Capitolo 23 - Seconda Parte - Il mio desiderio più grande - II

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Sun immerge gli occhi luminosi di piacere nei miei. «Q-Questo era... era un...»

«Un orgasmo». Sorrido, compiaciuto ed estasiato, spostandomi al suo fianco. Si è lasciata andare, si è affidata del tutto a me, altrimenti non l'avrebbe raggiunto. E sono felice di essere stato il primo a farglielo avere.

Le guance scarlatte di Sun sembrano colorarsi ancora di più. «M-Mi dispiace». Gli occhi brillano ancora ma non volevo leggervi anche dispiacere.

«Ti dispiace per cosa?» Non si sentiva pronta? Ho frainteso i suoi desideri?

«Mi dispiace che sono stata solo io ad averlo avuto...»

Libero un sospiro di sollievo e al tempo stesso il mio cuore si riempie di tenerezza. «Non preoccuparti. Sono felice di averti regalato questo momento. Non hai idea di quanto».

«Sì, ma...», mi accarezza il collo, «volevo che stessimo bene entrambi».

Le sposto una ciocca dalla fronte. «Io sto bene. Sto benissimo. Non ero così felice da tanto tempo» mormoro lasciandomi incantare dai suoi occhi.

Avevo paura che questi tentativi si rivelassero un errore; per lei, perché avrebbe capito di non voler essere toccata, e per me, che mi sarei sentito ancor più sbagliato. Ma più i nostri corpi si fondono e più capisco cosa vuol dire essere amato dal profondo del cuore.

L'espressione di Sun continua a essere dispiaciuta. Non riesco a sopportarlo. «Non guardarmi così. Dico sul serio».

«Hai paura?»

Sollevo le sopracciglia. «Cosa?»

«Non vuoi raggiungerlo? Hai paura che creda t'interessi solo quello?» Le sue parole mi riportano alla mente la confessione che le ho fatto giorni fa.

Distolgo lo sguardo. «All'inizio sì...»

«E ora?»

Torno a fissare i suoi occhi, restando in silenzio per alcuni secondi. «Ti va di... toccarmi? Senza guardare, solo toccare sopra i boxer. Se ti dà fastidio, se pensi che sia troppo, ti fermi».

Sun non risponde, mi fissa soltanto con occhi sgranati. Il cuore pompa un battito doloroso di disgusto verso me stesso e schiudo le labbra per cancellare le mie stupide parole, ma mi stupisce mormorando: «Okay».

«Non sei obbligata».

«Non mi sento obbligata».

Sospiro. «Facciamo la prossima volta?»

«No, adesso».

«Ma forse...»

«Ho detto che voglio toccarti!» sbotta, arrossendo senza controllo un secondo dopo. Scoppio a ridere e mi schiaffeggia sul torace. «Non ridere, stupido!»

«Scusa, scusa. Ti adoro quando fai così». La bacio sulla fronte. «Ti adoro tantissimo».

«Allora... posso?» L'innocenza sul suo viso in contrasto con la richiesta audace mi riempie il corpo di brividi.

Le prendo la mano e me la poso sotto l'ombelico, tanto basta per farmi rizzare i peli in ogni dove. Le dita di Sun sembrano di velluto, mi sfiorano il basso ventre con timore ma anche con la dolcezza di cui è ricolma. Scivola lenta e dove passa brucia, lascia il segno, un marchio. Quando lei mi tocca, anche con il gesto più semplice, mi sento desiderato per quello che sono e non per ciò che può offrire il mio corpo.

Ma, soprattutto, voglio che lo faccia. Voglio che conosca il mio corpo, lo esplori e arrivi ovunque così come ha invaso la mia anima.

Sun tocca l'erezione coperta dai boxer e allontana la mano di colpo.

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Where stories live. Discover now