Capitolo 15 - Paura V

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Parcheggio la moto accanto al pick-up, prendo il borsone e mi avvio verso casa.

«Ma'!» esclamo entrando, il profumo di pulito m'invade all'istante come sempre. Marta deve aver di nuovo esagerato con i prodotti profumati che usa per pulire.

Mi avvicino alle scale, ma un rumore di passi mi ferma prima che salga.

«Elián?» Mamma sbuca dal soggiorno e spalanca gli occhi, ha indosso la vestaglia lunga chiara che porta sopra il pigiama e i capelli castani sciolti. «Tesoro, che sorpresa!» Si avvicina con le mani alzate e chino un po' il busto per permetterle di prendermi il viso e baciarmi sulla fronte. «Credevo saresti rimasto al campus dopo la partita. Com'è andata? Non dirmi male...»

«È stata dura, ma abbiamo vinto». Una delle partite più sofferte che ho giocato, ma le preferisco. Mi permettono di scaricarmi di più e di tenere la mente impegnata a lungo, anche se adesso non ne ho più bisogno.

«Non avevo dubbi!» esclama contenta, ma subito corruga la fronte. «Ma allora perché sei qui? Non siete andati a festeggiare?»

Mi accarezzo la nuca, a disagio. «Loro sono andati non so dove, mentre io...» Mi scruta pensierosa e sospiro. «Sono andato al Blue wave, con Sun».

Gli occhi azzurri si aprono e caricano di stupore. «Con Sun White?» Annuisco, la sua espressione diviene ancora più incredula. «Ma...?»

«Stiamo insieme». Blocco ogni sua congettura, e a quanto pare anche il suo respiro.

Mi fissa come se le avessi detto qualcosa di tanto strano da essere impossibile e ha ragione. Io stesso fatico ancora a crederci. Ho passato tutta la sera con lei, le ho parlato, le ho tenuto la mano, l'ho baciata... Eppure, ho ancora paura che sia un sogno.

«Sei fidanzato con Sun White?» mormora incredula. Annuisco. «Da quando?»

Distolgo lo sguardo. «Da ieri».

Rivedo il suo viso seminascosto dai capelli e dalla spalla, gli occhi verdi luminosi fissi su di me e il rossore sulle guance che mi ha sciolto il cuore.

«Ma... sei sicuro?» Torno a osservarla. «Voglio dire, pensi non ci saranno problemi?» Ha l'aria preoccupata.

«Non le farò del male. Starò attento. Lo giuro». Non farò mai nulla che non vorrà. Per me conta solo esserle vicino. Non desidero altro.

L'espressione di mia madre si scioglie in un sorriso amorevole. «Di questo ne sono certa, tesoro mio. Ma sono lo stesso preoccupata per te. I suoi genitori lo sanno?»

Accarezzo il collo. «Non ancora, ma penso che lo sapranno presto».

«E se non volessero?» La sua domanda mi spiazza.

Ci avevo già pensato. So, l'ho capito, che Ivy e Moses m'incolpano e fanno bene.

Sbuffo, stringendo la maniglia del borsone. «Farò in modo che mi accettino, di nuovo. Lei mi vuole e conta solo questo. Sono pronto a qualsiasi cosa per non perderla ancora». Potrebbe rivelarsi un grosso sbaglio e continuerò ad averne paura, ma non permetterò che succeda. Posso renderla felice. Questa volta la proteggerò da tutto. E tutti.

Il viso di mamma sembra triste, eppure spunta un sorriso. «La tua Sun. La tua migliore amica e poi il tuo primo e unico grande amore» mormora con dolcezza, senza dividere lo sguardo dal mio.

Spalanco gli occhi. «Come fai a saperlo?» Credevo di essere stato bravo a nasconderlo, persino io mi ero quasi convinto di poterla dimenticare.

Sbuffa divertita. «Oh, tesoro, solo uno sciocco non si sarebbe accorto dell'immenso affetto che hai sempre provato per lei». Mi accarezza una guancia, la sua fronte si corruga in un'espressione malinconica. «Ti ho visto sorridere con lei di una gioia rara e osservato maturare il tuo sentimento in amore. Quell'amore puro impossibile da spegnere. E dopo quel... maledetto giorno», scuote il capo, le lacrime le velano lo sguardo, «ti ho visto soffrire così tanto per averla persa, piccolo mio, da desiderare ogni giorno di farmene carico per darti pace». Mi bruciano gli occhi e i battiti aumentano nel petto mentre continua ad accarezzarmi il viso. «Di notte ti sentivo piangere e attendevo che me ne parlassi, ma non mi dicevi mai nulla, come hai fatto per i maltrattamenti a scuola. Hai preferito il silenzio e sei cambiato. Ti sei... spento». D'improvviso sorride, gli occhi riluccicano di tristezza. «Ma oggi, dopo tanto tempo, finalmente ho rivisto il mio bambino sul tuo volto. Le espressioni che mi hai rivolto sono vere, non quelle smorfie che facevi per farci credere che stessi bene». Mi stringe le braccia sopra i gomiti con entrambe le mani. «Dimmi, Elián: sei felice?»

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora