8; "Signorina"

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8 settembre; 9:05.

«Spero tu stia scherzando...» Nobara sbarrò gli occhi e si bloccò dal sistemare i suoi libri all'interno del suo armadietto arancione.

«No, per niente... È arrivato, ha sfondato la porta della mia camera e mi ha dato pure della troietta. Te lo giuro.» Raccontai ciò alla mia amica mentre continuavo a impilare i quaderni nel mio di armadietto, accanto al suo.

«Ho l'impressione che quel ragazzo non ti darà mai tregua.» Nobara si riferì a Toji.

«Nemmeno io... Per questo ho un'idea.» Sorrisi con gusto guardandola, consapevole che mi avrebbe ricoperto di avvertimenti ed urla.

«Mila... Qualsiasi cosa tu stia pensando di fare, ti prego, levatela dalla testa.» Non lo urlò, ma mi ghiacciò contrariata con quei suoi grandi occhi castani.

«Non sono qui neppure da due giorni e già mi vengono piantati guai fra i piedi... Ho voglia di reagire.» Ammisi sinceramente in preda ad un attimo di coraggio.

Quella mattina mi ero alzata storta: vista la serratura rotta, avevo dormito malissimo a causa del timore che qualcuno potesse entrare in camera mia da un momento all'altro; in più avevo un'ansia assurda per il pomeriggio in cui avrei dovuto vedere Toji e attuare il mio piano.

«Hai voglia di reagire?» Nobara strinse i denti facendosi severa in volto, poi continuò trattenendosi dall'alzare la voce:
«No, tu hai solo voglia di ficcarti in un mare di guai... Sei finita contro il muro e con lui a minacciarti solo per non avergli aperto una porta, e tu? Vuoi addirittura vendicarti? Non pensi a come reagirà poi?»

«Ieri sera mi sono lasciata spiazzare come una bambina idiota... Ma credo di aver capito. È proprio con chi non reagisce che decide di prendersela. Guarda caso è nemico solo dei più piccoli e ha rispetto solo per Satoru...» Argomentai cercando una complice per la mia vendetta.
Presi un respiro di coraggio e ripresi:
«Quindi credo che ricambiarlo con i suoi stessi atteggiamenti possa metterlo in riga e fargli capire che anch'io so farmi portare rispetto.»

Nobara scoppiò in un'improvvisa risata, una risata rumorosa che le portò addirittura le lacrime agli occhi.

«Tu? Mettere in riga Toji Fushiguro?» Rise ancora iniziando a tenersi la pancia con le mani.

«Smettila, Nobara! Ha picchiato un mio amico, è entrato in camera mia senza un minimo di contegno, minacciandomi, insultandomi e dandomi ordini come se fossi uno stupido cagnolino... Dobbiamo farci rispettare!» Cercai di ottenere ancora la sua approvazione, invano.

«È molto divertente come barzelletta, ammetto... Avanti, torniamo in classe...» Fece lei scherzando e prendendomi la mano per condurmi in aula.
Ma io mi liberai tempestivamente dalla sua presa, afferrando invece la sua manica e tirandola verso di me.

«Sono seria.» Dissi secca guardandola negli occhi.
Nobara era davvero spiazzata, senza parole sulla lingua.

«Fammi il piacere di parlarne con Satoru, almeno.» Disse lei capendo che, nel modo in cui mi ero impuntata, non poteva fare nulla per farmi cambiare idea.

«No. Toji lo verrebbe a sapere e non prenderebbe seriamente la mia mossa. In più Satoru non me lo permetterebbe mai...»

«Non posso fermarti in nessun modo, okay... Ma sappi che sono più che sicura che finirai per pentirtene. In ogni caso, io ci sarò per te.» Concluse quella frase con un genuino sorriso che ricambiai immediatamente.
«Dimmi almeno che hai intenzione di fare...»

«Accetterò di aiutarlo col suo compito di chimica... Ma al posto di correggerglielo sbaglierò apposta tutte le risposte. Farò bocciare Toji Fushiguro all'esame.»

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now