20; Cambio di programma

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17:30.

«E queste sono le chiavi della porta sul retro... Quelle verdi invece per la biblioteca e le rosse per il cancello principale.»

La donna delle pulizie sostava sull'ingresso del college assieme a me e nel frattempo mi mostrava il mazzo di chiavi che mi avrebbe affidato per quel pomeriggio.

«Mi raccomando, cara... Quando finite chiudete a chiave tutte le stanze e rimettete a posto tutti gli attrezzi che usate.» Si spiegò ancora con un dolce sorriso e lasciandomi finalmente in mano il gruzzolo di chiavi.

Avevo finito le lezioni già da un paio d'ore, ero tornata nel campus solo per riposare e poi ero tornata a scuola nello stesso orario della fine dei club pomeridiani, così da trovare la struttura vuota e da non avere gente fra i piedi durante la mia imbarazzante sessione di pulizia.
Quanto a Toji, non si era ancora fatto vedere.

Oh, parli del diavolo e spuntano le corna...

Ecco il rumore di passi arzilli del ragazzo raggiungerci sulla soglia.

«Ciao, bellissime!» Sorrise ebetemente non appena si fu affiancato a noi due.
Roteai gli occhi infastidita.

Sarà un lungo pomeriggio...

Non appena la donna delle pulizie se ne fu andata io e Toji entrammo nella scuola e ci iniziammo a dirigere verso lo stanzino degli attrezzi.

«Tsk... Non mi hai neppure salutato quando sono arrivato. Che maleducata...» Lo sentii commentare alle mie spalle mentre mi seguiva a passo svogliato.

«Allora ciao, Toji.» Lo accontentai con freddezza.

«Neanche un bacio? Neppure uno piccolino sulla guancia?» Rise mentre io, arrivata di fronte allo stanzino, avevo aperto la porta.
Iniziai così a prendere tutto il necessario: un paio di stracci, delle spugne e una bottiglia di detersivo. Infine misi tutto dentro ad un secchio per trasportarli nell'insieme in un solo viaggio.

«Sei qui per aiutarmi, non per darmi fastidio.» Lo bacchettai passandogli in mano una scopa.

Adesso che ero quasi sicura del fatto che la storia della nostra scopata non era vera, riuscivo a guardarlo di nuovo tranquillamente e senza morire di imbarazzo.
Anche se non ho ancora deciso se fargli sapere o meno che so che la sua è tutta una frottola.

«Ah? Perché, tu vuoi pulire davvero?» Mi chiese grattandosi la nuca con fare interrogativo.

«Sì.»

Toji indossava il solito pantalone ed una delle sue amate magliette a maniche corte, attillate al punto giusto.
Chissà se lo fa apposta per mostrare quel ben di Dio che si ritrova sotto.

«Sul serio, signorina? Non so se ti rendi bene conto, ma abbiamo la scuola tutta per noi e siamo pure da soli!» Sorrise a trentadue denti e si avvicinò a me su di giri.
Io lo respinsi con un secco colpo di palmo e gli passai oltre per dirigermi verso la biblioteca.

Dio, fa che non mi crei ancora guai...

«Possiamo scendere in palestra e giocare a racchette... O a basket. Sì, a basket sono decisamente bravo...» Continuò creandosi una specie di monologo mentre mi continuava a seguire trascinandosi la scopa in mano.

Arrivata alla porta della biblioteca infilai le chiavi nella serratura e la aprii, entrai e poggiai tutto ciò che mi ero portata sul primo tavolo che mi trovai davanti.

«Oppure possiamo salire in sala relax e farci una partita a "Mario Kart", ti va?» Mi chiese arzillamente.

«O perché non facciamo un gioco di ruolo?» Dissi io voltandomi verso di lui e fingendo un tono contento come il suo.
Gli tesi il braccio porgendogli uno straccio e ripresi con ironia:
«Fai finta di essere "Cenerentola", per esempio.»

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now