40 - II; Disco party - game over ⑱+

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NOTA: contenuti sessuali espliciti.

[...]

Allora lui mi sorrise a trentadue denti e mi penetrò col suo terribile sguardo da predatore.
«Non gli faccio nulla e tu parli con me, d'accordo...»
Si leccò in fretta le labbra.
«Ma a una condizione.»

«Parla.» Sputai.

«Chiacchiereremo dentro... In privato.»
Tsk... E ti pareva... I soliti patti del cazzo.

Così, ormai arresa da mesi al fatto che se volevo avere qualcosa da Toji dovevo accondiscendere a un punto di incontro, mi sentii quasi costretta ad accettare.

«Andata.» Dissi secca.

E Toji mantenne la parola, sciogliendo immediatamente Ryomen dalla sua presa e indicandomi poi l'entrata del locale tutto soddisfatto.
«Prego... Prima le signore.» Mi sorrise.

Io gli lanciai un'occhiata irritata ed entrai, lasciando che lui mi seguisse con aria vittoriosa.

Ryomen si era invece seduto su una della sedie lì fuori, accendendosi una sigaretta e preparandosi ad aspettare la fine della nostra conversazione.

"Se hai bisogno di me, non farti problemi a chiamarmi. Occhi aperti."

Era il messaggio che Ryomen mi aveva mandato un secondo dopo che mi ero inoltrata nella folla assieme a Toji, diretti alla zona con le poltrone e i tavolini.

«Vuoi bere qualcosa?» Mi chiese poi lui, avvicinando il suo viso al mio orecchio per farsi sentire meglio.

Il suo forte profumo mi invase le narici, facendomene innamorare per la millesima volta ma come se fosse comunque la prima.

«No.» Fui secca, senza neppure volerlo ringraziare del pensiero.

Lui fece spallucce e aspettò che mi sedessi per accomodarsi accanto a me.

«Che volevi dirmi?» Saltai immediatamente al punto.

«Che mi sei mancata.»
Cosa?

Il cuore mi saltò in gola e quasi ebbi l'impressione di poterlo vomitare sul tavolo.

L'ha detto sul serio questa grande faccia di merda?
Ha detto sul serio che gli sono mancata? Dopo quello che mi ha detto e dopo l'essersi trasformato in un fantasma per un mese intero?

Tutti quei pensieri mi portarono a lanciargli un'occhiataccia diffidente.

«Non ci credi, eh?» Rise.

«No.» Fui dura nel dirlo, senza smettere di fissarlo con imperturbabilità.

«In effetti...»
Sospirò.
«Non mi merito la tua fiducia.»
E tornò serio, guardandomi in un familiare modo, lo stesso che usava quando mi parlava poco prima di toccarmi o di baciarmi.

Io roteai gli occhi e parlai con tono infastidito.
«È vittimismo il tuo, Toji.»

Il suo modo di ricomparire nella mia vita da un momento all'altro e cambiando totalmente le carte in tavola era ridicolo, e lo era ancora di più il suo tentativo di abbindolarmi con le sue cazzate.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now