Capitolo 5 - Solo un po' - I

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Tiro lo scarico ed esco dal box. Mi avvicino ai lavandini per sciacquare le mani e osservo il mio riflesso nello specchio che prende tutto il mobile in ceramica. Gli occhi sono ancora un po' gonfi. Ho messo più fondotinta sul viso per mascherare l'orrenda situazione in cui mi sono ritrovata stamattina, ma si vede lo stesso che qualcosa non va.

Ieri sera, dopo che Elián è andato via, sembravo un fiume in piena. Mi hanno assalito troppi pensieri: quello che lui ha fatto mentre lo aspettavo, rivederlo disegnare, poggiare la testa sulla sua spalla come un tempo, vederlo rinunciare al nostro momento per raggiungere qualcuno di più importante... E infine scoprire il ritorno di quella famiglia.

Non ce l'ho fatta e sono crollata. Per fortuna mi sono addormentata presto e stamattina, fra mal di testa e il viso di una vittima di pestaggio, ne sconto le conseguenze.

Il solo pensiero di andare a lavorare in spiaggia mi deprime, ma i chioschi sono stati chiusi più del previsto a causa dei danni dell'alta marea e non posso prendermi un pomeriggio di ferie.

E poi devo vedere Dante... Da una parte vorrei provarci ancora, forse se mi concentrassi di più su di lui smetterei di provare sensazioni sbagliate; dall'altra, però, sono già certa che sarebbe inutile e poco rispettoso nei suoi confronti.

Sospiro. Vorrei solo tornare a casa.

«Lo sai quello che si dice, no?» Una voce flebile arriva dalle mie spalle e volto il capo verso le porte dei bagni.

«Che si è fatta una del comitato studentesco?» dice un'altra e sghignazzano.

«Chi, quella lì? Sarà anche carina, ma ha un atteggiamento inquietante. In giro si dice che abbia pagato per entrare fra le candidate».

«Così si spiega tutto! Chi mai voterebbe una come Sun White?» Sobbalzo, spalancando gli occhi. «Non ha niente di speciale».

«Per questo ha pagato. Ha pensato che entrando in lista King l'avrebbe finalmente notata. Che pena mi fa». Sghignazzano ancora.

Chiudo il rubinetto e prendo due fogli di carta dal rotolo appeso per asciugarmi. Essere accusata di corruzione è sicuramente meglio della prostituzione. Ecco cosa si ottiene a farsi notare. Non è mai una buona cosa.

Questa giornata è iniziata male e sta andando sempre peggio.

Butto la carta nel cestino e m'incammino verso l'ingresso.

«Sai chi penso l'abbia data, invece?» dice la prima. «Akielah Devis». Mi gelo sul posto. «Il presidente stravede per lei e sono certa che pur di prendere il primo posto abbia fatto di tutto, se capisci cosa intendo. Quelle come lei non hanno altro da sfruttare se non il corpo, basta vedere come si veste e come si atteggia».

Mi giro verso i bagni e tiro dritto verso le voci.

«Esce ogni giorno con un ragazzo nuovo» sparla la seconda. «Dev'essere una ninfomane».

Spalanco la porta e le loro risate si fermano di colpo. Si stanno passando una canna, la ragazza mora è seduta sul coperchio del water mentre la bionda è in piedi. Mi fissano stupite.

«È bello sparlare degli altri chiuse in un bagno senza che possano sentirvi, giusto? Perché farlo in faccia chiede troppo coraggio, cosa che chiaramente non avete».

La mora si alza in piedi. «Ma che vuoi? Siamo libere di dire quello che vogliamo!» Questa è la voce che ha accusato Aki.

«Hai proprio ragione, così come io sono libera di andare dal Rettore e dirgli che vi ho viste fumare nel bagno. A differenza vostra, se ho qualcosa da dire lo faccio con il diretto interessato, non parlo alle spalle come una codarda». Mi tremano le gambe per il nervosismo. Posso tollerare le accuse su di me, ne ho sentite tante, soprattutto alle medie, ma non sopporto che gettino fango su Aki. Non sanno niente di lei!

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Onde histórias criam vida. Descubra agora