46 - II; Halloween party - provocazioni

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NOTA: contenuti espliciti.

02:15.

La serata si era movimentata più di quanto non lo fosse già e l'aria di festa si respirava pienamente: tutti erano scesi in pista a ballare, me e Ryomen compresi.

Ormai io e lui eravamo abituati a festeggiare, a godere l'uno della compagnia dell'altro e a bere assieme. Infatti, anche mentre gli altri ragazzi del nostro gruppo si erano allontanati dalla folla per riposarsi, io e Ryomen eravamo rimasti a scatenarci.

«Beh? L'hai visto Toji, alla fine?» Mi chiese lui, avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire.

«Sì... E non vuole ancora ammettere la sua gelosia...»

«Tsk. Tra quanto dici che cederà?»

«Non lo so... Magari mai. Onestamente inizio a pensare che forse questo piano non funzioni su di lui.» Ammisi senza fermarmi dal muovermi a ritmo di musica.

«Quello toglitelo dalla testa, Mila. Sono un ragazzo anch'io... Lo conosco quel tipo di orgoglio. Crolla prima o poi, ma solo se si fa leva sulle giuste cose.» Sorrise lui, portandomi le mani sulla vita e attirandomi a se, avvicinando il volto al mio tanto da sfiorarmi la punta del naso col suo.

Io mi misi a ridere, lasciandolo giocare ancora alla coppia di fidanzati.

«E noi su che cosa dovremmo far leva, esattamente?»

«Toji ha fatto una scenata del cazzo solo per averti immaginato a letto con me. Immagina se ci potesse vedere davvero. Lì sì che la ammetterebbe la sua gelosia.» Si spiegò.

«Cioè? Intendi che dovremmo scopare e farlo guardare?» Gli chiesi ridendo come una matta e coinvolgendo pure lui.

«No, dai! Non serve arrivare a quello! Intendo che che ci serve non limitarci a farlo soltanto immaginare, che dobbiamo dargli pane per i denti...»
Ha ragione, scherzi a parte.
E forse questo è proprio il colpo mancante che serve per farlo crollare.

«Quindi adesso dovrei tipo baciarti e toccarti dappertutto e sperare che lui da qualche parte mi stia guardando?» Gli chiesi, ridendo ancora.

«Esatto. Ma elimina la parte dove dici di sperare che ti veda, perché è da appena qualche minuto che lo sta facendo.» Ryomen mi spiazzò con quell'informazione.
Eh?

«Sei serio?» Scattai chiedendoglielo di getto, sgranando gli occhi e lasciando che Ryomen mi stringesse maggiormente a sé mentre non smetteva di ballare.

Lui annuì col capo, sorridendo furbamente.

«Dov'è? Non lo vedo...» Indagai ancora.

«Alle tue spalle, ma c'è della gente fra te e lui-...»
Ma io, accecata dalla voglia di far saltare in aria i nervi di Toji, lo interruppi bruscamente incollando le mie labbra sulle sue. Poi portai una mano alla sua nuca e dopo sulla sua guancia, divorandolo nel frattempo con passione e lasciando le nostre lingue legarsi in violenti abbracci.

All'inizio Ryomen sembrò sorpreso da quel mio gesto avventato ma, non appena capì che così avevo ufficialmente dato il via al nostro piano, non mise più di un secondo per assecondarmi, facendo salire anche le sue di mani al mio viso.

Mi piacque il modo in cui aggiunse del volgare al bacio, lasciando a volte visibile la sua lingua entrare e uscire dalla mia bocca.

«Hai proprio capito cosa intendevo prima, eh?» Rise lui sulle mie labbra dopo essercisi staccato.
«Però me lo dai il permesso di fare... Meglio

Io sorrisi maliziosamente e annuii, sapendo che, da qualche punto nella discoteca, Toji mi stava guardando.

Voglio fargli rodere il culo, questo è poco ma sicuro. E sta volta non userò mezze vie.

Così Ryomen prese le redini della situazione e si lasciò andare: fece scendere le sue mani sul mio seno, poi sulla mia vita, sempre più giù, fino ad afferrarmi i glutei, riprendendo infine a baciarmi con gusto.
Nel frattempo io muovevo i fianchi a ritmo di musica, ondeggiandoli sensualmente sotto la stretta di Ryomen.

Poi lui iniziò a spostarsi, facendo in modo di girare su noi stessi per darmi la possibilità di guardare ciò che prima avevo alle mie spalle: Toji.

Mentre Ryomen scendeva sul mio collo per leccarmelo e riempirmelo di morsi, ebbi finalmente l'occasione di guardare oltre la sua testa e di scorgere il ragazzo corvino: se ne stava seduto su una delle poltrone in fondo alla sala, con le gambe accavallate e col busto rilassato sullo schienale; in una mano teneva un drink e nell'altra una sigaretta fumante.

Godetti da morire quando notai quanto i suoi occhi comunicassero fastidio mentre guardava Ryomen starmi così incollato, perché sì, eravamo noi due l'unico oggetto della sua attenzione.

Non mi importava neppure che fosse palese che anch'io lo stesso fissando, tutto quello a cui pensavo era riuscire a farlo bruciare vivo di gelosia.
E non mi fermerà nessuno.

Così portai le mani fra i capelli rosa del ragazzo e lo spinsi più giù, facendolo arrivare all'altezza della mia scollatura dove lui iniziò a baciare con passione la parte dei miei seni che fuoriusciva dallo stretto top del mio costume.

Gli occhi di Toji continuavano a non scollarsi da noi due, brillando nel buio come quelli di un felino mentre nel frattempo rimaneva immobile a sorseggiare dalla cannuccia il suo drink, fingendo senza successo di non essere toccato da tutto ciò.

Ma dai... È soltanto questa la sua reazione?

Okay. Serve di più.

Quindi portai una mano sul petto di Ryomen e lo allontanai appena da me per avere lo spazio necessario per girarmi di spalle, unendo il mio sedere al suo bacino.

Vediamo se così funziona meglio, allora.

«Vuoi andarci giù pesante, eh?» Rise Ryomen sul mio orecchio e appoggiando il viso sulla mia spalla, cingendomi la vita con le mani e lasciandomi ballare strofinando i miei glutei sul suo centro.

Vedendomi fare ciò, Toji smise immediatamente di bere e passò dal fissarmi con fastidio al fissarmi con rabbia. Lo potei perfettamente notare dalla sua mascella serrarsi e dal suo sguardo totalmente cambiato, ingrigito e reso più serio dalle sue sottili sopracciglia nere tutte aggrottate.

Cazzo, forse Ryomen aveva sul serio ragione...
È questa la cosa giusta su cui far leva.

Così aumentai l'ampiezza dei cerchi immaginari che stavo disegnando col bacino e inarcai la schiena per rendere più sensuali quei movimenti, mentre Ryomen continuava a lasciarmi ballare tenendo ferma la sua presa sul mio corpo.

Ma, proprio mentre stavo prendendo gusto nel muovermi in quella maniera, vidi Toji alzarsi dalla poltrona e andarsene con pesanti falcate nella direzione opposta alla mia, visibilmente stizzato e gettando poi a terra il bicchiere di plastica ormai vuoto del suo drink.

«Gli ha fatto male questa, mi sa.» Ridacchiò Ryomen, rigirandomi la vita tra le mani per riavermi di fronte. Poi tornò a baciarmi con voglia, gemendo sulle mie labbra e mostrandomi quanto, aldilà del nostro piano, quella situazione gli fosse piaciuta da morire.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now