41; Piano infallibile

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05:00.

«Ryomen!» Urlai, chiamando il ragazzo per nome non appena fui uscita dalla porta principale del locale, trovandolo ancora seduto sulla sedia dove lo avevo lasciato.

«Mila, tutto okay?» Mi chiese lui con tono un po' preoccupato.

Io ignorai la sua domanda e lo afferrai per un polso, trascinandolo in una corsa verso la sua auto.
«Andiamo alla macchina, forza!» Lo incitai.

Lui si lasciò guidare, non capendo la mia fretta ma senza pormi nessuna ulteriore domanda.

Una volta arrivati alla macchina, entrammo e Ryomen partì in men che non si dica, facendo risuonare nell'aria il rumore dei copertoni che sgommarono sull'asfalto.

«Okay. Adesso mi spieghi, però.» Mi disse lui, voltandosi per guardarmi mentre teneva saldo lo sterzo fra le mani.

Così io, ancora inspiegabilmente esaltata per quello che avevo fatto a Toji, lasciai a Ryomen una piccola introduzione.
«Cazzo, Ryo! Non hai idea di che ho combinato...» Gli dissi.

Lui mi sorrise preparandosi all'ascolto.
«Racconta, stronza!»

«Ho legato Toji a una sedia, gli ho fatto uno spogliarello e me ne sono andata lasciandolo legato!» Gli rivelai, battendomi le mani sulle cosce e ridendo in preda a una grande ventata di felicità.

Non appena Ryomen sentì quelle mie parole sgranò gli occhi e spalancò tutta la bocca.
«Oh, merda! Non ci credo!» Anche lui scoppiò a ridere, sbattendo più volte i palmi sul volante.

«E sai qual'è la parte più divertente?» Continuai, fremendo nell'aggiungere proprio il dettaglio migliore.

«Quale?»

«L'ho lasciato col cazzo di fuori e con le mutande tutte sporche!» Risi a gran voce.
«Si è venuto nei pantaloni, Ryo! Si è proprio venuto nei pantaloni!» Mi buttai in un'altra immensa risata, coinvolgendo immediatamente anche Ryomen.

Non so chi sia più brillo tra me e lui...

Ryomen non sembrò ancora volerci credere, sbalordito come non mai.
«Cristo Santo, Mila! Vuoi dirmi che Toji in questo momento è ancora su quella sedia e a farsi asciugare la sua sborra addosso?»

«Molto probabilmente sì.» Ammisi io, cercando una tregua dal quel tremendo ridere che mi stava addirittura facendo indolenzire le guance.

«Questa sì che è una vendetta...» Ridacchiò lui.
«Oh, sì che lo è...»

Allora io sorrisi, rilassando la schiena sul sedile.
«E se la meritava tutta, cazzo.»

05:10.

«Mi passi l'accendino?» Mi chiese Ryomen, tenendosi stretto la sigaretta fra le labbra per non farla cadere mentre parlava.

Finalmente arrivati a casa, ci eravamo appartati in balcone per fumare prima di andare a dormire, come facevamo ormai di consuetudine ogni volta che tornavamo tardi da una festa.

«Certo.» Dissi, passandogli l'arnese dopo aver prima acceso la mia.

Ryomen guardò il cielo.
«Cavolo... Sta praticamente per sorgere il sole...»
E si appoggiò con i gomiti sulla ringhiera prima di iniziare a fumare.
Poi prese una boccata, la lasciò fuoriuscire e continuò con i suoi soliti tristi calcoli da post serata.
«Ho circa un'ora e mezza per dormire... Sarà traumatico entrare alle otto al college.»

Rimanemmo qualche secondo in silenzio, ognuno a fumare la sua sigaretta e con gli occhi puntati sull'orizzonte che stava sfumando in diverse tonalità dell'azzurro e del rosa.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now