Ventiquattresimo capitolo

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Sento bussare con insistenza. So benissimo chi è!
«lele apri subito la porta adesso»
«vai dal tuo ragazzo, io mi rendo conto che non sono niente »
«ma che stai dicendo Lele! Apriiii!!»
«Elodie vai!»
«lele non puoi fare cosi!» urla dietro la porta e da' due colpi .
«io mi comporto come voglio! »
«no, non adesso. Non è il mio ragazzo,ora lo sei tu»
«oh peccato che sembravate così intimi »
«ma che stai dicendo??? Lele non fare il bambino apri sta porta »
«ti ho detto che puoi andare» urlo io stavolta
«leeeeeleeee » sbatte i pugni. Corro ad aprire incazzato nero.
«la vuoi smettere!» esclamo,mi guarda «sembri una bambina, non sai nemmeno decidere con chi stare! »
«ti se fumato il cervellooooo, Lele stai dicendo un sacco di stronzate»
«lo stronzo ha lezione tra meno di dieci minuti, quindi devo salire sul pullman come dovrai fare tu» scendo le scale seguito da lei.
«non finisce qua »
«no no ,finisce qua il discorso, è tutto» si paralizza. Non muove più un muscolo. Mi guarda con gli occhi spalancati.

Si è bevuto il cervello stamattina. Si volta e cammina verso l'uscita. Chiara mi abbraccia e inizio a piangere.
«oooh smettila non farti vedere cosi»
«me ne frega nulla »
«Elo è arrabbiato quando ci arrabbiamo diciamo cose che non pensiamo. Appena gli passerà, tornerà! »
«mi sono lasciata andare e mi ferisce cosi»
«Andrea lo ha fatto apposta » dichiara baciandomi una guancia.
«mi fa rabbia che lui si fa prendere dalla gelosia senza poi farmi spiegare »

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