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NOTA: linguaggio esplicito.

1 novembre; 08:05.

"Volevo lasciar perdere, ma è da ieri sera che ci penso. Voglio parlare con te. Vieni davanti alla mia aula nella pausa pranzo?"

Era quello che Toji mi aveva scritto quella mattina su Whatsapp, prendendomi alla totale sprovvista.

Fissai il messaggio con sguardo interrogativo e continuai a salire gli scalini d'ingresso del college, pronta a un'interminabile giornata di lezioni che sarebbe stata ancora più pesante visto il misero paio d'ore di sonno e la bocca impastata dal sapore dell'alcol.

Il mio cellulare mi vibrò di nuovo fra le mani, sta volta molteplici volte.

"Se non vieni tu, scendo io al bar."

"Non farmi litigare con Satoru, per piacere."

"Almeno potresti rispondermi?"

"Mila?"

"Rispondimi, ti ho detto."

"Se non mi scrivi entro due cazzo di minuti, vengo io."

Dio... Ma me lo dai il tempo, almeno?

Tsk. Dovrà essere davvero urgente, allora...

Così mi fermai sulla soglia della mia aula e mi presi un secondo per digitare sulla tastiera.

"Okay. A dopo."

12:30.

Non appena arrivai al secondo piano scorsi immediatamente Toji starsene in piedi di fronte alla porta della sua aula. Quindi lo raggiunsi con passo cauto.

«Ciao, Toji-...»
Ma lui neppure mi diede il tempo di salutarlo che mi interruppe rivelandomi di getto il motivo per cui mi voleva parlare.

«Adesso mi spieghi a che cazzo di gioco stai giocando.» Lo disse schiettamente, senza giri di parole e incrociandosi le braccia sui pettorali.

«Ehi... Cancella quell'imperativo.» Ridacchiai io per cercare di prevenire con qualche battuta quella che si prospettava essere una bella discussione impegnativa.

Lui però respinse il mio intento senza mezzi termini.
«Non sto scherzando, Mila. Stai iniziando a farmi girare le palle.»
Mi incenerì con un sottile sguardo.
Ops... Qualcuno qui è arrabbiato, mi sa...

Allora io sorrisi e decisi di fingere di aver bisogno di spiegazioni esplicite, volendo sentirlo esplicitare tutto.
«Non capisco, Toji.»

«Parlo dello schifo che hai fatto ieri alla festa di Halloween con Ryomen. E guarda caso soltanto mentre ti guardavo io. L'hai fatto apposta, ah?»
E avanzò verso di me, camminando e muovendo così quei suoi sensuali fianchi mascolini circondati dalla cintura di tessuto nero che annodava sempre col solito strano fiocco.

Lo osservai da capo a piedi, ammirando l'insieme dei suoi muscoli tondeggianti tendere il cotone della maglietta, facendola aderire talmente tanto al suo corpo da rivelarne leggermente la forma dei capezzoli.
Le sue larghe spalle, il petto, l'addome scolpito, tutto il suo busto era in perfetta proporzione e sembrava esser stato disegnato dalla mano più abile del mondo; così come anche le sue forti braccia che rivelavano lo sporgere di alcune vene violacee.
È fottutamente sexy.

Troublemaker; Toji Fushiguroحيث تعيش القصص. اكتشف الآن