14 - II; «Ti odio, Toji»

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[...]

«E sarebbe inutile visto che ormai l'hanno visualizzato in tantissimi. Dovresti spostare la tua preoccupazione su altre cose... Tipo cercare di capire come uscire dal bagno dei maschi senza passare per una morta di cazzo...» Sorrise beffardo.

«Tanto io non ci uscirò da qui, non finché non avrai eliminato quell'audio davanti a me.»

«Beh, mettiti comoda allora...» Rispose Toji scherzando e tirando fuori dalla tasca del suo largo pantalone un pacchetto di sigarette.

«Non hai proprio capito un cazzo.» Soffiai con ira non vedendoci più dal nervosismo che mi faceva crescere anche solo il vedere la sua faccia tosta davanti alla mia.
Mi sporsi in avanti e con un gesto brusco gli tolsi il pacchetto dalle mani, buttandolo per terra con disprezzo e poi schiacciandolo più volte col piede.

«Che paura... Ho fatto arrabbiare "miss verginità", chissà quale sarà la sua prossima mossa...»
Toji si infilò le mani nelle tasche e continuò a sfottermi.
«Chiedermi di farlo per favore? O andare a dirlo direttamente al professore?»

Come se non fosse già abbastanza quello che mi aveva fatto, si stava anche prendendo gioco di me.
Ah sì? Da adesso in poi non tollererò più niente di questo tizio.

Accecata dal nervosismo feci per tirargli un ceffone, ma i suoi riflessi predissero la mia mossa e la sua grande mano destra bloccò il mio polso a mezz'aria.

«Uno schiaffo, eh?» Rise mentre ancora non voleva saperne di allentare la presa con con cui mi teneva saldamente bloccata.
Mi fissava con quei cattivi occhi verdi che luccicavano da sotto i ciuffi scuri, con quell'ammiccante sorrisetto beffardo e con quel forte ego che possedeva e che sbandierava davanti a tutti.

«In effetti... Sì, me lo sarei proprio meritato un ceffone... So essere davvero cattivo a volte, so non avere pietà per nessuno... L'hai notato, Mila?» Mi sorrise avvicinandosi a me ancora di più.
Io strinsi i denti e non gli risposi, limitandomi ad incenerirlo con lo sguardo.

«Forse lo sono stato troppo, però. O forse no, chissà... Fatto sta che è troppo tardi per rimediare, no? Ormai lo sa già tutta la scuola che cosa ti piace...» Continuò lui provocandomi alla grande con quelle frasi pungenti che non facevano che ricordarmi del guaio in cui ero finita e di come sembrasse davvero impossibile tirarmici fuori.

Iniziai a dimenarmi per cercare di liberarmi dalla sua presa, invano: stringeva con forza e il suo muscoloso avambraccio poteva essere spesso il triplo del mio.

«Mollami, stronzo.» Ringhiai iniziando a sentire gli occhi lucidi.

«Adesso piangi? Ti sto proprio facendo incavolare sul serio...»
Con frasi come quella era come se andasse a rigirare il coltello nella piaga, riempiendomi nel frattempo di sfottenti sguardi.

Non sapevo come uscire da quella situazione visto che non l'avrei mai convinto ad eliminare l'audio e visto che la sua personalità si era dimostrata nuovamente più forte della mia.

«Ti odio.» Lo dissi spontaneamente mentre potevo sentire i miei occhi riempirsi sempre di più lacrime e le mie gambe tremare.

«Mh? Mi odi, Mila?» Sorrise sul mio volto lasciandomi finalmente il polso.
«Allora tirami quel ceffone, forza. Voglio vedere quanta rabbia hai accumulato verso di me, voglio vedere quanto mi odi.»

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now