32; Piccole bugie

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23:35.

Toji si stese a pancia in su sul letto della camera di Gojo, con un'aria terribilmente stanca e con gli occhi che sembravano volersi chiudere da soli.

«È meglio se non ti addormenti, non si sa mai...» Gli dissi con calma, sedendomi sull'orlo del letto e guardandolo chiudere le palpebre, al contrario di come gli avevo suggerito.
Neppure mi rispondeva più, sembrava non avere la forza di fare nulla.

«Okay, ho capito...» Ridacchiai, tirandolo per un avambraccio in modo da farlo ruotare sul fianco. Così, se avesse avuto bisogno di vomitare, non avrebbe rischiato di affogarsi.

Toji si era lasciato manovrare senza problemi, crollato in un attimo di rilassamento.
Sicuramente lo avevano distrutto il fatto di aver bevuto tanto, più il bagno nell'acqua gelata della piscina sommato a quella mezz'ora di sesso più che movimentato.

Ancora preoccupata per le sue condizioni, gli portai un palmo sulla fronte e mi accorsi di quanto la sua pelle fosse fredda.
Sì, deve essere decisamente un calo di pressione.
Quindi mi alzai dal letto e mi diressi in cucina per cercare qualcosa di zuccherato.

Mentre armeggiavo con gli stipetti non facevo che chiedermi perché lo stessi facendo: non mi stava obbligando nessuno a prendermi cura di Toji, avrei potuto tranquillamente chiamare i suoi amici e affibbiarlo a loro; invece mi ero presa piacevolmente il compito di aiutarlo.
Sarà che alla fin fine voglio davvero bene a questo bastardo...

Alla fine non trovai nulla di utile se non solamente il pacco intero dello zucchero, ma mi feci bastare quello, versandone un cucchiaino in un bicchiere d'acqua e tornando in camera di Gojo.

«Toji?» Lo chiamai, notando come sul letto non c'era più nessuno.

«Signorina...» La sua voce mi rispose arrivando però alle mie spalle, uscendo dal bagno.

«Ti ho portato un po' di acqua e zucchero.» Gli sorrisi, porgendogli il bicchiere e guardandolo sorridere a sua volta.

«Ma come siamo dolci, eh?»

Io arrossii tutto d'un tratto, abbassando lo sguardo mentre lui me lo prendeva dalle mani per versarselo in bocca a mo' di shot.

«L'ho fatto solo per aiutarti a riprenderti...» Cercai come di difendermi per eliminare la tenerezza del gesto che avevo compiuto, pentendomi di esser risultata così eccessivamente attenta ai suoi bisogni.
Toji lo capì e si mise a ridere, stendendosi di nuovo sul letto ma stavolta tenendo la schiena ritta sulla spalliera.

«Stai meglio?»
Mi affiancai a lui.

«Decisamente... Ho appena finito di vomitare, conta.» Ammise voltandosi verso di me, guardandomi in una maniera molto più conscia.
«Non mi sbronzavo così da un'era, probabilmente da quando ho festeggiato i miei diciott'anni... Sono anche sorpreso che il soldatino abbia fatto la sua parte, alla fine.» Rise di gusto.

«Smettila...» Lo spintonai con una mano ma ridendo anch'io, senza opporre resistenza al suo tentativo di divertirmi.

«A proposito... Tra le gambe... Fa ancora male?» Mi chiese, tornando serio in viso.

«"Che fai? Ti preoccupi per me?"» Imitai buffamente il suo tono maschile e copiai la frase che lui mi aveva detto settimane prima nella sua macchina, la stessa sera della festa finita male.

Lui scoppiò a ridere senza trattenersi.
«Oh! Te le segni tutte, eh?»
E si girò sul fianco per avanzare verso di me, strisciando sul materasso a pancia in giù. Poi, mentre io me la ridevo di gusto, lui mi avvolse la vita in un abbraccio e appoggiò la sua testa sul mio petto.
La voce mi sparì dalla gola, ma mi venne comunque spontaneo portargli le mani alla nuca e stringerlo a me.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now