Quindicesimo capitolo

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Al bowling non ci siamo cagati di striscio,x la grazia del signore mi ha presentato questo Andrea che a dire la verità è un bel ragazzo nulla da dire ma troppo pomposo ecco! Stiamo entrando in albergo, voglio buttarmi sul letto e dormire fino a domani.
Alessio parcheggia, io e gabri scendiamo dalla macchina, sto per salire le scale.
«vieni con me» annuisco
«gabri ci vediamo tra un po»
«okkk» mi dice già quasi in corridoio.
«dove andiamo?» chiedo ad elodie che cerca una sigaretta in borsa.
"alla panchina qua dietro "
«d'accordo» mi prende per mano e una scossa ci invade il corpo. Se ne accorge e ritrae la mano.
«sei portatore di corrente elettrica » scoppio a ridere. L'abbraccio da dietro e camminiamo così verso la panchina. Il suo profumo arriva alle mie narici, le lascio un bacio nei capelli. Ci stacchiamo e mi siedo.
«non so per quale motivo non riesco a stare lontana da te» la guardo «eppure ci siamo più ammazzati che coccolati»
«è il più bel rapporto di sempre. Sai non do molta confidenza, perché ho sempre pensato che non si può piacere a tutti e non si può essere amico con tutti. Preferisco avere un amico vero che dieci mila falsi. » mi guarda e si avvicina a me. Appoggia le sue gambe sulla mia coscia e gliele accarezzo.
«io sono sola» confessa
«no elo, non sei sola. Ci sta chiara, ci sta gabri, alessio»
«e tu? Tu ci sei per me?» mi chiede sussurrando quasi, ho il cuore a due mila.
«elo, non so più come farti capire che a me piaci. Un mi piaci che va oltre l'aspetto fisico. Mi piaci quando sorridi che ti creano delle fossette meravigliose, mi piaci quando cambi umore, mi piaci quando ridi e schezi perché riesci a contagiare anche me nelle stronzate, mi piacciono tutti i tuoi difetti, mi piaci quando sei pensierosa e allo stesso tempo hai bisogno di proteggerti. Mi piaci tu fragolina » mi ha guardato per tutto il tempo. Non mi stacca gli occhi di dosso neanche in questo momento. «vorrei tanto sollevarti dai dolori, dal passato che ti tormenta. Ma questo sta a te permettermelo. » non dice nulla. Decide di abbracciarmi e scoppia in pianto liberatorio. Con un «grazie» la stringo a me.

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