51 - II; L'ultima occasione ⑱+

1.3K 52 22
                                    

[...]

Così riportai nei suoi occhi il mio sguardo ancora lievemente appannato e lasciai fluire dalle mie labbra le tanto dolci quanto pericolose tre fatali parole.
«Io ti amo, Toji

Ecco. L'ho detto.

A quelle parole Toji si pietrificò, seppe solo guardarmi ammutolito con le pupille fisse nelle mie e iniziare a respirare in maniera quasi impercettibile.
Sembrava stesse riflettendo freneticamente, avendo smesso addirittura di muoversi per riuscire a concentrarsi esclusivamente sullo scorrere dei suoi pensieri.

Merda... Ma non dice nulla?
Lo guardai iniziare a mangiucchiarsi l'interno delle guance, continuando a darmi l'impressione di star ragionando su cosa dire.
Adesso come posso non pensare che ho fatto un passo più lungo della mia gamba, che magari non era il momento giusto per dirglielo, che magari non avrei dovuto dirglielo e basta?
Ancora nessuna sua reazione.
Cazzo, cazzo, cazzo...
Cazzo!
Che merda ho combinato?

Così tentai di recuperare, sorridendo amaramente e asciugandomi le guance col dorso della mano.
«Scusa. Non so perché l'ho detto.» Spiccicai in fretta, guardando altrove per l'imbarazzo e sbattendo forte le ciglia per non piangere ulteriormente.

Nel frattempo lui continuava a starsene fermo come una statua.

Merda... Dovevo stare zitta.

I miei pensieri pieni di rimorso mi stavano divorando sempre di più, e quindi tutto ciò che riuscii a fare fu tentare di fargli dimenticare le sciocche parole che mi erano uscite di bocca cercando di cambiare discorso.
«Quindi, uhm... Domani si parte...» Mormorai.
Mi sento un'idiota.
«In aereo, no?»
Una completa idiota.
«E a che ora avresti il volo?»
Una cazzo di idiota patentata.
«Non troppo presto, spero-...»

«Ti amo anch'io, Mila.»
Che-...

Le mie pupille si restrinsero all'istante, lo guardarono senza riuscire a credere a nemmeno una parola delle cinque che aveva appena pronunciato.

L'ha detto davvero o l'ho sognato?

Rimanemmo a fissarci in silenzio per secondi interi, entrambi senza il coraggio di dire nient'altro, senza il coraggio di riuscire a realizzare il fatto di esserci appena dichiarati.

Dopo due mesi di totale guerra...
C'era davvero bisogno di passare tutto quest'inferno per riuscire ad arrivare a oggi?

Alla fine fu Toji a decidere di rompere quella tesa staticità avvicinandosi lentamente al mio viso.
La punta del suo naso sfiorò la mia, e il suo respiro riscaldò le mie labbra mentre i suoi occhi me le fissavano cautamente.

Dio, mi ero quasi scordata di come mi facesse sentire la sua presenza.

Mi venne spontaneo portare il mio respiro allo stesso ritmo del suo, come per accompagnarlo e dargli il coraggio necessario per completare la sua iniziativa di baciarmi, perché sapevo che se non l'avesse fatto lui io non ci sarei mai riuscita.
Ero infatti paralizzata, lo guardavo con le palpebre sbarrate, perché ancora non ero riuscita a metabolizzare quel "ti amo anch'io".

Invece a Toji bastarono soltanto due miseri secondi per riprendere il controllo della situazione, per cambiare veramente il finale di cui gli avevo parlato.


Premette finalmente le labbra sulle mie, me le baciò a stampo con un'immane delicatezza, fece risuonare nel silenzio un piccolo schiocco.

Mille farfalle si alzarono in volo nel mio stomaco, decine di brividi corsero per la mia schiena e un'incredibile voglia di rivivere di nuovo quell'attimo mi invase.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now