22; Per un pelo

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02:20; tempo scaduto.

«Abbiamo fatto appena in tempo...» Sospirò Toji, appoggiando il capo sul poggiatesta e tirando fuori dal portaoggetti un pacchetto di sigarette.

«Noi sì, ma chissà loro lì al college...»

Lui mise in pausa la nostra conversazione per offrirmi da fumare.
«Vuoi?» Mi chiese con tono pacato, indicandomi il pacchetto.

Io, piuttosto che guardare ciò che teneva in mano, posai curiosamente i miei occhi su di lui, finendo per notare inevitabilmente il suo sguardo spento e la sua pessima cera. Sembrava davvero distrutto.

«Sì, grazie.» Gli sorrisi con gentilezza, guardandolo poi sfilare una sigaretta dal pacchetto e mettersela in bocca.

Toji la accese e me la passò già fumante, lasciando che poi la prendessi dalle sue dita per portarmela alle labbra.
Ma guarda un po' tu che gentiluomo...

«Spero Suguru mi richiami al più presto.»
Toji fece lo stesso con un'altra, però tenendola per sé.
Quando fece il primo tiro chiuse per un paio di secondi gli occhi, come per cercare un po' di pace.

«Stai bene?» Gli chiesi allora, fumando anch'io nel frattempo.
Ci voleva proprio dopo tutto questo caos.

Lui ridacchiò senza troppa vivacità nel tono.
«Che fai? Ti preoccupi per me?»
Già... Mi sto preoccupando per lui?
Ma no, dai... Diciamo che sono solo curiosa.

Abbassai il finestrino e ciccai fuori la cenere accumulatasi sulla punta della mia sigaretta.
«No... È solo che non mi sembri tu.» Dissi.

Fuori dal vetro abbassato il panorama era bellissimo: il cielo notturno era perfettamente nero e pieno di minuscole stelle bianche, sembrava fatto soltanto per essere ammirato.
Mi persi per qualche minuto a fissarlo.

«Nah... Semplicemente anche io sono un comune mortale, sai? Anche io mi stresso, anche io mi stanco, anche io mi preoccupo...» Scherzò lui, girando il viso verso di me ma tenendo ancora la testa buttata indietro, rilassata sul poggiatesta.

«Davvero? Intendo... Sei preoccupato?» Gli chiesi, continuando a fumare.

«A-ah. È ovvio.»
Fece una piccola pausa.
«Se dovesse succedere qualcosa, saremo tutti sicuramente bocciati di nuovo... E per quanto io ami il nostro college, sono diventato grande. Devo andarmene, capisci... Ho anch'io i miei sogni nel cassetto.» Ammise sorridendo.

Sentirgli dire di avere degli obbiettivi mi fece guardare Toji con occhi diversi, con più umanità.

«Beh? E non mi dici quali sono?» Sorrisi quindi, curiosa come non mai e dandogli un'amichevole spinta sul braccio.

Lui rise di gusto.
«Tu che lavoro mi vedresti fare?»

«Uhm... L'avvocato?»

Lui scoppiò a ridere.
«Sul serio?»

«Beh, hai un carattere forte e... Ti ci vedrei in abito elegante.» Dissi ciò e lo feci ridere ancora di più.

«No...»
Scosse piano il capo, sorridendo ancora.
«Vorrei insegnare.» Ammise infine, aprendo anche il suo di finestrino per buttare fuori la cenere della sua sigaretta.
Ma dai... Non ci credo...

«Sul serio? E insegnare che cosa?»

«Matematica.»

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now