13; Scacco matto

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NOTA: linguaggio esplicito.

11 settembre; 7:45.

Quella notte era stata l'ennesima passata per metà sveglia, disturbata dal ricordo delle minacce di Toji e dalla paura che potessero avverarsi.

Ero appena entrata nella scuola ma mi erano bastati solo due secondi per capire che nell'aria c'era qualcosa di strano: troppo silenzio e strani bisbiglii ovunque passavo, i ragazzi mi scrutavano con aria curiosa e ogni tanto li sentivo pure ridere alle mie spalle.

Mi venne spontaneo guardarmi i piedi, le gambe, la camicia, nel caso avessi la divisa in disordine o qualcosa che potesse attirare troppo l'attenzione.

Si sono svegliati tutti storti oggi? Ma che diavolo hanno da guardare?

«È lei?»

«Sì, è lei...»

«Ne sei sicuro?»

«Ah-ah.»

Sentii due ragazzi di primo anno mormorare quelle frasi tra loro, nascosti dietro i loro armadietti aperti.

Ma... Indicavano me?

Non appena li fissai notai come mi diedero le spalle e mi evitarono con lo sguardo.
Sì, forse indicavano proprio me...
O sono io a sentirmi al centro dell'attenzione, magari...

Ma, seppure avrei voluto far finta di nulla e ignorare tutti, gli sguardi che mi seguivano come una scia non mi facevano stare tranquilla.

«Eccola!»
Un altro ragazzo mi indicò spudoratamente facendo così voltare anche tutta la sua comitiva verso di me.
Sì, adesso è certo... Qui parlano di me.

«È proprio lei, è la ragazza dell'audio!» Un suo amico disse ciò portando gli occhi nella mia direzione.
La ragazza dell'audio? E che significa ora?

«Scusa? Mi hai detto qualcosa?» Chiesi alzando abbastanza la voce da attirare l'attenzione di tutti i ragazzi di quel gruppetto, mentre mi incamminavo verso di loro.
Notai come, non appena avevo parlato, i loro sorrisi si erano fatti più grandi e sghignazzanti.

«No, non ce l'avevo con te...» Mi rispose uno di loro squadrandomi da capo a piedi.
Fa sul serio questo qui?

«Ti sembro scema, forse? Mi hai indicato trenta secondi fa...» Sbuffai trattenendomi dall'usare toni forti per non passare per l'antipatica di turno.

«Ti sarai sbagliata... Non gira mica attorno a te il mondo!» Rise il tizio che gli stava affianco con tono alquanto irritante.

«Cosa vuol dire "la ragazza dell'audio"? Guardate che vi ho sentiti...» Insistetti ancora.
Ma la loro risposta si limitò ad un semplice coro sonoro di risate.
Razza di idioti infantili.

Serrai i pugni e trattenni ancora il mio nervosismo, dando poi le spalle a quell'insopportabile gruppo di bulletti da due soldi.
Non ne valeva la pena di litigare e non volevo iniziare la mia giornata col piede sbagliato; quindi mi allontanai e ripresi a dirigermi verso la mia aula, cercando in tutti modi di ignorare i mille sguardi che mi buttava addosso chiunque mi passava affianco.

Improvvisamente il cellulare mi vibrò nella tasca della giacca: era Nobara.
Lei che mi chiama seppure tra dieci minuti abbiamo lezione assieme?
Che strano...

«Nobara... Tutto okay?» Le chiesi non appena aprii la chiamata.

«Io sì... Tu piuttosto... Stai bene?» Domandò lei con un tono preoccupato.

«Sì.» Spicciai interdetta senza ancora capire né il motivo di quella chiamata e né il motivo di quel tono così amareggiato.
Non feci in tempo a chiederglielo che lei ricominciò a parlare.

Troublemaker; Toji FushiguroWhere stories live. Discover now