Capitolo 9 - La tua amicizia - II

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«Ehi, amico, adesso basta». Sollevo lo sguardo su Blake. «Siamo a una festa, vuoi divertirti o no?»

Smetto di tormentare il labbro inferiore e sbuffo. «Non volevo venirci, ma devi sempre rompermi i coglioni». Stacco la spalla dal muro e tiro dritto verso l'angolo bar. Non mi frega un cazzo dell'allenamento di domani, ho bisogno di stordirmi.

«Volevo solo che uscissi da quella cazzo di stanza!» sbotta seguendomi. «È questo che vuoi fare? Startene chiuso lì e uscire solo per andare al campo?»

Prendo un bicchiere di carta e lo riempio di birra, che hanno travasato in bottiglie scure con l'etichetta "aranciata" improvvisata. Che idioti.

«Non sono affari tuoi. Perché non te ne vai dalla tua ragazza?»

Bevo un sorso generoso e mi volto per cercare un divano vuoto. C'è un sacco di gente in questo posto, le vacanze di fine trimestre sono solo una scusa per sballarsi senza i soliti controlli.

«Non è la mia ragazza e non stiamo parlando di me, adesso». Blake afferra il mio bicchiere e lo fisso come se potessi incenerirlo. «Ho capito che stai male, ma non risolverai un cazzo a riempirti di questa roba. Non ti ho portato qui per questo».

«E per cosa, allora? Vuoi che mi scopi una a caso come hai fatto tu per non pensare a Davis? Per me il sesso non conta un cazzo e non può aiutarmi». Mi riprendo il bicchiere con un gesto brusco e, mandando giù un altro sorso, mi avvicino a un divano sgombro.

Non capisce e non potrà farlo mai. Non ha la più pallida idea della devastazione che mi sta uccidendo. Se ci fosse una soluzione così semplice per soffocare ogni sensazione, l'avrei usata da tempo. Ma non esiste.

Mi siedo e Blake si mette accanto, posando la caviglia destra sul ginocchio della gamba opposta. È un buon amico, ma quando fa così lo prenderei a pugni.

«Prince e King fermi in un angolo come due sfigati. Bella figura stiamo facendo». Ridacchia.

«Non me ne frega un cazzo». E detesto quei dannati soprannomi. Sono sulla bocca di tutti. O quasi.

Blake sbuffa. «Senti, non sono stupido e ho capito che sotto c'è qualcosa di grosso. Voglio solo esserti d'aiuto. Sono giorni che sembri un'altra persona: stai sempre per fatti tuoi e se qualcuno si avvicina t'incazzi per niente, in campo sei esageratamente aggressivo – cosa che piace a Price, ma Michael avrebbe da ridire visto come l'hai travolto – e stai esagerando con l'alcol». Sposta le gambe nel senso opposto. «Sei sconvolto perché quel bacio non ti è piaciuto?»

Volto di colpo il capo verso di lui. «Che cazzo dici?» Ha capito che è una cosa seria e mi prende per il culo?

Solleva le mani in un gesto confuso. «Dico solo che se ti fosse piaciuto saresti corso da lei, e invece stai qui come se...» Solleva le spalle. «Non lo so... fosse la cosa più terribile che potesse capitarti?»

Passo la lingua fra le labbra, inspirando a fondo dal naso. «Tu non sai niente. Non puoi capire» sibilo, sento il sangue ribollire nelle vene.

«Allora spiegamelo! Non fai che ripeterlo. Tu sai tutto di me e non dico che devi fare lo stesso, ma almeno potresti capire che puoi fidarti. Se continui così, impazzirai». Mi fissa con sguardo serio, troppo per un tipo giocoso come lui. Devo essermi ridotto davvero uno schifo per averlo indotto a osservarmi così.

Poggio i gomiti sulle ginocchia e la fronte sulle mani tanto strette fra loro da essere diventate insensibili. «Ho combinato un casino... Mi è bastato farla avvicinare solo un po' per perdere il controllo e non doveva andare così! Ma lei è...»

Le sensazioni del suo abbraccio m'invadono e il corpo trema, il suono del suo nome mi pizzica la lingua, il ricordo di quel bacio spegne ogni altro pensiero. Non avevo mai provato nulla di simile. L'ho immaginato, Dio sa solo quante volte l'ho sognato, ma non mi sarei mai aspettato un'invasione d'emozioni famelica. Incontenibile. Folle.

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Where stories live. Discover now