno, intanto, giunse improvvisamente, portando con sé pioggia e freddo.
Durante la ricreazione, spesso ce ne stavamo in classe a chiacchierare, mentre i ragazzi si sfidavano in lotte o prendevano a tallonarci. Sofia e Giada sghignazzavano non appena Andrea o Guglielmo cominciavano a guardare nella nostra direzione, mentre Bianca e Mariano si fidanzarono. Continuavano a tenersi per mano, scambiandosi frequenti effusioni, ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo da quell'insolito spettacolo.
Di rado avevo osservato coppie innamorate, ma sempre più spesso mi ero chiesta cosa si provasse nel ricevere così tanto amore ed attenzioni.
Sasha e Franchina sghignazzavano, ma col passare del tempo ci feci l'abitudine e cominciai a non prendermela più. Erano fatte così, e nessuno avrebbe potuto cambiarle.
Corinne ed io diventammo amiche. Spesso mi invitava a casa sua, sulla strada principale del paese, e mi insegnava nuove cose. La matita per gli occhi, il mascara, il fondotinta per coprire gli innumerevoli brufoli che rendevano la pelle un campo minato.
I suoi genitori ci offrivano sempre la merenda: biscotti deliziosi o the speziato. Talvolta, mi invitavano a restare per cena: proposero più volte di cucinare piatti tipici coreani, ed anche se la mia voglia di conoscere nuove pietanze era tanta, ancor più grande era la responsabilità che avevo nei riguardi della mamma.
Lei, tutta sola, mi attendeva a casa per le otto, e spesso, specialmente nei suoi giorni migliori, preparava roast beef, inevitabilmente accompagnato dalle mie tanto adorate patatine fritte.
Il suo sguardo appariva comunque spento, ma qualcosa era cambiato negli ultimi mesi. Aveva acconsentito all'acquisto del telefono, ed in questo modo i miei amici poterono chiamarmi per invitarmi ai loro party o, più semplicemente, raccontarmi storielle o espormi dubbi sui compiti.
Inoltre, aveva ripreso a cucinare e, talvolta, ad uscire. Mi teneva compagnia, mentre svolgevo le faccende domestiche, e non di rado si poggiava sul tavolo della cucina e prendeva a raccontarmi aneddoti della sua adolescenza, dopo aver pazientemente ascoltato le mie avventure e le esperienze.
Le parlavo spesso di Corinne, la mia amica coreana arrivata in Europa insieme ai genitori quando aveva solo tre anni, delle sue amiche inseparabili Sasha e Franchina, che tenendosi sottobraccio indicavano ognuno di noi e prendevano a ridere sguaiatamente.
Bianca e Mariano, la coppia più stabile della scuola; Andrea e Guglielmo, detti "i più belli"; Jaqueline e Sofia.
La prima continuava a sfoggiare i suoi muscoli e la sua bravura nella corsa, mentre la seconda rifiutava categoricamente gare e corse, da qualche mese a questa parte. Sono cresciuta, che figura ci farei con i ragazzi?!, cantilenava.
E Jaqueline restava ad allenarsi da sola.
Una mattina, durante l'intervallo, mi ci ero avvicinata e le avevo proposto una sfida.
Jaqueline pareva incredula: mai avrebbe immaginato che anch'io mi dedicassi a questo genere di attività. Pensò che volessi mettermi in mostra, tant'è che trovò un arbitro in quattro e quattr'otto e, dopo innumerevoli occhiatacce e sbuffi, ci posizionammo sulla linea di partenza, pazientemente tracciata con un gesso da Andrea.
Tutta la scuola si accalcò ai margini della strada per guardarci, con gli occhi sgranati. Ultimamente, si diceva che Jaqueline fosse diventata una vera e propria corritrice, troppo brava per trovare sfidanti. Io, invece, le avevo addirittura proposto una sfida, ed ora eravamo qui, sotto gli occhi increduli di tutta la scuola gialla, ad attendere un segnale per partire.
Sentii il mio cuore battere forte come un tamburo, e la cosa non mi dispiacque, tenuto conto che un tempo non troppo lontano avevo desiderato arduamente che ciò accadesse.
Corinne fece il tifo per me, e questo mi rese felice. Comunque, l'ansia non accennò a diminuire.
Poi, Guglielmo diede il via e partimmo. Con poche falcate, ricordando i saggi consigli di Lino, raggiunsi e superai Jaqueline. Il suo vestito corto di color rosa confetto, presto si colorò di grigio e marrone per la polvere sollevatasi. Arrancò con sempre più insicurezza, e nel momento in cui ebbi preso troppa distanza da lei, un gemito di stupore si levò dagli spettatori.
Sasha e Franchina incitarono l'amica, sparando a raffica parole su di me, coprendomi di insulti solo per giustificare la batosta della loro compagna più fidata.
In altri tempi, la cosa mi avrebbe scosso. Probabilmente, avrei rinunciato alla gara e mi sarei rifugiata in classe a piangere, presa dallo sconforto più totale. Invece, adesso delle nuove consapevolezze si stavano affacciando in me, dunque continuai a correre, correre, correre, adottando però una nuova tattica.
Infine, la lasciai vincere. Mi ero accorta, in quei pochi minuti di gara, che Jaqueline era avvolta da una sorta di aurea, che la rendeva popolare, misteriosa e forte. In realtà, erano tutte dicerie. In ogni caso, non sarei stata io a farle perdere tutto il fascino che fino a quel momento aveva sfoggiato con così tanta sicurezza, e mi accorsi che ognuno di noi, in fondo, assume un certo comportamento per difendersi. Lei aveva scelto la via della superiorità fisica. La corritrice per eccellenza non era mai stata battuta, dunque tutti avevano decretato che Jaqueline fosse la migliore. Senza se, senza ma.
Dopo la gara, la ragazza era venuta di nascosto verso di me, e mi aveva stretto la mano.
Grazie per aver lasciato che vincessi, l'ho capito, sai, che sei una tipa in gamba, blaterò.
Non mi guardò negli occhi, forse per la vergogna, ma compresi appieno la sua sincerità.
È stato un piacere, risposi, ho finalmente compreso tante cose, forse più di quante ne abbia mai appreso nel corso di tanti anni di studio.
E me ne andai a prendere posto nel mio solito banco in prima fila, certa che le cose sarebbero andate per il verso giusto, da quel momento in poi. Avevo scoperto le regole del gioco, ed ora la vita non aveva più segreti per me. Ero pronta a giocare, giocare e giocare ancora.

Il volo dell'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora