19; Megumi ed un caffè

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12 settembre; 12:10.

Sbirciai oltre la porta della classe affianco alla mia ed ecco che lo vidi: Megumi era l'unico rimasto in aula: sedeva da solo al suo banco e con ancora i libri aperti sopra, seppure fosse la famosissima e tanto attesa ora della pausa pranzo.

«Che fai ancora qui?» Gli sorrisi attirando la sua attenzione e facendogli sollevare gli occhi scuri dal quaderno dove stava scrivendo.

«Oh, Mila... Ciao.» Ricambiò il saluto con un dolce sorriso appena accennato.
Chiuse il quaderno e i due libri dalla quale stava copiando e continuò:
«Sono rimasto indietro con gli appunti e stavo recuperando.»

«Tsk... E ti sembra il momento? Fallo a casa oggi pomeriggio, ora vieni a prendere un caffè con me, sù!» Dissi incitandolo ad alzarsi.
Lui mi obbedì ma senza mostrare un grande entusiasmo.
Megumi sembrava essere così in generale, sempre poco vivace e molto svogliato: il contrario di quell'iperattivo del fratello maggiore.

«E Yuji?» Gli chiesi mentre mi raggiungeva con passo cauto.

«Filone... Non ne vuole sapere di non fare assenze...» Sospirò incamminandosi con me verso il nostro amato bar.
Riprese:
«Sai, ieri ho conosciuto al club di logica la ragazza con cui ti vedo spesso... Nobara.»

«Nobara?» Ripetei voltandomi di scatto verso il suo pallido viso angelico.

«Avete litigato, vero?»
E lui come fa a saperlo?

«È stata lei a dirti qualcosa?» Feci io continuando a fissarlo in attesa di risposte.

«No. Sapevo che la conoscevi e, visto che ti cercavo, le ho chiesto se sapeva dove tu fossi finita. Mi ha risposto in fretta e poi ha cambiato discorso... In più è da un po' che non vi vedo per i corridoi assieme. Ho intuito da solo che avete qualche problema in sospeso.» Si spiegò lui con tono calmo.

«Già, in sospeso... Voglio risolvere con lei in questi giorni e chiederle scusa, magari... Ma prima in lista ci sei tu, Fushiguro.» Sorrisi dandogli un'amichevole gomitata sul braccio.
Fushiguro...
Non posso neanche più chiamarlo per cognome o la mia mente finirà sempre per pensare a Toji, che palle...

«Io?»

«Ah-ah. Ieri a telefono mi avevi detto di dovermi dire una cosa importante, no?»

Nel frattempo eravamo arrivati al bar.
Ci sedemmo sugli sgabelli al bancone ed io ordinai un caffè, Megumi invece una coppa di ramen bollente.
È il classico ragazzo che mangia all'impazzata ma rimane sottile come un noodle, per rimanere in tema.

«Quando ho chiesto a Nobara dove fossi, lei mi ha risposto con "da Toji".»

«Dio, Gumi! Ti giuro che sono giorni in cui tuo fratello in un modo o nell'altro mi sta fra le scatole... Oggi pomeriggio sono obbligata a stare con lui per una punizione e sta mattina volevo solo provare a dimenticarmene, dobbiamo parlare di lui per forza?» Mi lamentai buttando gli occhi al cielo e continuando a girare il mio caffè.

«Devi evitare di parlare con Toji, non di Toji.» Mi sgridò Megumi con un'occhiataccia.

«Uff... continua...»

«Dovevo ridarti gli appunti di chimica che mi hai prestato, quindi sono venuto a cercarti in aula di mio fratello, visto che dovevi essere da lui, come detto da Nobara...» Disse ciò e poi prese un boccone.
Mh... Sta sicuramente parlando di ieri.
Ingoiò e poi continuò:
«Suguru mi ha detto però che Toji era in bagno. In più è da ieri che qui gira voce di due ragazzi beccati da due prof a limonarsi in quello dei maschi... E poco fa mi hai detto di essere guarda caso in punizione. Vuoi o no che io faccia due più due, Mila?»
Megumi mi fulminò con lo sguardo mentre si metteva in bocca un boccone tanto grande da riempirgli le guance.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now