26 - II; Camera centoventidue ⑱+

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NOTA: contenuti sessuali espliciti.

[...]

«Te la faccio vedere io...» Aggiunsi.
Mi alzai e, agguerrita ma allo stesso tempo divertita, presi dalla sedia che avevo accanto un cuscino ed iniziai a tirarglielo addosso.

È guerra.

Toji scoppiò a ridere, coprendosi dai miei attacchi con le braccia ed indietreggiando passo per volta, mentre io continuavo a colpirlo.

«Ma per piacere... Che credi di fare?» Disse lui afferrando poi il cuscino e tirandolo verso di sé così da attirarmi a lui.
Riuscì a togliermelo dalle mani e con un solo braccio mi strinse in una specie di abbraccio, in modo da bloccarmi completamente.
Io cercavo di dimenarmi, urlando e tentando di frenarlo senza alcun successo dalla sua prossima mossa: buttarmi a peso morto sul letto.

Prima che potessi alzarmi per difendermi, mi arrivò il cuscino dritto sulla faccia.

«Ahia!» Urlai sorpresa dalla serietà con cui aveva preso quella lotta.
Non gli piace proprio perdere, eh?

«Zitta, che l'hai voluto tu.» Ridacchiò bloccandomi un polso al lato della mia testa.

Stesa sul letto e disarmata, lo avevo praticamente sopra di me: Toji mi fissava coi suoi magnetici occhi verdi tra i ciuffi bluastri che ricadevano verso il basso quasi sfiorando la mia fronte, retto sulle sue forti braccia tese.
Dio...
Sentii nella pancia mille farfalle ed il mio cuore accelerare il ritmo.
Che mi combini, Toji?

«Adesso ti arrendi, almeno?» Domandò lui scherzando e sottolineando il fatto che, anche dopo il mio tentativo di rivolta, era stato lui ad avere la meglio.

«No, neanche per sogno-...»
Mi arrivò in faccia un'altra cuscinata.

«Guarda che vado avanti così finché non ammetti che ho vinto io.»

«Non hai vinto un bel niente-...»
Un'altra botta di cuscino dritta in pieno volto.
Lui rideva di gusto come un ragazzino.

«Dillo!» Continuava ad insistere guardandomi beccarmi ancora un'altra volta il cuscino addosso.
Poi, piegandosi sui gomiti in modo da avvicinarsi di più a me, continuò:
«Se non lo dici tu, te lo faccio dire io.»
Suonò quasi perverso.

«Eh? E come penseresti di farlo? Sentiamo...» Lo guardai con aria scherzosa mentre lui mi aveva afferrato una coscia, separandola dall'altra in modo da stazionarcisi in mezzo.
Che vorrà fare?

«Boh... Però so di saper essere abbastanza persuasivo.» Disse lui abbassando il tono e portando l'altra mano sotto al mio viso.
Okay, adesso ho capito...

Non appena sentii il tocco del suo indice sul mio mento mi pietrificai all'istante, lasciandomi divorare dal suo sguardo divenuto penetrante.

Toji mi baciò con leggerezza sulle labbra e, dopo avermi accarezzato la guancia, fece scendere la sua mano a stringere avidamente uno dei miei seni, prima con sicurezza e poi con addirittura forza.
Sussultai per il dolore mentre la sua lingua si era già fatta strada nella mia bocca.

Mi fa impazzire sentire le sue mani sul mio corpo.

Lasciai che anche l'altra sua mano salisse, massaggiandomi il petto coi palmi ben aperti. Poi li fece scendere entrambi per infilarli sotto la mia maglietta, dove tornarono a stringermi e a palparmi con piacere.
Nel frattempo continuava a baciarmi col sorriso sulle labbra e senza lasciarmi fiato, facendomi ansimare sotto i suoi movimenti perversi.

Mi alzò la maglietta in modo da potermi oltreché toccare anche guardare, si staccò dalle mie labbra con un forte schiocco e usò le sue per baciare la parte di pelle tra i miei seni. Poi, reggendomeli con le mani, li assaggiò entrambi e giocò con la punta della lingua sui miei capezzoli turgidi già da un pezzo.
Portai automaticamente le mani alla sua nuca, avendo bisogno di sfogare il piacere in qualche modo e accorgendomi di come stavo emettendo dei gemiti sommessi tra un profondo respiro e l'altro.
Mi piace, diamine.
Toji iniziò a mordermi i seni con gusto, portandomi a lasciarmi scappare anche qualche piccolo grido e ad aggrapparmi ai suoi capelli.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now