Capitolo 25 - Terza parte - Rinascere - III

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«Possiamo fare qualcosa per questo?» Avvicino la mano all'escoriazione che ha sul viso. «E ti ha colpito anche ... qui». Gli sfioro il fianco ed Elián si piega con un lamento.

«N-Non è niente. Guarirò presto». Si regge la zona dolente, il suo respiro accelera nonostante cerchi di trattenerlo.

Mi bruciano gli occhi. «È stato bruttissimo, Elián. Ho avuto tanta paura. Ti prego, non farlo mai più...» Non voglio mai più vederlo farsi del male e cercare il dolore per non pensare alle sue presunte colpe.

Elián sospira, mi afferra la testa dalla nuca e mi spinge contro il proprio petto. «Non lo farò più. Scusami, non volevo farti spaventare».

Annuisco. È tutto finito. Per fortuna sta bene.

Elián indossa la camicia e le scarpe, recupera il resto delle sue cose e, stringendoci la mano, usciamo dallo spogliatoio.

«Questi sono tuoi». Tai ci viene incontro e porge una busta a Elián, che la scruta infastidito prima di accettarla.

«Non dovevi portarla qui» sibila.

Tai alza le spalle. «Era disperata. È corsa al dormitorio e si è messa a bussare alla tua stanza senza pensare che ieri c'è stata una festa che ha steso tutti. Per poco Harry non se l'è mangiata quando ha aperto la porta per dirle che non c'eri. Ha un bel caratterino, questa qui». Sghignazza.

Elián mi rivolge uno sguardo, ma io distolgo il mio. Con il senno di poi, non è stata una bella idea irrompere in quel modo, ma non avevo alternative.

Usciamo tutti e tre dal locale, Elián si mette alla guida del pick-up di Luca e mi fa strada verso il campus affinché possa riaccompagnare Tai.

«Mi cambio e arrivo» dice Elián, fermo di fronte al mio finestrino.

Annuisco e forzo un sorriso. Lì dentro non ci torno almeno fino alla fine dell'anno.

«Grazie!» esclamo, osservando Tai scendere dalla macchina di papà. Si volta verso di me. «Senza di te non l'avrei trovato. Grazie davvero».

«Figurati. Siamo amiche, no? E in qualche modo volevo ripagarti per avermi dato il contatto della tua dottoressa».

«Come sta andando?» domando, dispiaciuta di non averglielo chiesto prima.

Tai sorride. «Abbastanza bene, non l'avrei mai detto».

«Sono molto contenta per te!»

La saluto e attendo il ritorno di Elián, che spunta dal dormitorio con indosso una tuta grigio scuro e un borsone che regge con la sinistra. Mi aspetto che si avvicini al pick-up di Luca, invece apre il mio sportello. «Guido io. Torno a prendere l'auto di papà più tardi».

Lo fisso confusa. «Sicuro? Dovresti evitare di farti vedere con quella faccia». Indico lo zigomo ferito.

Inarca un sopracciglio. «Non ti piace la mia faccia?»

Sobbalzo. «N-Non ho detto questo!»

Ridacchia. «Tranquilla. Non mi va che guidi, sarai ancora agitata». Lo fisso stupita, in effetti il mio cuore non ha smesso di tremare.

Mi sposto sul sedile del passeggero e ci avviamo per tornare a Mount Barker.

Vorrei dirgli tante cose, ma resto in silenzio lungo il tragitto stringendogli la mano vicino al cambio. Spero con tutto il cuore che abbia compreso le mie parole e che non s'incolpi mai più. Abbiamo lavorato tanto per andare avanti insieme, non possiamo tornare indietro. Meritiamo di proseguire sulla strada che stiamo tracciando.

Arrivati a Mount Barker, Elián non svolta verso casa sua ma si dirige verso la mia.

«Vuoi riprenderti la giacca?» domando confusa.

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora